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Fraternita e accoglienza migranti, respinta la proposta di Bardelli. Rossi: "Esempio virtuoso per la città"

Atto di indirizzo di Paolo Lepri con la richiesta a sindaco e giunta di attivarsi, insieme agli altri Comuni delle tre province di Arezzo, Siena e Grosseto, affinché si arrivi a un'assemblea di Ato rifiuti Toscana sud che proceda a una modifica...

Atto di indirizzo di Paolo Lepri con la richiesta a sindaco e giunta di attivarsi, insieme agli altri Comuni delle tre province di Arezzo, Siena e Grosseto, affinché si arrivi a un'assemblea di Ato rifiuti Toscana sud che proceda a una modifica statutaria per ripartire in maniera più equa le quote di partecipazione di ogni singolo Comune. “I criteri adottati da Ato con lo statuto attuale riconoscono una quota consistente di voti ai Comuni sede di impianto e maggior peso a quelli che producono più rifiuti anziché meno. Ricordo che se ciascun Comune partecipa alle decisioni e contribuisce al funzionamento dell'assemblea secondo il valore delle proprie quote, i 5 Comuni sede di impianti, con la ripartizione attuale, detengono il 52% delle quote, quindi la maggioranza assoluta all'interno dell'assemblea dei sindaci”. Non approvato.

È tornato al centro del dibattito consiliare l'atto di indirizzo di Paolo Lepri già discusso lo scorso 27 marzo e rinviato dal proponente. Il punto qualificante dell'atto è la richiesta al sindaco di attivarsi affinché l'Ato rifiuti Toscana sud convochi un'assemblea che deliberi l'annullamento della procedura di gara espletata per l'affidamento del servizio a Sei Toscana. Paolo Lepri nella precedente seduta aveva ricordato i fatti di cronaca che hanno coinvolto il direttore di Ato Toscana sud, l'amministratore delegato di Sei Toscana e l'amministratore delegato di Siena Ambiente. Ma andando più indietro nel tempo e a seguito di un'attenta verifica del bando di gara che si era concluso con l'aggiudicazione del servizio a Sei Toscana e la sottoscrizione del relativo contratto di affidamento, Lepri aveva sottolineato altre criticità: “la prima è che il bando di gara stesso conteneva previsioni tali da ingenerare un forte disincentivo alla partecipazione di operatori del settore. Non a caso l'unica offerta pervenuta fu proprio quella del raggruppamento risultato vincitore. Il contratto sottoscritto tra Ato Toscana sud e Sei Toscana è poi impostato in modo tale da alterare lo schema di contratto predisposto per questo genere di servizi dalla Regione Toscana, un fatto che comporta un considerevole incremento dei costi, dunque delle fatture che i cittadini devono pagare, per il servizio. Sempre in merito al contratto sono evidenti gli squilibri a favore di Sei Toscana e a sfavore dell'Ato fino alla previsione di pesanti indennizzi da corrispondere alla prima, perfino nel caso in cui la risoluzione del contratto avvenga per inadempimento del gestore”.

Nel dibattito erano emerse perplessità da parte di Federico Scapecchi e Angelo Rossi che pur condividendo le premesse avevano paventato, con un voto positivo a questo atto e un'indagine giudiziaria in corso, fughe in avanti. La domanda posta era stata: se la gara venisse annullata, come verrebbe gestito il ciclo dei rifiuti? E quali carenze si verificherebbero?

Il proponente aveva replicato che non si profilerebbe alcuna apocalisse: “perché aspettare la magistratura per conoscere il destino dell'affidamento? Il silenzio dei Comuni non fa un bel servizio alle stesse indagini”. Roberto Bardelli aveva nella scorsa seduta espresso giudizio positivo e lo ha confermato mentre da parte degli altri consiglieri sono riemersi i rilievi del marzo, rafforzati per Forza Italia da Iacopo Apa.

L'assessore Marco Sacchetti: “come amministratore non posso non valutare gli effetti di atti mirati alla risoluzione del contratto di servizio con la necessità di garantire la gestione contingente del servizio stesso. L'atto proposto è pieno di tecnicismi che dovrebbero essere valutati dall'autorità giudiziaria. Quello che dobbiamo fare è riappropriarsi del controllo, della gestione e della programmazione del servizio. Il modello di gestione dei rifiuti che prevede le aree vaste va rivisto perché non hanno portato efficienza ed efficacia. Questa giunta e questa maggioranza sono pronte a verificare se ci saranno le condizioni per valutare la risoluzione del contratto, ma ci vogliono dati concreti”. Non approvato.

