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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dalla Fgci al dolore per la scissione, Mattesini giudica il Comune: "Non governa ed è schiacciato su aberranti logiche di destra"

Sono giorni laceranti per chi come lei le ha vissute tutte. Dai tempi della scuola al tecnico femminile quando entrò a far parte del consiglio degli studenti, fino ad oggi dove un partito nato dall'unione dei Democratici della Sinistra e della...

Sono giorni laceranti per chi come lei le ha vissute tutte. Dai tempi della scuola al tecnico femminile quando entrò a far parte del consiglio degli studenti, fino ad oggi dove un partito nato dall'unione dei Democratici della Sinistra e della Margherita è in fase di scissione.

Donella Mattesini ne ha viste di vicende politiche sia ad Arezzo che a livello nazionale passando dalle esperienze della Federazione Giovanile Comunista Italiana, dal Pci, dal Pds e dai Ds. "Io rimango nel Pd, ma ci deve essere casa per tutti". Un messaggio chiaro al quale non ha voglia di aggiungere altre parole rispetto a quelle pronunciate a poche ore dalla direzione nazionale del Pd convocata per la commissione congressuale.

Quello di Donella è sempre stato un contributo politico nel partito e nei ruoli di amministratrice dato con la testa di una donna. Da alcuni anni è senatrice, vive forte il rapporto con il territorio soprattutto il mondo del sociale. E quando parla con noi, sembra difficile crederlo, ma ha un punto in comune con il ben più dirompente Maurizio Bianconi, come lui ogni tanto ci dice "questo non lo scrivere".

Quando è iniziato il percorso politico e amministrativo?

Innanzitutto ho sempre avuto un lavoro e questo mi ha dato libertà. Sono stata responsabile delle donne del Pci ed ho sempre agito per unire. Con le donne degli altri partiti, tutte indistintamente, abbiamo creato il Pronto Donna, l'associazione di aiuto per le donne vittime di violenza.

Poi l'esperienza di amministratrice in Provincia

Poi assessore al sociale nella provincia di Arezzo con deleghe alla sanità, alla scuola, ai giovani. Erano i tempi del governo Prodi c'erano risorse importante per gli enti locali si riuscì a mettere in piedi anche l'osservatorio per le politiche sociali, uno strumento fondamentale per l'analisi delle dinamiche e dei fenomeni e quindi per costruire politiche adeguate ai tempi. Facemmo anche il primo progetto di cooperazione decentrata con Ucodep a Santo Domingo e poi la bella storia di Happy Night il progetto con gli operatori di strada per la prevenzione dell'abuso di alcol e droghe. Erano tempi in cui si poteva dare un'impronta importante alle politiche e sono contenta di vedere che molte iniziative continuano ancora.

Arrivarono le elezioni del 2006, vinse il sindaco Giuseppe Fanfani e lei fu chiamata nella squadra di governo della città:

L'esperienza successiva è stata quella di vicesindaco del Comune di Arezzo, due anni e mezzo molto belli in cui gli enti locali potevano incidere, ricordo il lancio del servizio sociale integrato, il punto unico di ascolto, l'abbattimento delle liste d'attesa nei servizi all'infanzia con l'apertura di tre nuovi nidi e il passaggio di alcune sezioni di scuola materna allo Stato e il varo del sistema scolastico integrato in un percorso condiviso con tutti gli attori, dalle famiglie agli educatori con l'obiettivo di dare ad ogni bambino lo stesso livello di qualità del servizio. Un modello che ho poi portato a livello nazionale per la riforma del servizio scolastico 0-6 anni.

A proposito di servizi per il cittadino, cosa ne pensa dell'attuale sistema di sanità in Toscana? Dell'Ato rifiuti? Crede che quella dell'area vasta sia una scelta giusta?

In Toscana abbiamo una buona sanità, ma c'è il rischio di allontanare il servizio dal controllo diretto dei sindaci e quindi dallo strumento di governo. Un discorso che vale per tutti i servizi che negli ultimi anni si sono riorganizzati in area vasta e che secondo me meritano un momento di riflessione. E' vero che in quello dei rifiuti ad esempio c'è una buona componente a carattere industriale, ma il controllo e la programmazione devono essere alla portata dei sindaci. Per questo credo che la strategia dei grandi Ato debba essere rivista, anche sul servizio idrico.

Ci sono stati errori politici in questo ambito?

