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Sanità, Sarti e Fattori (Sì): "Casentino e Valtiberina colpite da accorpamento distrettuale. Devono essere svincolate da Arezzo"

"Il territorio aretino, soprattutto quello più lontano dal capoluogo, sta subendo un progressivo impoverimento dei servizi sanitari e socio-sanitari. L'accorpamento delle zone-distretto Aretina, Casentino e Valtiberina in un unica realtà ha dato...

"Il territorio aretino, soprattutto quello più lontano dal capoluogo, sta subendo un progressivo impoverimento dei servizi sanitari e socio-sanitari. L'accorpamento delle zone-distretto Aretina, Casentino e Valtiberina in un unica realtà ha dato risultati negativi. Per questo chiediamo di tornare alla situazione precedente, e che ognuna delle tre zone abbia la propria autonomia giuridica e programmatica”. E' la proposta dei consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti e Tommaso Fattori, che hanno presentato una mozione in cui si chiede alla Regione di avviare una verifica dei risultati conseguiti dalla maxi-zona distretto, alla luce dell'insoddisfazione crescente da parte dei cittadini e delle richieste avanzate in questo senso da numerosi sindaci della provincia aretina.

“L'accorpamento - continuano i consiglieri di Sì - ha tenuto conto di parametri troppo generici e non ha mai preso in considerazione il fatto che, ad esempio, il Casentino è un'area disagiata. La Regione effettui al più presto una seria valutazione degli attuali servizi e delle prestazioni erogate”.

“Ricordiamo - aggiungono Sarti e Fattori - che la legge regionale 11 del 2017 prevede la possibilità di correggere i perimetri delle zone-distretto, dopo un'opportuna verifica del funzionamento di tali ambiti. L'attuale maxi distretto non offre una risposta adeguata alla diversificazione dei bisogni, basti pensare a come la zona che fa riferimento al capoluogo sia caratterizzata da un più facile accesso e da una maggiore prossimità, mentre il Casentino e la Valtiberina sono caratterizzate da una forte parcellizzazione e difficoltà di accesso ai servizi”.

“Le tre zone, negli anni precedenti all'accorpamento, avevano sviluppato realtà gestionali dei servizi sociali e socio sanitari diversificate, anche in virtù dell'alto numero dei Comuni che vi si trovano, tutti con esigenze e caratteristiche diverse. Si va dai Comuni frontalieri come Montemignaio o Badia Tedalda a Comuni che hanno il proprio baricentro intorno ad Arezzo, come Subbiano o Monte San Savino. Non è quindi possibile programmare azioni omogenee e individuare modelli unici che rispondano alla diversità dei bisogni oltre che a processi d’integrazione dei servizi socio sanitari previsti dalla normativa regionale”, concludono Sarti e Fattori.

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