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Visita di Maroni in via Malpighi: "Amianto è un problema di salute pubblica". Lettera sfogo dei residenti

Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, che si trovava ad Arezzo per il lancio del Comitato No Grazie, ha effettuato una visita, fuori programma alle case popolari di via Malpighi, recentemente rimaste danneggiate dalla tempesta che ha...

Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, che si trovava ad Arezzo per il lancio del Comitato No Grazie, ha effettuato una visita, fuori programma alle case popolari di via Malpighi, recentemente rimaste danneggiate dalla tempesta che ha scoperchiato in più punti il tetto e disperso nelle zone comuni e nei giardini pezzi di eternit, i cui lavori di rimozione sono iniziati da alcuni giorni.

nograziemaroni"Mettere le toppe è peggio delle buche" ha commentato Maroni incontrando i residenti che sono molto preoccupati del fatto che Arezzo Casa, per voce del suo presidente non abbia intenzione di provvedere alla totale sostituzione del tetto con una copertura norma e senza presenza di fibre di amianto.

Maroni ha detto che "quello dell'amianto di via Malpighi è un problema della città, non solo dei residenti e di chi vi abita intorno e se gli enti locali non son in grado di fare pronte al costo della sostituzione del tetto, in questo caso dovrebbe intervenire la Regione Toscana che ha un ruolo morale."

via-malpighi-tetto-eternitIntanto da via Malpighi è partita una lettera di denuncia della situazione da parte dei cittadini che chiedono di non essere trattati da serie C e che si trovino le risorse così come fatto per l'ex mercato ortofrutticolo:

In Via Malpighi le toppe non accontentano per niente - scrivono - mentre per la questione amianto all'ex mercato di Pescaiola c'è stata un'evoluzione positiva, in Via Malpighi non si risponde, con la stessa efficacia, alle legittime e non più rinviabili esigenze delle 90 e più famiglie che negli alloggi e sotto i tetti di amianto ci vivono proprio e chiedono una cosa molto semplice: la rimozione delle coperture del tetto di eternit, dato che, come mostra la documentazione fotografica vista in questi giorni, ed i sopralluoghi effettuati, le coperture sono pesantemente ossidate, ammalate, esposte ormai da oltre 30 anni alle intemperie: vento, pioggia e sole, e dopo il recente evento meteorologico del 13 luglio, colpite a morte con l'apertura di voragini sopra le abitazioni ed infiltrazioni anche di acqua nei sottostanti appartamenti.

Stupisce che qui non si colga l’anomalia della situazione in cui si trovano gli edifici e che non si prenda l’occasione per riportare alla normalità una situazione che non è più compatibile con le nuove normative, posto che risale alla legge 257 del 1992, il divieto di utilizzo del cemento/amianto in edilizia e l’obbligo di realizzare piani e programmi di bonifica e smaltimento dell’esistente.

Occorre forse ricordare che secondo l’Istituto Superiore per la Prevenzione (IPSEL), ogni anno si registrano almeno quattromila casi di decessi, dovuti all’esposizione professionale, ambientale e domestica alla fibra killer.

Stupisce soprattutto che non si consideri l'ansia, la preoccupazione delle famiglie, che vivono in Via Malpighi, ma anche quella degli abitanti del quartiere e dei cittadini di Arezzo e non si proceda anche qui quindi allo smaltimento del cemento-aminato ma al rattoppo.

Secondo i residenti che scrivono

Ci sono soluzioni tecniche poco invasive e poco costose a disposizione: pannelli di vari spessori in lamiera preverniciata coibente; alluminio o rame, con costi variabili dai 60 a 120 € a mq. Non risulta peraltro che l’incamiciamento degli attuali pannelli o l’utilizzo di vernici protettive che, oltre a non essere risolutive del problema, sia particolarmente economico e vantaggioso.

Inoltre la presenza di amianto non riguarda soltanto la copertura del tetto con annessi i camini, ma anche gli alloggi dove i rivestimenti dei pavimenti sono stati fatti con materiale di vinile/amianto, in molti casi ammalorato ed ormai fortemente usurato. Se qualcuno pensa che le difficoltà socio-economiche che hanno portato a richiedere ed ottenere l’assegnazione di un alloggio di ERP e pagare un canone contenuto, proporzionato al reddito, costituisca un privilegio a cui tutto può essere sacrificato, compresa la salute di bambini, anziani, adulti si sbaglia di grosso.

Tanto meno si puó accettare, come ineluttabile legge di un destino cinico che nell’edilizia pubblica, vi siano alloggi di serie: A,B,C,D,E,F,G, secondo la scala della certificazione energetica, a cui corrispondono manufatti edilizi e condizioni abitative diverse, di minore o migliore vivibilità.

Occorre forse ricordare che gli edifici e gli alloggi di via Malpighi fanno parte di un complesso edilizio realizzato molti anni fa, con costi contenuti e materiali poveri, ed i difetti tipici di queste tipologie costruttive, non a caso poi abbandonate: ponti termici, infiltrazioni, scarsa coibentazione, a cui si aggiunge l’ampio utilizzo di cemento/amianto (eternit).

Dopo oltre 35 anni i difetti costruttivi iniziali, la povertà e pericolosità dei materiali utilizzati, presentano il conto ed é evidentemente arrivato il momento di approntare interventi che non mettano toppe ma che parta una decisa opera di bonifica, che elimini l’amianto, in tutte le varie forme presenti e restituisca un pó di sicurezza e serenità alle famiglie che vivono in queste abitazioni. È chiedere troppo?

E’ il momento di guardare le cose per quello che sono. Che ognuno faccia la propria parte, senza strumentalizzazioni, è il momento di tutelare i cittadini e i loro pari diritti alla salute come previsto dalla legge. Sia chiaro, le toppe non accontentano per niente, così come le riparazioni inutili e non risolutive né basta usare la scusa della mancanza di risorse per lasciare qui le cose come stanno mentre altri soldi si trovano. Fare, intervenire, bonificare soltanto.

Cittadini di Arezzo (prima che di Via Malpighi)

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