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Fusioni dei comuni, Lega Nord contro la proposta Pd

Questa mattina è stata approvata a maggioranza in Commissione affari istituzionali regionale, la proposta di Legge statutaria che va ad aumentare il numero di firme necessarie per presentare una proposta di Legge di iniziativa popolare di fusione...

Questa mattina è stata approvata a maggioranza in Commissione affari istituzionali regionale, la proposta di Legge statutaria che va ad aumentare il numero di firme necessarie per presentare una proposta di Legge di iniziativa popolare di fusione di due o più comuni. Mentre precedentemente erano sufficienti il 10% degli aventi diritto al voto in ciascun comune coinvolto nel processo di fusione e complessivamente il 15% degli aventi diritto di voto, adesso i limiti si sono alzati notevolmente, arrivando anche al 25% per i comuni più piccoli e diminuendo all’aumentare di abitanti del comune. Per un comune di 5 mila abitanti, ad esempio, il numero di firme necessarie passa dalle 500 precedentemente stabilite alle 1.250 attuali. Adesso la palla passa al Consiglio regionale che dovrà approvare definitivamente il cambio allo Statuto. Contraria la Lega Nord, che con il consigliere regionale Marco Casucci dichiara:

«È l’ennesimo tentativo del PD di comprimere i processi democratici ed è una chiara manifestazione della volontà del Partito Democratico di impedire che vengano proposte fusioni di Comuni dal basso che esulano da quanto già stabilito a tavolino nella sede regionale del partito. Registriamo inoltre come i dati dell’affluenza ai referendum consultivi sulle fusioni evidenzino una scarsa partecipazione dei cittadini, con una media che si attesta al 40% ,ma che non ha mai raggiunto il 52% ed ha fatto invece registrare picchi bassissimi al 28%. Crediamo che questi numeri debbano far riflettere su come siano giudicate dai cittadini le fusioni, vendute dalla maggioranza come la panacea di tutti i mali, ma che in realtà nascondono un peggioramento dei servizi. Noi ribadiamo la nostra ferma contrarietà a tutte quelle Leggi che disincentivano la partecipazione popolare e che vorrebbero delle fusioni calate dall’alto e sosteniamo invece tutte quelle iniziative nelle quali si incentiva la partecipazione.»

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