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Saione tra integrazione e sicurezza. Demos: "La malavita non ha colore di pelle"

L'intervento di Demos, osservatorio cattolici democratici sullo stato di salute del quartiere cittadino

Una proposta e poi un'analisi di quello che, secondo il loro punto di vista, rappresenta il quartiere di Saione. 
Giuseppe Giorgi, per conto di Demos, osservatorio cattolici democratici, ad intervenire circa lo stato di salute della zona.

E’ tempo anche ad Arezzo di costruire nei territori l’alternativa fatta di ascolto e progetti d’interdipendenza, una bella politica che utilizza testa e cuore, solidale non individualista, pronta a cogliere le opportunità dei territori comunità.

Demos ha intrapreso un viaggio d’opinione nei quartieri di Arezzo ad iniziare da Saione. Qui, si pone la frontiera avanzata dell’integrazione comunitaria aretina, qui s’infrange la demagogia razzista e l’incultura della divisione. Saione ci appare come un laboratorio futuro di convivenza civile, un territorio in cui lavorare per declinare Arezzo al futuro, una prospettiva di sviluppo per una città che come diciamo noi di Demos “… non arretra dentro le Mura.. “ , non si rinchiude dentro i fortini delle proprie case, delle inferriate, delle porte blindate, è Arezzo città dell’accoglienza che vuole vivere una prospettiva.

Da troppo tempo la città è ferma ai titoli forti sui reati dei balordi, sulle retate propagandate da cortometraggi scenici. Certo a Saione, nei quartieri di Arezzo, i problemi esistono ma la malavita non ha colore di pelle ma è delinquenza comune che va prevenuta e perseguita con un organico piano di sicurezza territoriale.

Nessuno di noi ha la ricetta giusta in tasca, è nell’ascolto, nel confronto, nella proposta che ritroviamo le regole di un buongoverno democratico. Demos sottolinea che anche ad Arezzo la demografia insegna che senza i giovani nati da coppie d’immigrati l’invecchiamento delle popolazione sarebbe ancora più drammatico.

Saione nelle sue scuole, nelle sue vie, vede tanti bambini, tanti volti colorati e Demos rilancia con forza una campagna d’opinione per l’approvazione della legge sullo ius soli.

Ci sembra opportuno sensibilizzare gli aretini sui tanti mestieri, spesso umili, che rifiutati da coloro che promuovono lo slogan del “ prima gli italiani “, vengono svolti dalle comunità di recente immigrazione ad Arezzo. Lavori non facili, spesso pesanti, sempre di servizio.

Recenti studi dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, rilevano l’importanza strategica per il sistema pensionistico del contributo dei lavoratori immigrati.

Giovani, lavoro, pensioni, tre esempi per dimostrare la stupidità della xenofobia.

Demos propone politiche comunali d’investimento su integrazione e accoglienza, educazione civica e alfabetizzazione su regole e lingua italiana. Gli amici dell’Osservatorio della Farfalla e della Rosa bianca propongono alla prossima amministrazione comunale la costituzione delle comunità di quartiere sui temi di convivenza civile che abbiamo sopra elencato.

Arezzocivile alzi la Testa!

Chiediamo all’associazionismo, ai comitati di cittadinanza, ad Arezzo democratica, di sollecitare nel territorio incontri di comunità con autorevoli testimoni nel nostro tempo. Ad esempio un ciclo di confronti in piazza Saione con personalità come Pietro Bartolo il medico già sindaco di Lampedusa e David Sassoli presidente del parlamento Europeo.

Arezzo, Saione, città, quartiere, dell’Europa civile.

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