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Spettacolo Fusaro e gender. Bardelli: "La fastidiosa superiorità morale della sinistra ha stancato"

"Arroccarsi nella torre del castello per giudicare gli altri, senza sforzarsi di capire, è puerile, sterile e non porta alcun frutto se non la polemica fine a se stessa"

"La sinistra ha imbastito una polemica ridicola". E' il consigliere Roberto Bardelli ad intervenire all'indomani della polemica sollevatasi dopo la messa in scena dello spettacolo che ha visto come protagonista Diego Fusaro. Oggetto di attenzione è stato soprattutto il tema trattato dal filosofo e portato sul palco del Biccheraia: "Bibbiano, il gender è tra noi".

Sulla vicenda si sono espressi i gruppi di opposizione in consiglio comunale ed è proprio a questi ultimi che replica il consigliere Bardelli.

“Incredibile e allucinante: io come tutti i cittadini di Arezzo ci siamo dovuti sorbire ben cinque comunicati stampa monotematici, deliranti, vergati da isterici e inaciditi personaggi che, come da cattiva abitudine tutta sinistrorsa, hanno imbastito una polemica ridicola. Il pretesto è stato lo spettacolo di Diego Fusaro, che si è tenuto nei giorni scorsi al teatro Pietro Aretino con il patrocinio del Comune. Fusaro può non piacere né essere condiviso, ma è pur sempre un personaggio pubblico con una proposta teatrale che merita interesse, anche perché affronta una questione seria e spinosa come quella di Bibbiano, dove è venuto alla luce un grave malaffare con i diritti dei minori clamorosamente calpestati. Si tratta di un caso simile al Forteto in Toscana, episodi inquietanti su cui la sinistra non ama sia posta attenzione.

Ora, io sono consapevole che quando si sentono toccati sul vivo, lorsignori vanno su tutte le furie: da sempre si arrogano il diritto di stabilire cosa si può fare e cosa no, quali sono gli spettacoli da programmare e quali da censurare. Però ci sarebbe una soluzione: se non piace un evento, uno spettacolo, un concerto, semplicemente non si va a vederlo. Io mi comporto così. Le verginelle del politicamente corretto invece ci devono costantemente stordire con il loro fastidioso cicaleccio, pontificando dal pulpito su ciò che è lecito, quando è lecito, perché è lecito e, sopratutto, su ciò che gli altri non devono permettersi nemmeno di pensare, pena la scomunica del dio della superiorità morale.

Per questi strepitanti personaggi, avere punti di vista differenti è inconcepibile, anzi immorale, gretto, ben oltre il limite della decenza pubblica. Praticano in modo scientifico una forma infantile di razzismo al contrario: tutto quello che fanno loro è giusto, mentre quello che fanno gli altri deve essere vivisezionato, controllato, censurato e, solo in rari casi, approvato. Questo ottuso schiamazzare alla maniera delle vedove inconsolabili, questo fastidioso ronzio ha veramente stancato.

Io ritengo, e ho sempre ritenuto, che è legittimo non essere d'accordo con le idee politiche di altre persone o con una differente visione del mondo, ma sempre è possibile imparare qualcosa di utile: arroccarsi nella torre del castello per giudicare gli altri, senza sforzarsi di capire, è puerile, sterile e non porta alcun frutto se non la polemica fine a se stessa.

Spero che il futuro non ci priverà della facoltà di organizzare eventi senza passare dalle forche caudine di questi professoroni del pensiero unico. E siate consapevoli che qui non si canta al modo delle rane”.

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