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Pd. Dindalini: "Finita era del 'volemose bene'. Errori? Mai discusso su Banca Etruria"

"Orgogliosamente in piedi nonostante la batosta elettorale". E' a distanza di poco più di 24 ore dal termine della direzione provinciale, che il confermato segretario del Partito Democratico Massimiliano Dindalini decide di esprimersi per fare...

"Orgogliosamente in piedi nonostante la batosta elettorale".

E' a distanza di poco più di 24 ore dal termine della direzione provinciale, che il confermato segretario del Partito Democratico Massimiliano Dindalini decide di esprimersi per fare il punto sullo stato di salute del partito e sui nuovi assetti.

"L'epoca del 'volemose bene' è finita - ha esordito - da oggi in avanti dobbiamo, ognuno con le proprie diversità, pensare a come riportare il nostro partito in mezzo alla gente. La sconfitta che abbiamo subito durante le ultime tornate elettorali deve servire a tutti da monito per spingerci a fare di più e meglio".

In seguito ai risultati usciti dalle urne dopo il ballottaggio di Montevarchi (vittoria del centrodestra) e Sansepolcro (candidata Pd non riconfermata a Palazzo delle Luadi), Massimiliano Dindalini decise di rimettere il proprio mandato nelle mani del partito. "Io e il segretario di Grosseto - spiega ancora - siamo stati gli unici in tutta la regione a fare questa scelta".

Giovedì sera la direzione delle federazione provinciale del partito, alla seconda seduta, ha chiuso i lavori. Trentacinque dei 54 componenti e rappresentanti dei vari circoli e della dirigenza del Pd hanno scelto di confermare la fiducia al segretario. Mentre uno gruppo ha scelto invece di uscire dalla sala al momento della votazione.

Vignini e Donati invece hanno deciso di astenersi solo sulla votazione della relazione presentata dallo stesso Dindalini.

"Avrei preferito che esprimessero chiaramente la loro volontà - ha detto Dindalini - Sono sempre più convinto, visti anche i risvolti delle ultime settimane, che sia necessario per il bene del partito e degli elettori che rappresentiamo affrontare ogni tipo di situazione a viso aperto e mettendoci la faccia. Anche in questo caso sarebbe stato opportuno farlo. Ci siamo troppo allontanati dal territorio e dalle esigenze dei cittadini. In questi anni abbiamo pensato più ai personalismi che al gruppo. E abbiamo creato un muro che adesso dobbiamo riuscire a superare. Un esempio che posso fare è quello che riguarda la mancata discussione su Banca Etruria. Non abbiamo mai affrontato direttamente questo argomento dopo l'approvazione del decreto del 22 novembre. Io credo che a livello nazionale l'applicazione di questa direttiva abbia permesso di salvare un sacco di posti di lavoro e correntisti. Ma a livello locale è stato un disastro. Ha creato sfiducia nella classe politica e in quella bancaria. Le ripercussioni sono sotto gli occhi di tutti".

"Da parte mia - ha concluso il segretario - sono sereno".

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