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Fusioni in Casentino, Tellini: "Sono il Don Chisciotte del no". Vagnoli: "Non c'è alternativa al sì, solo vantaggi"

Cosa uscirà dalle urne dei cinque comuni del Casentino chiamati al referendum per le fusioni non si può sapere. Nel corso dei mesi si sono attivati i comitati del Sì e del No che hanno portato avanti le loro motivazioni. I comuni a vario titolo...

Cosa uscirà dalle urne dei cinque comuni del Casentino chiamati al referendum per le fusioni non si può sapere. Nel corso dei mesi si sono attivati i comitati del Sì e del No che hanno portato avanti le loro motivazioni.

I comuni a vario titolo coinvolti sono Bibbiena, Chiusi della Verna, Castel Focognano, Ortignano Raggiolo e Chitignano. Ma quali sono le fusioni proposte in Casentino? La prima è quella tra Chiusi della Verna, Ortignano Raggiolo e Bibbiena. La seconda è quella tra Chiusi della Verna, Chitignano e Castel Focognano. Ci sarà anche un’altra strada percorribile, quella di restare singoli comuni, nella condizione attuale.

Quindi nella scheda referendaria di Chiusi della Verna ci saranno tre opzioni, mentre negli altri 4 comuni soltanto due.

Ma quali sono le motivazioni che hanno portato avanti i comitati del Sì e del No?

"I motivi sono tanti - spiega Gianpaolo Tellini sindaco di Chiusi della Verna, unico tra i primi cittadini coinvolti a schierarsi per il no - il nostro è il comune più grande per territorio, abbiamo un bilancio apposto che ci garantisce autonomia nel mantenimento dei servizi, abbiamo 3 scuole, due uffici postali e una banca, siamo un centro turistico noto in tutto il mondo, con un milione di visitatori l'anno che raggiungono il Santuario di San Francesco, siamo la seconda zona di produzione artigianale del Casentino. Noi difendiamo tutto questo perché non sappiamo cosa succederà domani ad un paese come il nostro che sarebbe abbandonato a se stesso. Cosa ne sarà ad esempio del Corsalone? E' una frazione molto importante per la presenza del centro sportivo, della scuola e dell'asilo. Non vogliamo mettere in discussione tutto questo per essere letteralmente annessi in un comune di 15mila abitanti. "

Tellini è in questi mesi schierato in prima fila nei dibattiti per sostenere le cause per il No "siamo contro i carrozzoni, semmai a favore della gestione associata dei servizi con gli altri comuni, mentre non possiamo perdere il luogo dove si prendono le decisioni, basti guardare cosa succede con i rifiuti quello è un progetto da ripensare e di cui pentirsi."

Però con la fusione arriverebbero cospicui finanziamenti al territorio: "Se ci sono i soldi non avrebbero dovuto mettere in sofferenza l'ospedale di Bibbiena, se vogliono dare risorse al territorio lo facciano subito destinandoli alla sanità della vallata." Lei è l'unico sindaco così schierato: "Sì sono il Don Chisciotte del no."

Per raccontare i motivi del Sì abbiamo scelto l'assessore al bilancio del comune di Bibbiena Filippo Vagnoli:

"Sì perché vogliamo davvero ragionare come vallata, perché la pubblica amministrazione è rimasta indietro rispetto ad altri settori, il mondo va a grande velocità, la P.A va in retromarcia, non ci sono più risorse economiche e umane, è la legge che te lo impone, quindi c'è perdita di competenze. I comuni fusi hanno la possibilità di applicare il turn over vero, assumendo una persona per ogni pensionamento, così possono entrare nuove competenze digitali e tecnologiche che adesso mancano. Sarà un comune efficiente non solo per le spese, ma anche per l'erogazione dei servizi dando così risposte veloci e di qualità grazie ad una macchina comunale più efficiente e più competente."

Poi c'è tutta la questione dei contributi economici che arriverebbero se vincesse il sì:

"Gli incentivi sono importanti tra lo Stato e la Regione arriverebbero 23 milioni di euro in 10 anni, una cifra pazzesca per i comuni così piccoli, sarebbero messi in campo per opere pubbliche, ma anche per contributi ai cittadini per riattivare la microeconomia locale per l'apertura di nuove attività."

"La fusione sarebbe importante anche per la promozione turistica del Casentino dove ci sono luoghi di cultura, religiosi e naturalistici che non riescono ad essere offerti bene perché non c'è una programmazione unica. Potremmo promuovere insieme la spiritualità de La Verna , l'architettura di Bibbiena e la natura di Raggiolo."

Perchè sì in definitiva: "Perché non c'è alternativa, non ci sono svantaggi, ci sono solo opportunità, c'è solo il rischio che adesso si voti no e poi ce lo impongano tra tre o quattro anni dall'alto, ma senza incentivi. Diventare un comune di 15mila abitanti di 220km quadrati con 1700 aziende è solo positivo."

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