Massimo Ricci ha chiesto al sindaco, in qualità di presidente di Ato rifiuti Toscana sud, di contattare le altre amministrazioni per trovare il numero legale, un terzo dei membri, e proporre così un ordine del giorno alla prima assemblea per modificare lo statuto dell'autorità stessa. “In particolare, è necessario che vengano modificati l'articolo 6 comma 6 e l'allegato A perché la base di calcolo per la ripartizione delle quote assembleari deve seguire la seguente gerarchia, peraltro indicata dalla normativa europea: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo, smaltimento”.

Matteo Bracciali ha sostenuto che in questo momento non voterà atti su Ato perché non è chiaro se verranno fuori o meno delle responsabilità. “E qual è la posizione della giunta dinanzi a queste eventualità”?

Non approvato.

Paolo Lepri ha presentato un atto di indirizzo in cui ha chiesto al sindaco di impegnarsi affinché l'Ato Toscana sud provveda a effettuare ogni necessario accertamento tecnico-giuridico sul cosiddetto “rischio interfaccia”, una voce che va a incidere sul corrispettivo del servizio. “Se fosse rilevata l'illegittimità della suddetta voce, Sei Toscana dovrebbe restituire all'Ato la relativa cifra ottenuta dalla data della sottoscrizione dell'accordo integrativo del 24 dicembre 2013. Proprio in tale atto veniva previsto il 'rischio interfaccia', un fondo di oltre 3 milioni di euro a garanzia del pagamento di soggetti terzi gestori di impianti. Nel frattempo, venivano svolte verifiche sulla legittimità dell'accantonamento previsto a garanzia di Sei Toscana in caso di morosità dei Comuni nei suoi confronti. E nell'assemblea di Ato del 16 maggio 2014 quest'ultimo sparì dal costo del servizio. Tuttavia, dai verbali dell'assemblea, pare di capire che i sindaci espressero forti dubbi anche sul 'rischio interfaccia' e sulla sua conferma come voce di costo”.

Non approvato.

Sempre Paolo Lepri ha chiesto a sindaco e giunta di attivarsi affinché gli insegnanti degli asili nido e delle suole dell'infanzia effettuino quotidianamente l'appello e informino i genitori con una telefonata dei bambini assenti senza giustificato motivo. “Lo scorso 7 giugno in provincia di Arezzo si è verificata la tragedia della madre che ha dimenticato la figlia in auto. In alcune scuole medie superiori, gli insegnanti verificano presenti e assenti e per questi ultimi, conseguentemente, chiamano i genitori. Un'azione del genere potrebbe essere adottata anche nelle scuole dei più piccoli per evitare tragedie come quella avvenuta”.

Iacopo Apa ha chiesto chiarimenti in merito alla gestione concreta di questo registro: “propongo il coinvolgimento della commissione consiliare in tal senso”. Giudizio positivo di Alessandro Casi.

L'assessore Lucia Tanti ha sottolineato che “va capito come costruire il percorso perché da un punto di vista pratico non si creino difficoltà per i maestri e le maestre. Sono d'accordo nel coinvolgere la commissione consiliare per individuare procedure corrette ed evitare ogni suddetta difficoltà”. Disponibilità al confronto a nome della commissione da parte del presidente Federico Scapecchi. Approvato all'unanimità.

Massimo Ricci ha chiesto a sindaco e giunta di impegnarsi, anche in accordo con le istituzioni regionali, per istituire un corpo di polizia turistica, dotandolo di strumenti di intervento, che persegua tutte quelle attività e situazioni illecite e le forme di illegalità diffusa anche attraverso l'uso del web. “Il visitatore ha diritto a ricevere servizi di qualità, forniti da operatori qualificati e abilitati. Al momento nell'ambito della polizia municipale non risulta esserci alcuna sezione dedicata a questa funzione. Il turista che riceve un servizio di qualità resta soddisfatto e diffonde un'immagine positiva della città”.

