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Sede Asl. Il grido d'allarme di Mugnai: "Il Pd fa saltare Arezzo"

«Per il Pd evidentemente le promesse elettorali valgono solo se a vincere è il Pd: e così oggi il partito di Enrico Rossi con un emendamento alla legge di riforma della sanità ha fatto saltare l’indicazione di Arezzo come sede della maxi Asl della...

«Per il Pd evidentemente le promesse elettorali valgono solo se a vincere è il Pd: e così oggi il partito di Enrico Rossi con un emendamento alla legge di riforma della sanità ha fatto saltare l’indicazione di Arezzo come sede della maxi Asl della Toscana Sud-Est. Evidente la volontà precisa di penalizzare la città dove ha vinto il centrodestra». A lanciare il grido di battaglia, a margine della seduta odierna della Commissione sanità del Consiglio regionale, è il suo Vicepresidente Stefano Mugnai (capogruppo di Forza Italia).

Il punto è che nella proposta di legge 33 – quella ‘riforma bis’ con cui il Pd, rendendo sostanzialmente nulla la 28/2015, tenta di evitare il referendum abrogativo sostenuto dalle firme di oltre 55mila cittadini – la giunta aveva mantenuto l’indicazione delle sedi delle maxi-Asl al comma 11 dell’articolo 117 che recitava: «In merito alla individuazione della sede legale delle aziende sanitarie nello Statuto aziendale, in fase di prima applicazione della presente legge sono individuate, sulla base del criterio del capoluogo della provincia avente il maggior numero di abitanti per l’area vasta di riferimento, le seguenti sedi legali delle aziende Usl : a) Firenze per l'Azienda USL Toscana Centro; b) Pisa per l'Azienda USL Toscana Nord-Ovest; c) Arezzo per l'Azienda USL Toscana Sud-Est».

L’emendamento appena approvato in commissione (n. 26) sostituisce il testo precedente con questo: «Nelle more dell’individuazione delle sedi legali delle aziende sanitarie nello Statuto in fase di prima applicazione queste sono individuate con deliberazione della giunta regionale». In pratica, la sede legale provvisoria è rimessa in discussione: «Non solo: il criterio del capoluogo col maggior numero di abitanti salta, e la scelta viene affidata a una delibera di giunta che stabilirà le sedi in maniera, a quanto si capisce, discrezionale e dunque politica. Tutto per colpire Arezzo e il suo futuro – incalza Mugnai – penalizzando i cittadini che hanno ‘osato’ esprimersi in maniera evidentemente considerata difforme rispetto ai desiderata del Pd. Per questo, ora, si vorrebbero mettere gli aretini dietro la lavagna con in testa il cappello da asino. Questo è avvenuto per una partita in fin dei conti secondaria della sede: non vogliamo immaginare cosa accadrà quando si arriverà a parlare dei tagli ai servizi sanitari propriamente detti, dato che da parte dei colleghi aretini del Pd non vediamo, così come per BancaEtruria, una capacità di incidere nell’interesse del territorio. Noi faremo di tutto affinché non accada il peggio e affinché si preservino al massimo, per quantità e qualità, i servizi sanitari nell’area dell’attuale Asl 8».

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