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Pd, questa sera la direzione. Donati: "Il governo? Naturale incarico a Di Maio, temi convergenti con Salvini"

Nuova calda settimana politica in casa Pd. Dopo l'assemblea degli iscritti di venerdì scorso, questa sera si riunisce la Direzione provinciale. Sul tavolo ci sono numerose analisi da fare. I dati del Partito Democratico ad Arezzo, che lo...

Nuova calda settimana politica in casa Pd. Dopo l'assemblea degli iscritti di venerdì scorso, questa sera si riunisce la Direzione provinciale.

Sul tavolo ci sono numerose analisi da fare. I dati del Partito Democratico ad Arezzo, che lo mantengono come primo partito, ma in una coalizione dove gli altri hanno apportato lo zero virgola. La mancata elezione di parlamentari aretini del centro sinistra, prima volta nella storia. E questo come risultato della composizione delle liste e dei collegi uninominali, dove i posti blindati sono andati a Francesco Bonifazi e non a Marco Donati ad esempio.

A questo punto il Partito Democratico deve guardare fuori, agli elettori, al dialogo con i cittadini, ma deve guardarsi anche all'interno.

Al centro di questa riflessione volente o nolente c'è il segretario provinciale Albano Ricci, eletto pochi mesi fa e già al centro del vortice politico. "E' stato il segretario di Marco Donati in questa campagna elettorale e non di tutto il partito" hanno tuonato Francesco Ruscelli dell'area Dems e l'ex segretario Massimiliano Dindalini. C'è anche chi però non vuole che sia preso come capro espiatorio. Poche ore fa l'appello di un membro della direzione provinciale Pd come Giuseppe Giorgi:

"Convocare nei territori l’assemblea provinciale aperta per il centrosinistra è la proposta politica che faccio alla segreteria provinciale. Albano Ricci non può essere il capro espiatorio di una sconfitta che ha molteplici responsabilità. Le difficilissime condizioni organizzative in cui lavora da qualche mese sono evidenti. Albano Ricci è però stato eletto dall’unità plurale di tutto il Pd aretino e per questo lo invito pubblicamente a dare seguito a una segreteria unitaria vera."

Su un punto l'assemblea degli iscritti ha dato un mandato chiaro alla direzione, dire no al governo con il Movimento Cinque Stelle. Ne parla lo stesso Marco Donati che vede invece compatibili le proposte di Lega e pentastellati:

"Guardando i programmi elettorali i partiti che hanno proposte molto simili sono Lega e M5S. Questi due partiti su pensioni, scuola, immigrazione, euro ed europa hanno idee molto vicine. Veniamo ora al tema legato all'avvio del Governo. La nostra Carta Costituzionale non prevede che il dibattito si faccia nei giornali ma che il Presidente della Repubblica avvii la fase delle consultazioni. Tutti le rappresentanze parlamentari incontreranno il presidente Mattarella che, sulla base degli incontri, cercherà di individuare il premier "incaricato" ovvero colui che sulla base delle consultazioni fatte in precedenza ha la possibilità di presentare un programma in grado di raccogliere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. È il premier incaricato che ha la "responsabilità" (termine molto usato in questi giorni) di trovare un programma condiviso con altre forze politiche per fare un governo e far partire la legislatura.

Ricordiamo cosa è accaduto nel 2013 e nel 2014? Lo streaming di Bersani o il confronto in diretta tra Renzi e Grillo? In quelle due occasioni ci fu una chiusura totale da parte del M5S, non ci fu possibilità di parlare di programmi sui quali convergere.

Veniamo ad oggi. Trovo normale che l'incarico di provare a fare un governo spetti a Luigi Di Maio che, a sua volta, dovrà promuovere incontri con le forze politiche. Se tutti si comportassero come fece Grillo con Renzi nel video qui sotto il Paese non avrebbe un Governo perché si rinuncerebbe subito al confronto.

Ora però torno alla prima riflessione. Trovo normale che durante le consultazioni, e rispettando i programmi elettorali, Di Maio trovi in Salvini l'interlocutore naturale perché su temi davvero molto importanti i due leader politici hanno idee davvero simili.

Da quello che si legge sembra che, ancora prima di incontrarsi e rispettare la prassi costituzionale, Lega e M5S dicano di non voler fare un governo assieme.

Perché dicono così? Forse perché verrebbero meno le promesse elettorali sulle pensioni o sull'euro? Forse perché avrebbero numeri molto alti in Parlamento e dopo non ci sarebbero scuse? Forse perché vogliono provare l'uno e l'altro a lucrare ancora sull'ingovernabilità?

Coraggio #LuigiDiMaio, coraggio #MatteoSalvini, la tattica e le promesse fanno parte della campagna elettorale, ora è il momento della "responsabilità"

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