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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il Pd: "Arezzo Casa è di tutti i cittadini, non solo della destra. Nostri sindaci all'oscuro sul direttore"

L'affondo dei primi cittadini e del coordinamento provinciale del Partito democratico: "IL presidente Roggi dice che sulla scelta hanno pesato le pressioni dei sindaci. Ma quali sindaci? Certamente non quelli di centrosinistra"

Il Partito Democratico di Arezzo interviene sul bando per individuare un nuovo direttore generale deciso dal cda di Arezzo Casa, esprimendo forte contrarietà perché non sono stati informati i sindaci del centrosinistra che di Arezzo Casa fanno parte. La società "è la casa di tutti i cittadini e non della destra", attaccano dal coordinamento Pd provinciale e i sindaci Pd della provincia in una nota.

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Forse andrà peggio di quanto avevamo previsto - attaccano dal Pd -, il primo atto del nuovo presidente di Arezzo Casa (Lorenzo Roggi, nda) è un bando per la creazione di un dirigente. Il secondo atto è la dichiarazione che questo orientamento è stato assunto "in seguito a delle pressioni che abbiamo ricevuto dai sindaci". Prima domanda: quale dirigente? Seconda domanda: quali sindaci?

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Tentiamo una risposta a quest'ultima: il presidente citi i sindaci che hanno fatto pressione. Quelli di centrosinistra che dovrebbero avere la stessa dignità degli altri, non solo non hanno fatto pressioni ma nemmeno hanno mai pensato ad un'ipotesi del genere fino ad oggi, in quanto non si è mai manifestata tale esigenza nelle passate gestioni. E, soprattutto, hanno letto del bando sui media on line: il presidente si è ben guardato da informarli preventivamente. Non male come atteggiamento nei confronti di quelli che lo stesso presidente chiama giustamente soci (e quindi non semplici spettatori).

Il Pd: perché un nuovo dirigente?

La nota conclude con alcune riflessioni circa la scelta di assumere un dirigente ad Arezzo Casa.

Tentiamo una risposta alla prima domanda: perché un nuovo dirigente? La versione del presidente Roggi è che una "figura apicale" sta per andare in pensione. Allora perché non attendere e fare poi un normale concorso? La procedura scelta, e cioè quella di selezione, provoca dubbi. Invitiamo il presidente ed il suo CdA ad adottare una procedura più adeguata. Senza dubbio è invece il modello gestionale della destra alla quale ricordiamo che Arezzo Casa è la casa di tutti i cittadini e non della destra.

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