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Rotto il criostato all'ospedale del Valdarno, l'attacco di Mugnai (Fi)

Rotto il criostato all'ospedale della Gruccia, scoppia la polemica politica. Di seguito la nota del vicepresidente della Commissione sanità in Regione Stefano Mugnai (Forza Italia). Sono soprattutto le sessioni chirurgiche per le patologie...

Rotto il criostato all'ospedale della Gruccia, scoppia la polemica politica. Di seguito la nota del vicepresidente della Commissione sanità in Regione Stefano Mugnai (Forza Italia).

Sono soprattutto le sessioni chirurgiche per le patologie oncologiche, quelle in cui si rende necessario l’esame intraoperatorio dei tessuti per capire come indirizzare l’intervento. In quei casi, l’analisi va fatta a tambur battente perché nel frattempo il paziente è sul letto operatorio sotto anestesia. Ebbene: all’ospedale del Valdarno di Santa Maria alla Gruccia, a Montevarchi, si è rotto l’apparecchio che serve a questo scopo. Si chiama criostato: abbatte la temperatura dei tessuti fino al loro congelamento, ne seziona delle lamelle sottilissime su cui poi l’anatomo patologo effettua l’accertamento e produce la risposta. E’ rotto, si diceva. «I tessuti – lamentano il vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Forza Italia) e il neoeletto consigliere comunale a Montevarchi Francesco Renzi (anche lui Fi) – mentre il paziente è sotto anestesia vanno a Arezzo, niente di meno. E intanto alcune sedute operatorie già in programma alla Gruccia, ad esempio una di senologia oncologica ai primi del prossimo luglio, saltano».

Brutta prassi, a occhio. E per vederci più chiaro Mugnai sottopone il frangente alla giunta regionale chiedendo, tramite interrogazione, se e quando il criostato dell’ospedale del Valdarno tornerà in funzione e se nel frattempo non sarebbe possibile utilizzare quello dell’ospedale della Fratta, che, «secondo segnalazione» sarebbe spento. Ancora, Mugnai domanda in generale quali siano, ad oggi, le prospettive dell’anatomia patologica alla Gruccia, più volte in odor di dismissione, e come sia messa «la lista di attesa per chirurgia senologica nel distretto sanitario» valdarnese.

Dovendo trasportare il tessuto fino a Arezzo, argomenta Mugnai, i tempi si dilatano parecchio: «Ad esempio per un intervento alla mammella – scrive nel suo atto – che in sé dura circa 40 minuti e per il quale è obbligatorio l’esame intraoperatorio del lifonodo sentinella e dei margini del campione tissutale, l’attesa si allunga di almeno 60 minuti».

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