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Romizi a gamba tesa su Coingas: "Ghinelli chiede un colpo di spugna sulle consulenze monstre"

L'affondo del consigliere comunale: "Mi pare che l’ultima assemblea di Coingas sia passata un po’ troppo sotto silenzio"

“Mi pare che l’ultima assemblea di Coingas sia passata un po’ troppo sotto silenzio". Attacca così la nota di Francesco Romizi, consigliere comunale di Arezzo in Comune.

"Perché chiedere la nullità delle consulenze?"

Soprattutto la richiesta, partita dal sindaco Ghinelli e accolta dall’assemblea dei soci dell’azienda, con un’unica eccezione, di chiedere la nullità delle consulenze dell’ultimo anno e mezzo. Guarda caso quelle oggetto dell’indagine giudiziaria in corso, che sta peraltro ripartendo con analoghi… contenuti. Nel senso che per ora chi è stato chiamato a rispondere delle contestazioni si è contenuto dal farlo. Vedremo come proseguiranno le ‘interrogazioni’, non resta che confidare in una loro miglior sorte rispetto alla mia, di carattere ovviamente diverso, presentata nel corso del Consiglio Comunale di giovedì 26 settembre. Anche per essa: ennesimo silenzio in aula. Ma la domanda resta in tutta la sua valenza: perché chiedere la nullità delle consulenze?

Il caso Coingas nell'ultimo consiglio comunale

Le domande di Romizi

Su quell’assemblea e su questa pretesa, a dire il vero un commento si è levato: di un consigliere di opposizione/maggioranza o in questo caso più di maggioranza che opposizione visto il plauso al sindaco di Arezzo in qualità di promotore della delibera assembleare.

A me invece pare che quest’ultima sia una sorta di dichiarazione di principio e ancora di più un anelito di speranza. Dichiarazione di principio perché la nullità verrà sancita eventualmente da un giudice. E non da Ghinelli.

Dice poi il codice civile che l’azione può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse e gli effetti di una tale pronuncia risalgono fino all’origine degli atti impugnati: il negozio giuridico non è mai esistito. È qui che mi addentro volentieri in considerazioni di carattere politico, che sono quelle che mi attengono. È come se con un colpo di spugna si volesse cancellare l’oggetto del contendere: ci sono state delle consulenze monstre ma, tranquilli, adesso arriva la nullità e spariranno per sempre. E tutti vissero felici e contenti. Al di là del fatto, come accennato sopra, che questo somiglia tanto a un malcelato auspicio, non è anche l’indiretta ammissione che le stesse consulenze rappresentano qualcosa di illegittimo? Altrimenti che bisogno c’è di chiederne la nullità, di fare in modo che diventino solo il lontano ricordo di un torrido luglio?

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