Federico Scapecchi ha rilevato che l'assessorato al turismo è già attivo in questo senso. “Bisogna poi riconoscere che andare a istituire un dipartimento specifico potrebbe portare a difficoltà nel corpo della PM per una questione di numero di agenti effettivi in servizio e a ingessare il lavoro”.

Giudizio negativo di Angelo Rossi: “abbiamo un numero eccessivo di leggi, molte inapplicate e non possiamo rispondere a questo con una norma ulteriore. Se il personale della polizia municipale è sottodimensionato, non si possono sottrarre risorse umane a chi già lavora a organico ridotto”. Donata Pasquini: “se è vero che l'atto ha natura politica, pone anche un aspetto tecnico di riorganizzazione del personale. Alcune risorse della PM sono già state destinate a compiti di polizia giudiziaria per cui dovremmo sapere realmente le proporzioni del fenomeno prima di agire in questa direzione”. Giovanni Romanini: “l'assessore Comanducci all'inizio del mandato aveva effettuato una ricerca sugli affittacamere per cui un'azione di controllo sulle problematiche turistiche è avviata. E sottolineo anch'io l'emergenza in cui si trova la polizia municipale. Potremmo emendare l'atto di indirizzo prevedendo il potenziamento di queste azioni senza per forza destinarvi specifico personale”. L'assessore Marcello Comanducci: “il tema è attuale. L'avvento dell'extra-alberghiero ha determinato novità rilevanti sul terreno dei controlli. Servirebbe un numero di persone enorme per monitorare tutto e le ultime statistiche hanno evidenziato un abusivismo diffuso. Quando introdurremo la tassa di soggiorno saremo in grado di potenziare anche i controlli. La polizia municipale sta comunque già lavorando per fare emergere il 'sommerso', ho chiesto di potenziare questa azione, tuttavia se l'atto di indirizzo va nella giusta direzione non colgo la portata di una sua approvazione, specie in vista delle nuove assunzioni di personale che abbiamo in serbo. Anche una piccola task-force richiede almeno 3 persone da destinarvi”. Giovanni Bonacci: “il problema è che l'atto è difficilmente emendabile. Ne consiglierei un ritiro e una riformulazione sulla scorta di quanto proposto da Romanini”. Massimo Ricci lo ha ritirato per estenderne una nuova versione.

Ancora Massimo Ricci ha proposto l'inasprimento delle sanzioni amministrative pecuniarie, da disporre con una specifica ordinanza, per chi abbandona i rifiuti. “Un fenomeno sempre più selvaggio. Proponiamo inoltre che all'interno del regolamento di polizia urbana siano previste alternative alla sanzione pecuniaria stessa in modo tale che il trasgressore possa scegliere di ottemperare tramite una prestazione personale di pubblica utilità”. Angelo Rossi: “Anche in questo caso il problema si risolve con l'inasprimento dei controlli e non delle pene. La legge c'è, va applicata con rigore e portare da 100 a 200 euro mantiene tutto come prima”. L'assessore Marco Sacchetti ha ricordato che “le sanzioni ci sono già e incrementare la pena amministrativa non costituisce un deterrente”. “Se il punto è l'applicazione delle norme – ha replicato Massimo Ricci – datevi a fare in questa direzione. Noi appuriamo che ogni volta che si va in giro per iniziative ambientali la situazione è una mancanza di decoro diffusa. Chiedete il ritiro anche di questo atto? Lo faccio, poi però voglio vedere da domani cosa succede”. Egiziano Andreani: “l'atto è sbagliato perché se si deve criticare la situazione attuale e chiedere maggiore pulizia della città bisogna partire da premesse e dispositivo diversi, senza inasprimento delle pene e senza addebitare i problemi all'amministrazione comunale. Facciamo come consiglieri una bella campagna di educazione civica”. Massimo Ricci ha ritirato l'atto.

Massimo Ricci ha chiesto a sindaco e giunta di istituire la figura dell'ispettore ambientale volontario a supporto di quelli esistenti tra i dipendenti della PM. “Tale figura potrebbe coadiuvare nell'attività di controllo del territorio per contrastare il fenomeno dell'abbandono selvaggio dei rifiuti. Tale monitoraggio non può essere efficace senza il diretto coinvolgimento dei cittadini e l'impegno da parte di tutti. La parola d'ordine dovrebbe essere: continuità, non interventi spot”.

