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"Il Pd ha promesso soldi che non aveva". E Ghinelli: "A quelle risorse Arezzo ha diritto"

Una guerra politica tra minoranza e opposizione dove, al contrario del panorama nazionale, gli unici assenti sono stati i portavoce del Movimento Cinque Stelle. La giornata di ieri questo è stato per Arezzo. Sulla scia delle forti tensioni che...

Una guerra politica tra minoranza e opposizione dove, al contrario del panorama nazionale, gli unici assenti sono stati i portavoce del Movimento Cinque Stelle.

La giornata di ieri questo è stato per Arezzo.

Sulla scia delle forti tensioni che si sono registrate a livello nazionale sul famoso quanto famigerato emendamento sul bando per le periferie degradate, il Partito Democratico di Arezzo ha preso la palla al balzo e, durante una conferenza stampa prima e con un'interrogazione in consiglio comunale poi, ha chiesto il ritiro delle deleghe dell'assessore Tiziana Nisini. L'amministratrice e senatrice della Repubblica, secondo la tesi sostenuta dal Pd, ha contribuito con il suo voto all'approvazione dell'emendamento che di fatto, posticipa l'arrivo di 17 milioni di euro per lavori pubblici in terra di Arezzo.

"Condizione del tutto accidentale" ha ribadito il sindaco Ghinelli davanti all'assise cittadina, "la fiducia nei confronti di Tiziana Nisini resta invariata. E' una brava amministratrice e si è sempre comportata in maniera corretta".

Particolarmente chiaro anche l'intervento in aula della diretta interessata che ha preso parola sottolineando come il suo voto al Milleproroghe sia stata diretta e inevitabile conseguenza di un pasticcio che porterebbe la firma dei governi Renzi e Gentiloni.

"Hanno promesso soldi che non potevano spendere - ha detto l'assessore - È stata un’operazione spot del Pd prima delle elezioni. Che questa strada fosse l’unica percorribile è confermata dal fatto che tutte le forze politiche presenti in Senato hanno votato all’unanimità, compreso il Pd perché era consapevole che questi fondi non erano disponibili. Si dovrà attendere sino al 2020 necessariamente”.

Insoddisfatti della risposta i consiglieri Bracciali (Pd) e Angelo Rossi (Gruppo Misto).

Il primo ha ribadito l'incompatibilità della posizione dell'amministrazione con l'atteggiamento e le tesi sostenute dall'assessore. Il secondo invece ha ampliato la riflessione puntando il dito contro le conseguenze drammatiche, a suo dire, per il territorio aretino che si troverebbe senza un piano delle opere pubbliche per i prossimi cinque anni. Di fatto all'orizzonte resta un'ultima data alla quale potranno attaccarsi le ultime speranze.

L'11 settembre.

In questa giornata la palla passerà alla Camera che dovrà confermare o no il giudizio dato in Senato sull'emendamento. Contestualmente a questo appuntamento, ce ne è un altro in calendario. E' quello fissato nell'agenda del sindaco Ghinelli e che lo vedrà impegnato a Roma in un confronto con il ministero proprio per perorare la causa di Arezzo e cercare di ottenere garanzie sull'arrivo in tempi certi dei fondi ottenuti col bando periferie degradate. "Sono pronto ad andare sino in fondo - ha spiegato il primo cittadino - Contando sulla erogazione delle risorse, l’amministrazione ha subito cominciato a fare progetti, impegnare personale e anticipare fondi di bilancio per arrivare alle scadenze della convenzione preparati e in grado di ottemperare a ogni sua previsione. L'amministrazione ha infatti lavorato virtuosamente da subito, prima che i finanziamenti pervenissero, abbiamo preso sul serio le scadenze".

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