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Matteo Bracciali: “Sulla salute ragioniamo in funzione dei cittadini e non degli interessi politici”

"Se parliamo di sanità, dobbiamo parlare di strutture e di personale, di investimenti e di reclutamento di giovani medici". L'intervento del segretario comunale del Pd Arezzo

"La campagna elettorale è iniziata e la sanità è il primo punto all'ordine del giorno. In questi giorni leggiamo dichiarazioni che potrebbe essere di oggi come di 10 anni fa. Non solo: si ripetono le solite frasi tipo eccellenza, valorizzazione, investimenti". A prendere parola è Matteo Bracciali, segretario comunale del Partito Democratico di Arezzo, che interviene sul tema sanità con alcune considerazioni sulla situazione del territorio.

"Vogliamo essere concreti e provare a leggere il tema della salute con gli occhi dei cittadini e non solo con quelli della politica? L'ospedale San Donato è funzionante, un punto di riferimento della  rete ospedaliera Sudest, ma e’ vecchio e non ha solo bisogno di piccoli interventi. Lo scorso anno, quando si pensava di aver sconfitto il Covid, l'Asl Toscana sud est presentò un progetto di massima che prevedeva 100 milioni di euro di investimenti. Adesso ci sono anche le opportunità del PNRR. L'Asl Tse indichi l'ordine di priorità degli investimenti e la Regione stanzi le risorse necessarie. Tutte e subito non sarà possibile ma un coordinamento tra Asl sud est e Regione può consentire l'avvio concreto e rapido della ristrutturazione del San Donato. Un ospedale all’avanguardia potrà essere un polo di attrazione per i tutti i professionisti della salute.

Dagli immobile alle persone. Ci sono problemi di risorse economiche ma non solo. Intervenendo sulla situazione del pronto soccorso, il Direttore di questa struttura ha fatto un'affermazione che nessuno ha ripreso. Manca il personale, la Regione mette a concorso 135 posti in Toscana e si presentano solo 79 candidati. Il San Donato - è chiaro - non risolverà i suoi problemi nè questo nè il prossimo anno. E' evidente che qualcosa deve cambiare nei meccanismi di reclutamento del personale sanitario e nella valorizzazione anche economica delle competenze.

Infine il territorio. L'ospedale è la punta dell'iceberg ma i cittadini hanno bisogno anche di servizi che sono concentrati nei distretti. Per la zona aretina le risorse economiche - si parla di 13 milioni di euro - dovranno essere spese con un'idea molto chiara: l’obiettivo è avvicinare le strutture socio-sanitarie alle persone, ad esempio con le case di comunità, e ideare un nuovo sistema di cure domiciliari sempre più universale e tecnologicamente avanzate.

Conclusione: se parliamo di sanità, dobbiamo parlare di strutture e di personale, di investimenti e di reclutamento di giovani medici. Programmazione seria e non improvvisazione per dare ancora più valore ai nostri professionisti ed garantire il diritto alla salute dei cittadini. Tutto il resto, specialmente il referendum, serve solo a distrarre il dibattito dalle reali priorità della nostra comunità e a far parlare quei politici che hanno poco da dire."

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