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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Mugnai (Coraggio Italia): "Serve uno sforzo, sì all'Ucraina nell'Ue"

Il deputato aretino: "Lo spirito dimostrato dagli ucraini in questi giorni di guerra serve all'Europa"

Intervento di Stefano Mugnai, vice capogruppo di Coraggio Italia alla Camera dei deputati.

"L’Europa pre Covid da molti veniva avvertita come un coagulo di egoismi e di interessi economici. Un’Europa che sembrava aver smarrito lo spirito fondativo di Shumann, di Adenauer, di Monnet, ma anche dei nostri Spinelli e De Gasperi. Quello spirito - dice Mugnai - che traeva la sua ragion d’essere nella volontà di impedire che gli orrori della seconda guerra mondiale si ripetessero e perseguendo tale obiettivo i pionieri dell’Europa unita intuirono come essenziale condividere l’accesso a materie prime strategiche, costruire un mercato comune, ma anche costruire un idem sentire, uno spirito comune fra i popoli europei. E non a caso ciò che oggi chiamiamo Unione Europea prima si chiamava Comunità Europea. Una comunità di Paesi e popoli che avevano passato i 100 anni precedenti a farsi la guerra e che si accingeva a costruire insieme un futuro di pace e di prosperità. 

La perdita progressiva di quello spirito originario ha alimentato critiche, spesso eccessivamente ingenerose e prive di memoria, ma certamente legittime a ciò che stava diventando l’Unione Europea. Critiche che hanno fatto la fortuna politica ed elettorale di numerosi partiti di tante democrazie europee. 

L’arrivo della pandemia ha rapidamente spazzato via castelli di regole ottuse che parevano scolpite nel granito ed ha provocato una svolta epocale alle politiche europee iniziando a far riscoprire anche alle nuove generazioni i valori fondativi di solidarietà e di generosità fra Paesi membri che erano alla base della nascita dell’Europa unita.

Adesso il dramma ucraino. L’Ucraina che resiste eroicamente sta lottando non solo per difendere la propria libertà ed il diritto di quel popolo, come di ogni altro popolo, ad autodeterminarsi, ma sta combattendo anche in difesa dell’idea stessa di libertà e di democrazia occidentale. Di fronte ai bombardamenti russi è profondamente ipocrita rifugiarsi in slogan ovvi contro la guerra a prescindere. Se la guerra te la fanno, non puoi che difenderti. Se la guerra la fanno ad un Paese accanto al tuo, per il fatto che cerca di aderire ai tuoi valori di libertà e democrazia, puoi girarti dall’altra parte o puoi decidere da che parte stare, assumendo su di te la responsabilità ed i rischi che questa doverosa scelta comporta… e da questo punto di vista applausi alla Cisl!

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky da giorni sta chiedendo due cose: una no fly zone sui propri cieli per impedire che gli invasori russi mantengano una schiacciante supremazia aerea che rende oltremodo difficile la resistenza Ucraina, ma chiede anche di poter aderire all’Unione Europea.

Sulla prima richiesta è chiaro che ad oggi le cancellerie occidentali oppongono un chiaro diniego, che temo sarà destinato ad essere riconsiderato a breve se Vladimir Putin continuerà ad avanzare in questa folle escalation militare, ma sulla seconda occorre sin da subito un di più di coraggio dei governi europei. L’Ue non è un’alleanza militare, ma un’associazione di Paesi sovrani che condividono regole in un contesto di valori comuni. Ebbene, so bene che attualmente l’Ucraina non possiede molti dei parametri necessari per essere ammessa nell’Unione, però in questi drammatici giorni di guerra il popolo ucraino e lo stato ucraino hanno dimostrato di possedere parametri ben più importanti: per dirla con Zelensky l’Ucraina sta dimostrando di essere una super potenza dello spirito. E l’Europa dei nostri giorni ha bisogno come dell’aria di valori, di coraggio, di spirito di sacrificio, di solidarietà. 

In buona sostanza siamo più noi europei che abbiamo bisogno dello spirito che ha motivato il popolo ucraino di fronte all’invasione voluta da Putin, che l’Ucraina di un’ammissione nell’Ue. 

Magari ci vorranno mesi, forse anni, ma il popolo ucraino alla fine questa guerra la vincerà, anche se Kiev ed altre città cadranno, anche se le truppe russe aumenteranno le atrocità, alla fine sarà indipendente e saprà autodeterminarsi al grido Slava Ukraïni. Ma l’Europa senza questo spirito, che è lo stesso spirito che la vide combattere e vincere contro il criminale disegno egemonico di Hitler, potrà sopravvivere? Potrà sopravvivere nel nuovo ordine mondiale che scaturirà al termine di questo conflitto? O qualcuno davvero pensa che quanto sta accadendo nel cuore del nostro continente passerà come acqua sulla roccia?".

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