L'assessore Marco Sacchetti: “da gennaio ad aprile sono stati effettuati 1.841 controlli sull'abbandono. Dunque: non stiamo a guardare, nonostante la macchina comunale non abbia la struttura sufficiente per monitorare tutto questo fenomeno. Mi sembra che questo atto di indirizzo sia superato, la figura dell'ispettore ambientale c'è già, è alla firma del sindaco la nomina di una decina di ispettori, alcuni provenienti anche da Sei Toscana e da personale delle nostre partecipate. Cerchiamo di fare fronte al fenomeno, certo a mio avviso il soggetto deputato a questo tipo di attività sarebbe la polizia municipale ma il sottodimensionamento del corpo non consente di attuare questa opzione. Inoltre, ho chiesto la disponibilità ad associazioni che dispongono di ispettori ambientali già formati, per il momento non li abbiamo utilizzati ma se alcuni volontari vengono da me con questa abilitazione siamo disponibili”. Non approvato.

Infine Massimo Ricci ha chiesto al sindaco di installare e gestire tramite personale qualificato idonei apparati di videosorveglianza per monitorare le zone del territorio più soggette all'abbandono dei rifiuti che si prestano alla nascita di discariche abusive. “Questi atti di indirizzo sono stati preceduti da interrogazioni che già avevano posto il problema all'attenzione del Consiglio Comunale”. Giovanni Bonacci: “l'assessore Sacchetti ha ricordato che sono in arrivo 24 foto-trappole mentre la video-sorveglianza è già stata appaltata per cui l'atto è superato”. Federico Scapecchi: “ricollegandomi alle parole di Bonacci, rilevo che ciò che chiede l'atto di indirizzo già c'è”. Massimo Ricci: “dove sarebbero collocate le videocamere”? L'assessore Marco Sacchetti: “confermo che nelle aree sensibili, specie marginali e periferiche, installeremo le foto-trappole”. Angelo Rossi: “mi fa piacere che il Movimento 5 Stelle presenti atti che sottolineano la bontà del lavoro di questa amministrazione”. Non approvato.

Sicurezza e decoro urbani temi centrali dell'atto di indirizzo di Simone Chierici: “le recenti norme di legge nazionali hanno introdotto il cosiddetto 'daspo urbano' ovvero il divieto di frequentare la città per motivi di ordine pubblico in particolare in prossimità di scuole, parchi e aree sensibili che vanno identificate nel regolamento di polizia urbana. La legge fa poi esplicito riferimento allo spaccio di sostanze stupefacenti e alla possibilità di allontanamento immediato delle persone condannate con sentenza definitiva o confermata in appello. Per crescere come città turistica e comunque come città ove non ci siano bivacchi in pianta stabile o altri episodi deprecabili anche di violenza, chiedo di rafforzare le sinergie fra istituzioni per individuare le politiche più adeguate in vista dell'obiettivo sicurezza, di adottare nei casi consentiti anche la misura del 'daspo urbano' e di sollecitare con determinazione il questore ad applicare la sopracitata misura e l'allontanamento per motivi di droga”. Approvato.

Atto di indirizzo del consigliere comunale Roberto Bardelli sull'adozione di misure relative all'accoglienza ai migranti: “non possiamo non partire dalla cronaca quotidiana ed è a causa dei fatti a essa connessi che spesso sono costrette a intervenire l'amministrazione comunale e le autorità di pubblica sicurezza. Per questo chiediamo alla Giunta di assumere tutti i provvedimenti atti ad accertare e sanzionare la non osservanza degli obblighi previsti in materia di assistenza sanitaria e di igiene ambientale e, in generale, di quello che i capitolati di gara prevedono, dai pasti al sostegno socio-psicologico, dall'assistenza linguistica alla conoscenza del territorio. Se accoglienza deve essere, questa non può trasformarsi in una scommessa ai danni di Arezzo con il solo guadagno per il soggetto aggiudicatario del bando”. Approvato.

