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Politiche 2018, D'Ettore: "Dalle imprese ricevo appelli contro tasse e burocrazie. L'unica risposta siamo noi"

  «Tasse, costo del lavoro, vincoli burocratici, carenza di infrastrutture materiali e immateriali: questi i temi principali su cui alcune imprese dell’Aretino mi hanno rivolto, durante gli incontri di questi giorni, le loro sollecitazioni. E...

«Tasse, costo del lavoro, vincoli burocratici, carenza di infrastrutture materiali e immateriali: questi i temi principali su cui alcune imprese dell’Aretino mi hanno rivolto, durante gli incontri di questi giorni, le loro sollecitazioni. E hanno fatto bene perché solo noi, il centrodestra, abbiamo un programma adeguato per dare risposte ai loro bisogni di cui io, se eletto, sono pronto a farmi portavoce a Roma per rendere la provincia di Arezzo protagonista». A parlare così, tirando le fila di vari incontri con varie realtà produttive del territorio, è Felice Maurizio D’Ettore, candidato all’uninominale della Camera dei Deputati per il collegio 7, quello di Arezzo, in rappresentanza della coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia.

«In questi anni – ricorda il candidato – la provincia è stata interessata da varie crisi di impresa che dovrebbero essere affrontate anche in una visione di area e non singolarmente, come invece deriva dall’attuale normativa vigente. Ha preso posizione su questi temi anche con atti istituzionali in Consiglio regionale il capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai. Non basta, perché adesso Arezzo rischia di perdere anche il tribunale fallimentare per via della legge delega varata da questo governo e che necessita di correttivi che abbiamo già illustrato nel dettaglio. Paiono eventi distinti, ma in realtà tutto si tiene e le aziende soffrono la perdita di punti di riferimento e l’assenza di un quadro politico-normativo che ne tenga conto ai fini della crescita e dello sviluppo».

«Con il centrodestra al governo non sarà più così – spiega D’Ettore – e la nostra piattaforma programmatica lo dice chiaro. Alle nostre economie ed ai vari comparti produttivi vanno dati gli strumenti di sviluppo. Per questo nel nostro programma ci impegniamo ad esempio ai fini della piena diffusione delle infrastrutture immateriali che costituiscono ormai elemento fondamentale per il miglior accesso all’universo digitale e alle nuove tecnologie. Non solo: andremo a bussare anche alle porte dell’Europa per rivendicare un abbattimento delle burocrazie comunitarie che rappresentano, in quanto regolamentazioni eccessive, un ostacolo allo sviluppo. Allo stesso modo non può più essere ritardato il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione anche nel rapporto con i cittadini e le imprese».

Del resto, sottolinea D’Ettore, «anche noti economisti non certo di area centrodestra hanno ribadito la validità delle proposte della nostra coalizione affermando che il fisco di oggi costituisce un freno non più sostenibile per l’economia italiana per la sua straordinaria complessità, per il suo peso eccessivo, per la sua strutturale inefficienza e, come se non bastasse, per la sua limitata portata redistributiva». «Ancor più rilevante – conclude il candidato – appare la necessità di una riforma della giustizia civile senza la quale, insieme alla complessità e farraginosità del sistema sanzionatorio tributario, si rende difficile anche normale conduzione delle attività imprenditoriali. Solo così potremo avviare una spirale virtuosa verso maggiori garanzie di libertà di crescita sia individuale che collettiva e imprenditoriale».

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