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Scandalo Ato. Il sindaco Chiassai: "Valutare la ricaduta delle decisioni sui cittadini"

L'intervento del sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai e della giunta valdarnese in merito alla vicenda Ato Toscana Sud. Certi movimenti politici, anziché restringere la loro azione ad un perenne processo alle intenzioni, dovrebbero...

L'intervento del sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai e della giunta valdarnese in merito alla vicenda Ato Toscana Sud.

Certi movimenti politici, anziché restringere la loro azione ad un perenne processo alle intenzioni, dovrebbero comprendere la criticità delle situazioni e valutarne la ricaduta sui cittadini.

In tal senso è necessario sottolineare che la votazione dell’assemblea dei sindaci dell’Ato Toscana Sud, convocata in seduta straordinaria, ha riguardato due distinte delibere: la celere individuazione di un sostituto del D.G. indagato e sottoposto a misure cautelari, e la posizione da assumere nei confronti dello stesso, stante le gravi accuse per presunta turbativa d’asta nella gara di appalto per individuare il gestore unico del ciclo dei rifiuti.

Con grande senso di responsabilità, pur nella consapevolezza di una gestione del servizio rifiuti che manifesta continue criticità, puntualmente e reiteratamente documentate dall'attuale Amministrazione Comunale al Consorzio gestore ed all'Autorità di controllo, il Comune di Montevarchi ha convenuto, con l'unanimità dell'assemblea, di agire secondo quanto ipotizzato nello stesso regolamento dell'Ato che prevede, in caso di grave impedimento del direttore generale, la possibilità di assegnare le mansioni di amministrazione ordinaria, in sostituzione temporanea, ad un dipendente dell'organismo stesso.

Sui sindaci incombeva, in primis, l'obbligo di garantire la continuità del servizio legato al ciclo integrato dei rifiuti e di mantenerne il controllo.

E questo è il senso di responsabilità posto in essere da chi ha ricevuto dagli elettori il mandato di governare.

Il sindaco, con la maggioranza che lo sostiene, ha sempre manifestato apertura verso le proposte delle opposizioni quando, come nella seduta dello scorso 29 luglio, si è trattato di incidere proprio sulle criticità emergenti dalla gestione del ciclo dei rifiuti fino dal suo stesso affidamento. Tanto che a seguito della presentazione di quell'atto il Comune lo trasmise anche alla Procura della Repubblica di Arezzo ed a quella regionale presso la Corte dei Conti, proprio con l'intenzione di fare massima chiarezza sulle criticità rappresentate nello stesso.

Anche allora furono mosse critiche e si accusò esecutivo e maggioranza di aver mutato atteggiamento politico rispetto alla precedente consigliatura, quando analogo atto era stato, per l'appunto, presentato da componenti dell'allora opposizione, oggi maggioranza. Accuse condite da parole forti, tanto strumentali quanto infondate, visto che dalla prima presentazione (dell'allora opposizione) alla seconda (quella del movimento in questione) era intervenuta una decisione dirimente sulla possibilità di uscita dall'Ato.Il Tar, nell'intervallo temporale intercorso tra la presentazione delle due analoghe mozioni, si era pronunciato sulla possibilità dell'uscita di un comune dall'Ato ribadendo che la gestione dei servizi pubblici locali aventi rilevanza economica, come quelli relativi ai rifiuti urbani, spettano ad enti di ambito territoriali più vasti ed i singoli comuni contribuiscono alla loro formazione partecipando alle assemblee.

Sulla base di questo principio il Tar ritenne infondata l'eccezione di costituzionalità rivolta dal comune di Livorno contro l'Ato Costa.

Non solo, pochi giorni fa, è stata approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Montevarchi una mozione che impegna il sindaco e la giunta, contrariamente agli indirizzi della Regione Toscana, a rivedere negli statuti dell’Ato i criteri di ripartizione delle quote di partecipazione del Comuni sulla base di attività di prevenzione, riutilizzo dei rifiuti e, in un ultima battuta, di capacità di smaltimento, invece che basarsi sull’attribuzione del 50% dei voti, quindi del peso decisionale, ai Comuni con sede di impianto.

Si è poi strumentalmente tralasciato di affermare che il Comune di Montevarchi, tramite il sindaco Silvia Chiassai, ha politicamente criticato la gestione dei servizi messa in piedi con le aree vaste; un sistema fallimentare che deve essere profondamente cambiato, agendo a livello di legislazione regionale, per estirpare un meccanismo vessatorio nei confronti dei cittadini con tariffe sempre più alte, e sopratutto inefficace nel rispondere alle esigenze dei Comuni sempre più ridimensionati nell’autonomia di intervento.

Pertanto sarebbe opportuno che, anziché muovere critiche pretestuose e strumentali chi è rappresentato, come il movimento in questione, in Regione Toscana, indirizzasse la sua azione politica nella condivisione di un processo di radicale di messa in discussione e superamento degli Ato dando vita ad un sistema gestionale che non possa più prescindere dalla sovranità decisionale di ogni singolo Comune.

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