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Lotta alla povertà? L'impegno di un comune intero per Ralli e la lettera alle categorie economiche di Lucia Tanti

Da tempo Caritas lancia appelli per rafforzare il contrasto e la prevenzione alla povertà locale. L'ultimo appello è partito pochi giorni fa proprio durante la puntata di Prisma | Fase 2 con Andrea Dalla Verde. Ecco le prime risposte

Un assessorato per la prevenzione e la lotta alla povertà, un tavolo permanente sul fenomeno. L'impegno di una larga rete sociale e istituzionale in tutta la provincia di Arezzo, continuando a dare risposte, servizi e percorsi di autonomia a chi era povero prima, ma sapendo accogliere i bisogni che a partire dalla chiusura per l'emergenza sanitaria, si sono moltiplicati.

Andrea Dalla Verde della Caritas diocesana non ha usato mezzi termini, durante la puntata di lunedì scorso di Prisma | Fase 2, su quanto l'emergenza sia presente nella seppur ricca città di Arezzo e ha chiesto di prendere un impegno serio ai candidati a sindaco: 

"Vorremmo che nell'imminente campagna elettorale, si ragionasse non per spot, ma per programmi seri di contrasto alle povertà presenti e a tutto quello che può essere il disagio di un territorio nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Vogliamo crearne una sacca infinita o vogliamo contenere il più possibile e creare politiche ad hoc con welfare territoriale? La politica metta come prioritaria la lotta alla povertà locale, auspichiamo un assessorato ad hoc sul questo tema.“

ralli-luciano-elezioni3-2E grazie alla Caritas il tema entra di nuovo con forza nel dibattito politico attuale. A reagire per primo il candidato a sindaco del centro sinistra Luciano Ralli che spiega come tutti i tradizionali assessorati abbiano parti di competenza sul problema della povertà e l’unica soluzione che reputa possibile è quella di una doppia rete.

"La prima tutta interna all’amministrazione con un coordinamento del sindaco: delegare un singolo assessore vuol dire depotenziare le azioni dell’intera amministrazione che deve fronteggiare in modo organico e sotto la direzione del sindaco questa emergenza sociale."

"La seconda rete è quella tra il Comune, le associazioni di volontariato, i sindacati, le categorie economiche, le singole imprese. La Caritas insiste nel fare molto, anzi moltissimo. E nel tirare le orecchie a tutti, anche a chi non vuol sentire e vedere. Che cosa? Che la povertà non è nel continente oltre mare, nella nazione vicina, ma è qui, in mezzo a noi. I poveri sono sempre di più anche tra gli aretini. E altri si aggiungeranno alla lista appena le aziende non riapriranno e i lavoratori non avranno più cassa integrazione. La povertà sarà la vera sfida dei prossimi anni. Le possibili risposte saranno azioni economiche dirette del Comune, il coordinamento tra sistema pubblico e volontariato, un’azione diretta delle imprese più sensibili".

Lucia Tanti-8-3Di queste ore anche la lettera dell'assessore Lucia Tanti alle categorie economiche e ai sindacati e che afferma: "La povertà si batte con la crescita." Si tratta di una lettera per chiedere di segnalare chi, vittima economica del Covid, ha bisogno di una spinta per ripartire; che siano piccoli artigiani, commercianti, partite iva, lavoratori atipici.

“E' la prima volta nella storia che l'assessorato alle politiche sociali si rivolge alle categorie economiche perché possano collaborare a diffondere la notizia che il Comune ha stanziato risorse, liquide e immediate, destinate ad essere trasferite direttamente al conto corrente dei cittadini perché essi possano ripartire con la loro attività privata o godere di servizi tali da facilitare il rientro al lavoro.  Una decisione che stravolge le modalità consuete di un assessorato che, dall'inizio del mandato ma in particolare adesso dopo il Covid19, guarda ai piccoli lavoratori autonomi e atipici come a importanti interlocutori e destinatari di sostegno economico. Non solo sussidi, non voucher, non "tessere" del pane, non buoni spesa, ma soldi veri e subito, fino ad una contribuzione di 1500 euro da immettere direttamente nel conto corrente. Per fare cosa? Per  tornare a lavorare, sostenere spese funzionali al proprio lavoro, fare fronte al costo di servizi che facilitano la propria attività privata o atipica. Il lavoro è la sola vera risposta che dobbiamo cercare di dare in questa fase: se quindi da una parte il Comune di Arezzo, nei cinque anni della giunta Ghinelli, si è contraddistinto per i forti investimenti di protezione sociale, portando il contributo procapite a 133 euro a fronte di una media del centro Italia di 80 euro, dall'altra parte punta sulla ripresa dei "piccoli" lavoratori autonomi e dei lavoratori atipici per ripartire dopo il lockdown, nella certezza che la parola chiave per battere il disagio economico non sta nell'assistenzialismo ma nella crescita.  Per fare questo abbiamo bisogno che le categorie economiche e i sindacati ci aiutino e ci segnalino le persone per cui questa misura è stata pensata e cioè i lavoratori autonomi e atipici che hanno pagato il periodo di "chiusura" e che oggi sono stretti tra la voglia di ripartire e la difficoltà di potercela fare. A queste persone noi ci rivolgiamo per fare insieme un patto di ripartenza che rimetta in corsa Arezzo.  A chi mi ha criticato perché ho deciso di destinare risorse a questi aretini, immettendo liquidità direttamente nei loro conti correnti solo dopo un breve colloquio con i servizi sociali,  rispondo che io di questa Arezzo operosa e coraggiosa, caparbia e lavoratrice, autonoma ed indipendente mi fido e su loro la giunta Ghinelli scommette."

La puntata di Prisma | Fase2 sul fenomeno della povertà ad Arezzo

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