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La rete di distribuzione energia aperta ai cittadini, l'intervento di Roggiolani sul blog di Beppe Grillo

“La rete di distribuzione dell'energia deve essere privata o partecipata anche dai cittadini?”. E' questa la domanda dalla quale è partita la riflessione di Fabio Roggiolani, vice presidente e fondatore dell'associazione Giga e di Ecofuturo...

“La rete di distribuzione dell'energia deve essere privata o partecipata anche dai cittadini?”. E' questa la domanda dalla quale è partita la riflessione di Fabio Roggiolani, vice presidente e fondatore dell'associazione Giga e di Ecofuturo Festival.

Una questione affrontata da più personalità ed esperti del settore e che ha spesso spaccato l'opinione pubblica in due.

Su questo tema recentemente si sono interrogati anche i membri del Movimento Cinque Stelle che, come hanno a più riprese reso noto, hanno previsto nel loro programma il passaggio totale dalle fonti fossili alle energie rinnovabili entro il 2050. Attraverso un'accurata intervista l'aretino Roggiolani ha tentato di spiegare il meccanismo della distribuzione e approvvigionamento di energia nel territorio italiano. Di seguito riportiamo il suo intervento pubblicato su www.ecquologia.com e sul blog di Beppe Grillo Le reti di distribuzione differiscono dalle reti di trasmissione. La grande trasmissione energetica avviene con l’alta tensione, a livello nazionale, ed è affidata a Terna. Le reti di distribuzione locali, che sono invece a bassa e media tensione, sono affidate a una miriade di gestori. All’interno di queste reti, la partecipazione diretta dei cittadini consumatori e produttori oggi è completamente impedita: non si consente di realizzare il cosiddetto sistema di distribuzione chiuso, ovvero un cittadino o una impresa che produce energia rinnovabile per se non può rivenderla anche ai vicini in un ambito locale, in una piccola rete intelligente e locale, per completare il suo fabbisogno energetico. Questo si chiama sistema di distribuzione comune: sono essenziali e strategici perché in questo modo si accorciano le reti. L’IMPORTANZA DI ACCORCIARE LE RETI

Le reti di trasmissione e di distribuzione sono lunghissime. Solo quella di trasmissione è lunga oltre 72.000 km. Aggiungendo quelle di distribuzione i km sono molti di più. Più lunga è la rete e più si perde energia. I cittadini pagano 110,4 quello che gli viene dato come 100, cioè tutti i consumatori energetici pagano oltre il 10% in più di quanto gli viene effettivamente trasmesso semplicemente per ripagare le perdite di rete. L’energia trasmessa ha delle perdite, specialmente nelle reti di distribuzione a bassa tensione. Ecco perché è fondamentale la realizzazione di queste piccole celle dell’alveare energetico che rendono tra l’altro un servizio fondamentale al Paese. Quando si produce energia elettrica di norma si produce anche moltissimo calore e quel calore se prodotto in una centrale grande o grandissima, molto lontana dai centri abitati e lontana dai luoghi di consumo, si perde, si butta via, si getta. Questo è l’elemento di svolta che oggi viene impedito, nonostante a livello dell’Unione europea tutto questo sia ampiamente previsto. Questa è l’unica soluzione, reale, effettiva per fare in modo che si arrivi a questa transizione 2050. È chiaro che avremmo bisogno di tutte le tipologie di energia rinnovabile, ma avremo bisogno anche di fare in modo che queste energie siano fatte in una maniera tale e diffusa sul territorio che non si perda nulla, o il meno possibile dell’energia che produciamo, e che contemporaneamente non si perda nulla del calore che produciamo mentre si produce l’energia elettrica. Questa è la svolta su cui siete chiamati a votare.

I CITTADINI PRODUTTORI DI ENERGIA: I PROSUMERS

Il protagonismo dei cittadini nella gestione delle reti avviene grazie al fatto che il cittadino, o una piccola impresa, diventa proprietario e gestore di una piccolissima porzione della rete. I sistemi di distribuzione chiusa sono piccole reti - liberate dalla rete stessa - in cui l’energia rinnovabile viene distribuita fra persone, produttori o consumatori in un ambito territoriale coerente. Con il sistema di distribuzione chiusa che ho in casa io, per esempio, avrei potuto installare nel mio giardino più sonde e nel mio tetto più pannelli. Avrei potuto servire di energia l’intero condominio. Bene, questo oggi mi è proibito. Se io o il mio vicino investiamo in produzione di energia e siamo in condizione di rivenderla agli altri può nasce un mondo di micro-produttori energetici. Si chiamano i prosumers, i produttori-consumatori. IMMAGAZZINARE L’ENERGIA

La strategia degli storage energetici è fondamentale ma non solo se vengono realizzati da Terna o da chi detiene la rete di trasmissione nazionale. È fondamentale che anche il cittadino possa immagazzinare l’energia. Il primo storage in futuro sarà l’auto elettrica che sarà in condizione di catturare l’energia per poterla utilizzare in un secondo momento: le batterie possono restituirci l’energia quando ne abbiamo più bisogno in casa. In questo modo il cittadino diventa protagonista della rete di distribuzione, cioè diventando esso stesso parte della rete e sostanzialmente sostituendo pezzi di questa rete. Io, a casa mia, e nel mio condominio posso risparmiare 50 metri di di distribuzione di rete. Quei 50 metri moltiplicati per 1 milione di produttori di energie da fonti rinnovabile vogliono dire risparmiare 50 milioni di metri. Questo comporta il primo grande risparmio: la rete perde meno energia. Come abbiamo visto sin dall’inizio, ogni cittadino paga il 10% in più dell’energia che effettivamente gli viene trasmessa, perché paga le perdite di rete. Se io riduco la rete con l’energia rinnovabile la utilizzerò al 100% e quello che distribuirò ai miei vicini sarà il 100% e quindi non avrò bisogno di fare pagare loro un plus di perdite di rete. Per quale motivo in questo Paese della liberalizzazione energetica si consenta solo a 140 operatori di partecipare alla vendita diretta di energia? Oltre a operatori nazionali o più o meno locali, noi vorremmo questa rivoluzione dal basso con le reti catalogate previste e indicate.

OGNI PMI POTRÀ PRODURRE E VENDERE ENERGIA

Altra vera questione in ballo è quella di avere nel 2050 non solo l’energia elettrica ma anche il calore e i trasporti. E per fare questo occorre cambiare il sistema. Se entro il 2050 voglio ottenere il 100% di energia rinnovabile, non bisogna disperdere né il calore e quindi né l’energia. E quindi i cittadini si devono riappropriare della rete diventando tutti quanti prosumers, produttori e consumatori. Vogliamo che si sviluppi il protagonismo di tutte le piccole e piccolissime medie imprese che a livello locale possono diventare produttori di energia rinnovabile e venderla a bacini ben identificati che si chiamano sistemi di distribuzione chiusa.

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