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Pd il giorno dopo, Parrini: "I conti? Dopo referendum", Rossi: "sfido Renzi", Dindalini unico a rimettere il mandato

"Nessuna dimissione. I conti si fanno al 90° del ritorno, adesso abbiamo soltanto perso la partita di andata". Le parole sono quelle del segretario regionale del Partito Democratico, Dario Parrini che commenta così il risultato elettorale dopo i...

"Nessuna dimissione. I conti si fanno al 90° del ritorno, adesso abbiamo soltanto perso la partita di andata".

Le parole sono quelle del segretario regionale del Partito Democratico, Dario Parrini che commenta così il risultato elettorale dopo i ballottaggi di domenica scorsa.

Il Pd, come ampiamente analizzato negli scorso giorni, esce con le ossa rotte da quest'ultimo confronto elettorale. Salvo qualche caso, i Comuni capoluogo cambiano tutti colore e passano ad amministrazioni non legate ai Dem.

L'analisi del segretario regionale è in perfetta linea con quanto espresso più volte dal premier Matteo Renzi: "se perdiamo il referendum costituzionale, andiamo tutti a casa".

Idea sulla quale ha preso le distanze il segretario provinciale del Pd aretino Massimiliano Dindalini unico dirigente toscano del partito a fare mea culpa: "rimetto il mio mandato al partito". Nel frattempo il governatore della Toscan Enrico Rossi ancora una volta continua a sottolineare la necessità per sul partito di una vigorosa inversione di tendenza: "l'autosufficienza non basta. Dobbiamo aprirci a sinistra e non fare accordi con Verdini e la destra. Servirà una dura analisi di quello che sta succedendo a livello nazionale. Io mi candido ad essere la nuova guida del Pd e coordinare il lavoro di questo partito". Ma non è tutto, il governatore Rossi ha annunciato che nelle prossime ore invierà a tutti i sindaci neoeletti una lettera attraverso la quale chiederà la collaborazione di tutti. La resa dei conti, se così si può chiamare, arriverà presto. Il 24 giugno infatti è fissata la direzione nazionale del Pd mentre, il 27, spetterà alla direzione toscana confrontarsi. Di seguito la nota stampa di Dario Parrini "Non intendiamo girarci intorno. Dai ballottaggi toscani delle elezioni comunali emerge un risultato negativo per il Pd. Dobbiamo rispondere adeguatamente al segnale netto che gli elettori ci hanno inviato. Come farlo? Come far sì che la sconfitta sia una scossa salutare?

Le priorità, a mio avviso, sono quattro:

1. capire, caso per caso, con un'analisi mirata e senza sconti da condurre insieme ai gruppi dirigenti comunali e provinciali, quali errori amministrativi e politici sono stati compiuti.

2. mettere al bando la voglia di autogol che troppo spesso s'impossessa di noi. Ci vogliono meno divisioni, più unità, più dialogo e più ascolto in tutte le direzioni: ci fanno un gran male lo scontro continuo, il fuoco amico, i disimpegni opportunistici, i personalismi esasperati. Ai remi bisogna starci tutti, spingendo tutti nella stessa direzione e tutti col massimo della forza. Per vincere essere uniti non è sufficiente, ma è indispensabile.

3. Non abbandonarsi all'idea che si risolvono i problemi tornando indietro: abbiamo bisogno di più innovazione, non di meno innovazione: innovazione di politiche e di personale politico. Abbiamo bisogno di più riforme, non di meno riforme. Dice molto, in questo senso, il successo a Milano di Sala, a suo modo simbolo di una politica progressista moderna che vince perché è credibile a sinistra e al contempo è in grado di rappresentare le parti più dinamiche e attive del mondo moderato e della società civile.

4. Comprendere che il vento che ovunque, dagli Usa all'Europa, spinge gli elettori a punire chi sta al governo, pure a costo di affidare responsabilità rilevanti a movimenti demagogici e populisti, è un fenomeno di portata epocale, che nasce da un malessere sociale e da un esteso disagio economico per contrastare i quali molto resta ancora da fare. Da questo punto di vista, la nostra opera di governo, per tanti versi straordinariamente positiva, deve ulteriormente salire di livello. Abbiamo fatto tanto e bene, ma non basta: bisogna fare di più e meglio, interpretare meglio degli altri il desiderio di cambiamento.

Tutte queste cose saranno realizzabili soltanto se tutti faranno la loro parte, a cominciare dall'avvenimento che per tutti sarà la prova decisiva: il referendum costituzionale di ottobre. Solo se vincerà il Sì potremo portare a compimento il progetto di modernizzazione e rilancio del nostro Paese di cui il Pd ha l'onere e l'onore di essere protagonista".

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