rotate-mobile
Politica

Inchiesta Ato, Insieme Possiamo: "Sarebbe organo di controllo, paradosso che non ci meraviglia"

Insieme Possiamo entra nel merito dell'inchiesta della procura di Firenze sulla gara "cucita su misura" con la quale l'Ato Toscana Sud ha affidato il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti a Sei Toscana dal 1 gennaio 2014. Ecco la nota...

Insieme Possiamo entra nel merito dell'inchiesta della procura di Firenze sulla gara "cucita su misura" con la quale l'Ato Toscana Sud ha affidato il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti a Sei Toscana dal 1 gennaio 2014. Ecco la nota integrale:

La notizia dell'arresto del direttore dell'ATO-Toscana Sud ci induce a porre - di nuovo e in maniera decisa - una riflessione sull'efficacia dell'attuale modello di gestione dei rifiuti in tutta la Toscana meridionale. Così come si è potuto apprendere dai giornali, alla base dello scandalo ci sarebbe una truffa che ha permesso di pilotare la gara di affidamento della gestione dei rifiuti del 2013 in favore di Sei-Toscana; una rete clientelare di favori che aveva come perno Andrea Corti, il direttore dell'ATO che per aver favorito l'attuale ente gestore avrebbe poi ricevuto in cambio una ricompensa di 380.000 euro, elargiti sotto forma di consulenze, prestazioni d’opera e altri beni.

Un fatto piuttosto traumatico che dimostra nitidamente quanto questo tipo di governance sia lontano dal garantire i minimi livelli di supporto e tutela alle amministrazioni comunali, quindi ai cittadini. Significativo, in questo senso, il fatto che alla base di questo sistema corrotto ci sarebbe il direttore di un ente, l'ATO, che in realtà, almeno sulla carta, sarebbe nato proprio come strumento di controllo a servizio dei comuni; un paradosso che tuttavia, nella sua drammaticità, non ci meraviglia.

Non ci meraviglia perché sono anni che andiamo dicendo che questi macro-modelli di gestione delle risorse sono pensati appositamente, a nostro modo di vedere, per svuotare gli enti locali da qualsiasi margine di azione e, allo stesso tempo, per favorire soggetti privati, o di natura mista, che si trovano ad operare su mercati iper-protetti dove per convenzione gli introiti vengono stabiliti preventivamente. In altre parole, in un contesto ormai mondiale di libero mercato, tali società non possono fare altro che riscuotere le cifre pattuite: un grosso controsenso che, peraltro, non si traduce in alcun modo in un efficientazione, ma soltanto in evidenti svantaggi per i cittadini che addirittura potrebbero trovarsi a pagare di più qualora la produzione dei rifiuti dovesse diminuire.

Non ci sorprende, dunque, che un sistema contraddittorio e di fatto incontrollabile come quello appena descritto, possa essere foriero di casi di corruzione e di truffe come quella scoperta dalle Fiamme Gialle ieri mattina: quello che è successo non è altro che un bug, in italiano un baco, che per adesso è stato estirpato da un sistema che però nella sua complessità continua ad essere marcio. Ci auguriamo che a partire dal nostro Comune, e da quanto dichiarato dall'assessore di competenza, possa partire una profonda riflessione tra comuni ed enti sovra-comunali volta a superare l'attuale modello di gestione dei rifiuti e di tutti gli altri esempi di gestione delle delle risorse ad esso comparabili.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta Ato, Insieme Possiamo: "Sarebbe organo di controllo, paradosso che non ci meraviglia"

ArezzoNotizie è in caricamento