Dal giovedì alla domenica, a qualsiasi ora della notte e in qualsiasi stagione si percorra la strada che collega la zona Giotto di Arezzo con Olmo e la val di Chiana, si incontrano almeno tre camioncini attrezzati in grado di fornire panini, bibite e altre amenità culinarie. Quel che impressiona è che di fronte a ognuno dei tre c'è sempre gente pronta a mangiare un panino alla salsiccia (il prodotto più venduto) o qualsiasi altra cosa. Non so se questa situazione si ripeta anche in altre direttrici in uscita dalla città, ma il fenomeno segnala almeno due fatti non trascurabili.

Il primo è che quello del paninaro notturno è diventato un lavoro perché di giorno non c'è occupazione per tutti, e che anche se lo sappiamo benissimo, una situazione del genere ne è la dimostrazione plastica; il secondo è che le abitudini cambiano. Quando la mia generazione aveva venti o trent'anni, nessuno si sarebbe mai sognato di cercare cibo alle tre di notte, e men che meno in strada. Anzi, per essere precisi c'era allora chi a mezzanotte si diceva pronto per andare a bersi un caffé a Firenze o a Roma, ma veniva preso per anomalo.