Secondo atto di indirizzo di Roberto Bardelli: “il tema della tassa di soggiorno, che forse vedrà finalmente la luce nel 2018, non merita di essere affrontato solo in relazione al turismo e ai suoi flussi ordinari. Ritengo infatti che questo tributo debba essere esteso a tutte le forme di permanenza temporanea e di ospitalità che esistono nel territorio, proprio al fine di farne derivare, su scala generale, un ritorno positivo per la comunità. C’è una situazione da far presente a tale proposito: dai provvedimenti di assegnazione relativi a bandi del passato, è emerso come diverse strutture già precedentemente adibite ad attività di ospitalità, come case vacanza o alberghi, o destinate ad abitazione e locazione, come gli immobili privati, siano diventati luoghi di accoglienza dei migranti. Se nei primi casi, alberghi e case vacanza, una destinazione riconducibile all’ospitalità era connaturata alla natura dell’impresa, non sfugge come la destinazione per i secondi casi, private abitazioni, sia stata, de facto, mutata in vere e proprie attività imprenditoriali, seppur nel quadro di una convenzione pubblica. E uso non a caso il termine ‘imprenditoriali’ perché, anche questo è noto, dall’ospitalità a pagamento dei migranti ne deriva una produzione di reddito. Pertanto, per evidenti ragioni di equità, questi immobili non possono essere sottratti, innanzitutto, alle aliquote Imu e Tari al pari degli altri destinati ad attività imprenditoriali di ospitalità e, dal momento della sua introduzione, alla tassa di soggiorno, da applicare rigorosamente per ogni ospite”. Iacopo Apa ha chiesto un ulteriore approfondimento sull'atto dunque un suo temporaneo ritiro. Proposta accolta da Bardelli.

Infine, il terzo atto di indirizzo di Roberto Bardelli: “chiedo alla giunta di porre in essere tutte le iniziative volte a impedire la partecipazione ai bandi che riguardano la gestione e l'accoglienza dei migranti in primis del Comune di Arezzo ma anche degli enti o di altri soggetti partecipati o controllati dal Comune stesso”.

Forte contrarietà è stata espressa da Massimo Ricci, “riconosco che gli enti pubblici dovrebbero essere messi in grado di accogliere solo chi ha già ottenuto lo status di rifugiato ma il dispositivo dell'atto così è provocatorio”, e Angelo Rossi, “preferisco che sia un ente pubblico, come la Fraternita, che un'oscura cooperativa a gestire questi processi. La Fraternita, veramente benemerita, con i conti in ordine, se coinvolta potrebbe fungere proprio da esempio per tutti gli operatori”.

Federico Scapecchi: “come centrodestra è da tempo che chiediamo di mettere un freno a questi arrivi. Questi ultimi devono terminare e non seguire un trend incrementale. Alla fine solo il 10% di chi arriva ottiene lo status del rifugiato e dopo due anni e mezzo. Nel frattempo sono mantenute dalla collettività, sia chi ottiene lo status sia chi non lo ottiene. Vista la nostra contrarietà, mi dichiaro favorevole all'atto di Bardelli”.

Giovanni Bonacci: “mi associo alle parole di Angelo Rossi. Pur convinto che l'afflusso incontrollato deve terminare non posso che manifestare apprezzamento per l'operato della Fraternita e di altre cooperative. Se una realtà controllata, i cui bilanci arrivano in Consiglio Comunale, si caratterizza per comportamenti virtuosi non posso cassarla”.

Per Roberto Bardelli il problema è che se “la gestione dei migranti è un business non voglio che una partecipata del comune vi partecipi. Sono contrario non alle persone ma a un certo tipo di gestione dei migranti. Il mio atto è una piccola goccia nel mare ma sono convinto della sua bontà”.

Paolo Lepri: “le finalità dell'atto sono chiare: interrompere un business. Il punto è che se una partecipata del comune non deve più parteciparvi, allora sarà tutto in mano alle cooperative che si arricchirebbero ancora di più”.

Alessandro Casi: “condivido l'atto di Bardelli, coerente con la linea politica della Lega. Come ente locale possiamo intervenire poco, se margini di intervento ci sono è proprio sul terreno delle partecipate. Su tale terreno possiamo esporci. Se siamo i primi ad accogliere come possiamo fermare il fenomeno”?

Angiolino Piomboni ha ricordato che “siamo obbligati a ospitare questi soggetti. L'integrazione avviene non perché li accettiamo ma perché c'è un dovere dei migranti a integrarsi e accettare le nostre regole”.

L'atto non è stato approvato.

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