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Liberi e Uguali: "Sì alla revisione e al rafforzamento dei distretti socio sanitari"

Liberi eUguali, la formazione nata a sinistra dall'unione di Sinistra Italiana, Mdp e Possibile e che si è stretta attorna alla figura leader di Pietro Grasso, prende posizione ad Arezzo sul ritorno al distretto della zona aretina separato da...

Liberi eUguali, la formazione nata a sinistra dall'unione di Sinistra Italiana, Mdp e Possibile e che si è stretta attorna alla figura leader di Pietro Grasso, prende posizione ad Arezzo sul ritorno al distretto della zona aretina separato da quella del Casentino e della Valtiberina.

Nei giorni scorsi abbiamo appreso che ci sarà un cambiamento importante nella sanità aretina: la zona distretto di Arezzo tornerà autonoma uscendo dall’aggregazione con Casentino e Valtiberina.

Bene, finalmente l’assessore regionale comincia ad accorgersi degli errori e delle irrazionalità contenuti nel cosiddetto “riordino” della sanità Toscana, dalla costituzione delle Asl di area vasta all’accorpamento dei distretti sanitari. Contro questo riordino la Sinistra si è battuta, addirittura con una richiesta di referendum e con il voto contrario in consiglio, ma la giunta regionale non ha voluto sentire ragioni. Adesso sembra che si cominci a ragionare. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, a patto però che non si proceda con singoli e sporadici provvedimenti, che rischiano di incidere marginalmente sulla situazione di difficoltà complessiva della sanità toscana.

Occorre che il consiglio regionale abbia l’opportunità di riconsiderare l’intero assetto territoriale sanitario per ridare ai distretti socio sanitari il ruolo di soggetti centrali e fondamentali nel rapporto tra cittadini e servizi per la salute.

Ciò si concretizza in due punti:

Il primo, ricondurre le dimensioni delle zone distretto a entità territoriali corrispondenti ad aggregazioni reali dei cittadini e non a mere espressioni geografiche; nella nostra provincia, oltre al problema di Arezzo (che sembrerebbe risolto) anche l’aggregazione tra Casentino e Valtiberina è evidentemente irrazionale;

Il secondo, definire programmi e investimenti per la crescita dei servizi territoriali, sia in termini di risorse che in termini organizzativi, per rendere tutti i distretti più forti e più autonomi. I cittadini devono trovare nel proprio distretto un’organizzazione capillare, integrata ed efficace per prendersi carico congiuntamente dei loro bisogni di salute. Tra le esperienze che vanno in questa direzione, ci sono le Case della Salute da programmare e diffondere in tutte le zone, compresa quella di Arezzo.

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