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Porcinai, mobilitazione trasversale contro l'abbattimento dei lecci. Già raccolte 500 firme

Associazioni, partiti politici e semplici cittadini uniti contro l'abbattimento dei lecci ai giardini Porcinai. Il Comune marcia spedito verso il rifacimento delle aiuole e della pavimentazione, forte del parere della Soprintendenza, ma davanti...

Associazioni, partiti politici e semplici cittadini uniti contro l'abbattimento dei lecci ai giardini Porcinai. Il Comune marcia spedito verso il rifacimento delle aiuole e della pavimentazione, forte del parere della Soprintendenza, ma davanti trova un muro compatto. La battaglia è cominciata in consiglio comunale e prosegue per le vie della città, dove sono stati allestiti banchi per la raccolta firme. Gli aretini che hanno messo il loro nome in calce al no sono già cinquecento. Anche Wwf e Legambiente hanno manifestato un dissenso forte, contestando la decisione della giunta e le conseguenze che avrebbe l'abbattimento dei 72 alberi che si trovano ai giardini, da sostituire con 32 tigli.

"Abbiamo raccolto centinaia di firme e tante altre ne raccoglieremo perché sono continue le richieste che ci arrivano - spiega il consigliere comunale del Partito democratico, Alessandro Caneschi. Attorno a questo tema c'è una grande mobilitazione trasversale. Tutti insieme chiediamo alla giunta di fare un passo indietro".

Stamani, alla conferenza stampa che si è tenuta ai giardini, il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Paolo Lepri ha sottolineato i tanti dubbi sulla questione: "Secondo noi non è indispensabile spendere un milione di euro per un'operazione del genere".

L'amministrazione ha motivato la sostituzione dei lecci con la necessità di provvedere a un progetto di restauro che, secondo la Soprintendenza, non può prescindere dal recupero delle piante originarie: i tigli. Ma le opposizioni, sul punto, non sono affatto convinte. Anzi, anche su questo sarà battaglia e Lepri, carte alla mano, si è fatto sentire.

Oltre all'aspetto economico, c'è quello legato alla salute. Secondo Legambiente "l'abbattimento di piante secolari comporterebbe un danno ambientale troppo elevato. Per almeno trent’anni verrebbe meno la funzione di assorbimento di anidiride carbonica, di filtro degli inquinanti atmosferici, di barriera del rumore e di mitigazione dell’isola di calore"

"I lecci possono rimanere al loro posto, basta volerlo" è il senso della protesta in corso.

La raccolta firme riprenderà domani al mercato di via Giotto e sempre al mercato del sabato per tutto il mese di luglio. Proseguirà anche in altri gazebo in Corso Italia e nei vari esercizi commerciali che hanno aderito all'iniziativa. Alla campagna hanno aderito pure il comitato difendiamo il verde pubblico di Arezzo, Arci, Uisp, Acli, Aics.

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