La politica deve essere più trasparente sia a livello istituzionale che partitico, deve cercare più dialogo e fare attività permanente infra-istituzionale. Si deve occupare dei temi nell'interesse dei cittadini, che ci siano servizi che funzionino per il bene dei cittadini.

Quale attività da parlamentare reputa più importante tra quelle che ha portato avanti?

Se penso all'attività della commissione lavoro, sicuramente la legge contro le dimissioni in bianco. In questa seconda legislatura invece faccio parte della bicamerale sull'infanzia nel quale ho lavorato al Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e all'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile propedeutica alla proposta di legge, ho lavorato anche alla legge sul femminicidio. Nella commissione sanità attuale invece voglio ricordare la legge sull'autismo, quella sul dopo di noi, la legge sul cyberbullismo e quella sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale del personale sanitario.

E il legame con il territorio?

Se non ci fosse non ci sarebbe niente nella mia attività parlamentare è un pezzo imprescindibile. Mi cercano e io li cerco, sono associazioni e amministratori, per i quali sono a disposizione per portare le ragioni di Arezzo a Roma e presentare ad Arezzo le novità che arrivano dal Governo.

Lei si è occupata più volte della vicenda della cooperativa La Perla e delle famiglie che hanno pagato una casa che non possiedono...

Si ho fatto due interrogazioni e sono costantemente informata delle vicende che riguardano quelle famiglie.

Cosa chiede al Ministero?

Che risponda alle mie interrogazioni, perché questa è una vicenda ingarbugliata con zone d'ombra che andrebbero chiarite e risolte.

Arezzo che città é?

Una città dalle grandi potenzialità, ma che vive una forte crisi aggravata da un'amministrazione che non guida, che appare assente, sembra sopravvivere su quanto fatto prima. Non progetta e non trascina al rialzo questa condizione. Quello che ha dichiarato l'assessore Tanti sui minori stranieri che arrivano nel nostro territorio non accompagnati è aberrante. Tutto si schiaccia su logiche di destra, il tema dei minori non si risolve rinunciando ad essere referente per lo Sprar, era il Comune capofila, assurdo spostare quei 100 mila euro dall'accoglienza dei minori a Back in Time. Questa è una città abbandonata a sé stessa senza nemmeno la manutenzione, hanno cancellato anche la consulta per il decoro.

Che consiglio darebbe al sindaco Ghinelli?

Aprire un tavolo permanente con le categorie economiche della città, invece di indicare il diverso e la paura per scaricare le difficoltà a governare. Si devono porre delle priorità e quali sono se non i bambini e i giovani? Qui invece si rinuncia al progetto della Regione sulla violenza sulle donne addirittura, mentre allo stesso tempo si pubblicizza il corso di autodifesa.

Arezzo ha ancora le cicatrici per la vicenda di Banca Etruria?

La vicenda ha creato evidenti problemi, dalle carte si è capito che ha esercitato troppo poco il suo ruolo di banca del territorio, i crediti deteriorati sono frutto di spregiudicati finanziamenti fatti anche fuori da Arezzo. Sulle conseguenze del Salva-banche abbiamo fin da subito cercato di lavorare ai miglioramenti per allargare quanto più possibile la platea dei rimborsi. In questi giorni la commissione finanze tratta il decreto sull'arbitrato, che arriva in ritardo di quasi 8 mesi.

E per gli azionisti?

Con i presidenti delle quattro regioni ci siamo interessati perché si aprisse un dialogo con Ubi banca perché ci fosse una moral suasion con l'acquirente perché trovi uno strumento per tutelarli, è nel loro interesse trattenere i clienti.

Cosa ha pensato quel giorno quando uscì il decreto salva-banche?

Personalmente ci misi fino al lunedì per capire quello che realmente stava succedendo, un'amica commercialista mi chiamò per dirmi che ci sarebbero state ricadute importanti. Di certo c'era pochissima consapevolezza. Però ci tengo a dire che ho battuto i piedi perché si facesse anche la commissione d'inchiesta che ha gli stessi poteri della magistratura, che si indaghi sia su Banca Etruria che sull'intero sistema bancario.

Che cosa si auspica per questo territorio a questo punto?

Che Ubi voglia bene al territorio che vanta grande imprenditoria e generosità, che la magistratura chiuda presto le indagini, che la commissione d'inchiesta proceda, che si accelerino i rimborsi agli obbligazionisti.

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