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Referendum: oltre 260mila aretini alle urne. Boom di richieste per il voto domiciliare

In tutta la provincia di Arezzo sono 263.101 i cittadini aventi diritto di voto e che sono attesi alle urne per l'appuntamento elettorale di domenica 4 dicembre. Di questi 127.290 sono uomini e 135.811 donne. Tra le curiosità di questa tornata...

In tutta la provincia di Arezzo sono 263.101 i cittadini aventi diritto di voto e che sono attesi alle urne per l'appuntamento elettorale di domenica 4 dicembre. Di questi 127.290 sono uomini e 135.811 donne.

Tra le curiosità di questa tornata elettorale per il territorio aretino da segnalare il "boom" di richieste per il voto domiciliare. 34 cittadini, impossibilitati a lasciare la propria abitazione per motivi di salute o altra natura, hanno presentato domanda per ricevere a casa propria scheda e funzionari e poter così adempiere ai propri doveri.

Mai nella storia locale è stata raggiunta una cifra simile. Ad aprile scorso, per il referendum sulle trivelle, le richieste giunte alla Prefettura di Arezzo erano state appena 8.

Aretini al voto: tutti i numeri del referendum. Gli aventi diritto nel comune di Arezzo sono 74.961

Domenica dalle 7 del mattino e sino alle 23 i seggi resteranno aperti per permettere lo svolgimento delle operazioni di voto. I cittadini sono chiamati alle urne per confermare o respingere la cosiddetta riforma Renzi-Boschi contenuta nella legge costituzionale approvata dal Parlamento il 12 aprile 2016, recante "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione".

La proposta di riforma è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti di ciascuna camera: di conseguenza, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato direttamente promulgato per dare la possibilità di richiedere un referendum confermativo entro i successivi tre mesi, facoltà già esercitata nello stesso mese di aprile 2016. Non essendo previsto un quorum di votanti, la riforma entrerà in vigore se il numero dei voti favorevoli sarà superiore al numero dei suffragi contrari, a prescindere dalla partecipazione al voto.

Sarà il terzo referendum costituzionale della storia della Repubblica Italiana dopo quello del 2001, quando vinse il «sì» con un'affluenza di circa il 34% e quello del 2006, quando invece prevalse il «no» con una partecipazione del 52,5%.

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