rotate-mobile
ArezzoNotizie

ArezzoNotizie

Redazione

Arezzo Città della Musica comincia a essere realtà e in Fortezza si prosegue con il Theimer italiano

Ghinelli ringrazia Fanfani per aver messo a disposizione della città la rinata Fortezza, il Palazzo di Fraternita che conosciamo oggi e il teatro Petrarca a lungo perduto. Ma se Dio vuole va oltre e cerca a suo modo di riempire di contenuti...

Ghinelli ringrazia Fanfani per aver messo a disposizione della città la rinata Fortezza, il Palazzo di Fraternita che conosciamo oggi e il teatro Petrarca a lungo perduto.

Ma se Dio vuole va oltre e cerca a suo modo di riempire di contenuti questi spazi ritrovati. La povertà delle iniziative culturali di questi primi due anni della giunta Ghinelli comincia forse ad essere riscattata, come se a Palazzo Cavallo si avvertisse il bisogno di qualificarsi anche nell’ambito delle attività culturali “alte”.

Questo naturalmente sta avvenendo con uno spirito tradizionalista tipicamente caratteristico della destra politica italiana. Ma ben venga, se finalmente tornerà, una vivacità culturale capace di qualificare una città tanto bella quanto in questa fase vuota di contenuti contemporanei.

In questo momento, infatti, Ghinelli e i suoi stanno compiendo un salto in avanti rispetto ai desiderata dei loro stessi elettori, e questo è certamente apprezzabile e va rimarcato.

Back in Time, che purtroppo tornerà anche quest'anno, è una festa di paese senz’anima e senza costrutto (se si escludono gli incontri presso il Museo Archeologico); uno spreco di denaro pubblico dedicato esclusivamente alle popolazioni locali, senza alcun ritorno di immagine o turismo della o per la città. L’accordo siglato tra il comune di Arezzo e la Scuola di Musica di Fiesole va invece nella direzione giusta e porterà a nuova vita al Palazzo di Fraternita, nonché prestigio alla Città della Musica, marchio che dobbiamo assolutamente promuovere all’esterno perché abbiamo la storia dalla nostra; perché nessuno può vantare di aver avuto tra i propri concittadini Guido (Monaco) d’Arezzo e nemmeno (tra quelli “onorari”) un pianista come Arturo Benedetti Michelangeli.

Ma l’attività della nuova scuola di alto livello in ambito musicale, non si limiterà a essere un vanto per Arezzo e il naturale sbocco per chi frequenterà (da oggi con maggior convinzione) il Liceo Classico Musicale degli antichi Uffizi aretini di Vasariano progetto. C’è infatti da mettere in moto quel grande palcoscenico estivo che è stato realizzato in Fortezza dalla precedente amministrazione e che è ora in fase di collaudo. Lì c’è un vero grande teatro all’aperto che riporta ai giorni nostri quello romano del colle di San Cornelio (che bisognerebbe trovare il modo di far rivivere), il quale si trova proprio lì di fronte ed è orientato nella stessa direzione. La scuola di Fiesole ci aiuterà anche in questo, grazie ai concerti che porterà ad Arezzo.

Il connubio tra la nostra città e la scuola fiesolana è quindi da considerare un ottimo (e qualificante) risultato per Arezzo; tra l’altro un’occasione vera di ospitare studenti e spettatori provenienti da fuori.

Lo stesso dicasi per le mostre che avremo la capacità di ospitare nei locali coperti (e non) della Fortezza Medicea.

L’abbinamento tra opere d’arte e mura antiche ha il suo fascino a prescindere, ma è certo che più la qualità sarà alta e più aumenterà il prestigio della sede espositiva.

Siamo ancora all’inizio di questo percorso iniziato grazie a Giovanni Raspini (e a chi lo appoggiato) con Theimer nel 2016, ma la strada è segnata e i turisti che hanno visitato la Fortezza durante la mostra hanno riportato a casa il ricordo del fascino dei luoghi e delle opere d’arte esposte.

Quest’anno si prosegue nel solco dell’arte figurativa e nella direzione palesemente indicata da Sgarbi. Arriveranno le opere di Ugo Riva, una sorta di Theimer italiano (mi perdoni l’artista bergamasco).

Di seguito riporto alcune frasi che Sgarbi ha avuto modo di scrivere proprio su Riva e il suo legame con Theimer.

“Le sculture compiute senza perdere la spontaneità del bozzetto, di Ugo Riva sono un singolarissimo esempio di persistenza dei grandi modelli dell’accademia. Abbandonando il Novecento, Riva sembra risalire fino a Canova rimeditando la grande libertà dei modelli preparatori in terracotta conservati nella Gipsoteca di Possagno. La sua attrazione per il non finito si manifesta nelle improvvise troncature degli arti, nel porre in evidenza sostegni e puntelli, nel giocare con la creta non formata.

Il dialogo tra finito e non finito diviene il carattere primario di queste sculture, la cui matrice classicista è non soltanto nel tema ricorrente del nudo femminile, ma nel vitale rapporto tra questo e il basamento, immaginato come un’ara sulla quale si celebra un sacrificio, o la base da cui spicca il volo una Vittoria alata. Riva pensa per frammenti, riproduce un’archeologia immaginaria, e si fa, in questo, compagno di un altro inventore di miti, Ivan Theimer.”

Siamo di fronte ai massimi livelli di un genere artistico che certo frequenta e ha frequentato poco la sperimentazione e il concettualismo dell’arte contemporanea, ma che ha piena dignità e qualità, non c’è dubbio.

D'altronde non si può immaginare che un’amministrazione di destra si comporti come quelle di sinistra. Rispetta semplicemente la propria inclinazione e la propria storia, anche culturale; la fedeltà alla tradizione e al classico che la caratterizza.

Quello che si sta facendo è smuovere le acque in un ambito in cui Arezzo è stata troppo a lungo latitante, quindi ben vengano per tutti i cittadini sia l’accordo con Fiesole che l'uso della nuova Fortezza.

E’ solo l’inizio, certo, ma va nella direzione che abbiamo sperato di vedere intrapresa.

Si parla di

Arezzo Città della Musica comincia a essere realtà e in Fortezza si prosegue con il Theimer italiano

ArezzoNotizie è in caricamento