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Il cantiere infinito / Saione / Via Fabio Filzi

Caserma Via Filzi, Sacchetti: "Situazione complicata, nuovo costruttore o rischio che resti un relitto"

Con le dichiarazioni di oggi Marco Sacchetti fa il punto e inquadra bene la complicata questione che potrebbe avere una soluzione, ma anche no e questo potrebbe fare molta differenza per la città e per l'amministrazione

Nuova seduta del consiglio comunale ad Arezzo che, salvo casi straordinari, si tiene ogni ultimo giovedì del mese. L'assise si è aperta accogliendo i bambini della scuola primaria di Rigutino che hanno assistito all'avvio dei lavori e poi è stata celebrata l'impresa del Team Rossi 4 x 4 che ha vinto la categoria Experimental dell’Africa Eco Race. 

Poi sono iniziate le interrogazioni da parte dei consiglieri di maggioranza e opposizione. Tra gli argomenti è tornato nel dibattito del consiglio comunale il destino dell'immobile di via Filzi che nel progetto del Comune di Arezzo dovrebbe diventare la nuova caserma della polizia municipale. Due interrogazioni, la prima da parte di Marco Donati di Scelgo Arezzo e la seconda da Alessandro Caneschi del Pd hanno chiamato in causa l'assessore ai cantieri strategici Marco Sacchetti. 

La prima illustrata da Marco Donati si è incentrata sui problemi del cantiere “oramai diventato uno scheletro urbano che necessita di monitoraggio e messa in sicurezza, per evitare che diventi sede di attività criminose o di totale degrado. Chi abita nei dintorni vive, oramai da tempo, nel disagio. Muoviamo dall’immobile di via Fabio Filzi per lanciare un allarme generalizzato che investe la città dove si moltiplicano segnali preoccupanti”. Alessandro Caneschi ha ricordato che “il sindaco durante la festa di San Sebastiano ha dichiarato che la fine dell’opera si vedrà fra 10 mesi. Un ottimismo che vorremmo capire. Ci sono dunque aggiornamenti sulle date di ripresa dei lavori o sui contratti in essere tra amministrazione comunale e società private”?

Come evidenziato nell'ultimo articolo in ordine di tempo "Caserma di via Filzi, piove dentro e cresce l'erba nel pavimento. Spiragli dall'incontro con la banca" i residenti della zona vedono di nuovo persone che spostano le transenne, scavalcano ed entrano, utilizzando di nuovo l'immobile come dormitorio abusivo e come luogo per il consumo e lo spaccio di droga.

A questo aveva dato risposta il sindaco Ghinelli: "Non si può tornare indietro adesso, il percorso si è rallentato per cause esterne e io ritengo che nell'arco di un anno circa avremo la struttura in quella localizzazione".

Con le dichiarazioni di oggi Marco Sacchetti fa il punto e inquadra bene la complicata questione che potrebbe avere una soluzione, ma anche no e questo potrebbe fare molta differenza per la città e per l'amministrazione.

Sacchetti ha confermato la presenza della situazione di degrado e ha ripercorso la natura del contratto: "Si tratta di un leasing in costruendo previsto dal codice degli appalti, si è costituito un raggruppamento temporaneo di impresa, con un soggetto finanziatore, l'istituto Iccrea e i soggetti realizzatori. Per vicissitudini varie siamo giunti alcuni mesi fa alla risoluzione del contratto di esecuzione per inadempienza contrattuale del soggetto costruttore. Questo non comporta gioco forza la risoluzione del contratto di concessione che è ancora in vita. Abbiamo un contratto con Iccrea dal quale abbiamo ricevuto assicurazioni che si sarebbe adoperato per trovare un nuovo esecutore. Entro i primi giorni di febbraio, attendiamo una risposta da parte del potenziale nuovo esecutore che subentrerebbe a quello che è stato allontanato. Da qui valgono le parole del sindaco con la speranza che i lavori possano riprendere e concludersi in un orizzonte temporale previsto per i lavori da concludere. Se questa condizione non si verificasse, se Iccrea non trovasse un nuovo esecutore la situazione si complicherebbe, perché l'immobile è di proprietà della banca e allora l'unica cosa che si potrebbe fare sarebbe un'ordinanza del sindaco perché venga ripristinata una condizione di sicurezza."

Infine uno scenario, l'ultimo, che nessuno si augura: "Alla banca resterebbe il possesso dell'immobile che ha una destinazione d'uso chiara - ha infine aggiunto Sacchetti - noi non siamo disponibili a varianti urbanistiche e nessuno finora l'ha chiesto e allora rimarrebbe un relitto della città."

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