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Ad Arezzo le attività culturali non sono una priorità

E' trascorso quasi un anno dall'insediamento della nuova giunta Ghinelli e il comune di Arezzo, centomila abitanti, non ha un assessore alle attività culturali (se non si pensa che possa esserlo il sindaco, che si è tenuto la delega) e nemmeno un...

E' trascorso quasi un anno dall'insediamento della nuova giunta Ghinelli e il comune di Arezzo, centomila abitanti, non ha un assessore alle attività culturali (se non si pensa che possa esserlo il sindaco, che si è tenuto la delega) e nemmeno un budget per il settore. Fino a oggi ci si è limitati a mettere insieme una stagione teatrale tardiva e complessivamente di scarsa qualità (se si escludono un paio di spettacoli) e senza guizzi verso il nuovo.

Il riaperto teatro Petrarca è sottoutilizzato e difficile da richiedere per eventi organizzati da privati, visto che il costo dell'affitto supera per quantità (almeno fino a oggi) i possibili incassi.

Presso la prestigiosa sede della Galleria d'Arte contemporanea, in piazza San Francesco, si è allestita una sola mostra sulle opere di Amedeo Modigliani senza che del medesimo ci fosse nemmeno un dipinto. Se gli aretini hanno potuto assistere a qualche evento culturale di qualità lo debbono ai privati come gli Amici della Musica, che hanno organizzato una stagione concertistico-musicale di primo livello (senza peraltro poter contare nemmeno sul patrocinio del Comune) tenutasi presso il grande (quasi 900 posti) auditorium di Arezzo Fiere e Congressi.

Non c'è un progetto, non è stato individuato un direttore artistico per la prossima stagione teatrale, non si vedono all'orizzonte eventi, manifestazioni o festival estivi in grado di animare la vita cittadina (se si eccettua la previsione di alcune serate di giochi gladiatori presso l'Anfiteatro Romano).

Icastica, manifestazione che con i suoi difetti attirava ad Arezzo le opere d'arte contemporanea di importantissimi artisti di livello internazionale e sprovincializzava la città, è stata messa da parte.

Il Giardino delle Idee, che organizzava in città presentazioni di libri dove le presenze si contavano a centinaia, non è stato messo nelle condizioni di poter disporre di locali idonei perché "i libri non sono una priorità".

Grazie alla precedente amministrazione (e ai finanziamenti europei del PIUSS) si sono resi disponibili nuovi spazi utili in città, ma non vengono utilizzati. La casa delle Energie va in malora dopo che un importante gruppo privato aveva presentato un progetto credibile per il suo utilizzo, la Fortezza Medicea, oggetto di un grandioso e mirabile recupero, non ha ancora una destinazione d'uso né un progetto che la metta a disposizione di cittadini e dei turisti.

Non si vedono, all'orizzonte, progetti pensati per gli studenti che possano elevare il loro grado di conoscenza della storia e dell'arte locali; non c'è alcuna collaborazione tra amministrazione e Camera di Commercio, che potrebbero costituire un binomio capace di promuovere l'immagine del territorio e il livello di preparazione degli operatori del commercio aretini (corsi di inglese con premio per i partecipanti?).

Non c'è, nelle menti degli attuali amministratori, il concetto stesso di "attività culturale".

Chi però volesse mangiare specialità locali o internazionali, durante l'anno non ha che l'imbarazzo della scelta tra un mercatino del mondo, uno street food, un mercato tirolese e chi più ne ha più ne metta. Organizza il comune? No, l'Associazione dei Commercianti aretini.

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