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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Fine vita, appello bipartisan di Romizi, Caporali e Rossi agli enti locali

“La lunga e faticosa battaglia combattuta nel corso della storia per affermare l’autodeterminazione individuale, battaglia che in campo politico possiamo far cominciare con l’habeas corpus britannico e in campo filosofico-culturale risalire...

“La lunga e faticosa battaglia combattuta nel corso della storia per affermare l’autodeterminazione individuale, battaglia che in campo politico possiamo far cominciare con l’habeas corpus britannico e in campo filosofico-culturale risalire addirittura alla tragedia greca, è giunta a una frontiera molto delicata: il fine vita."

E' su questo tema che si abbattono molti steccati che dividono la politica, perché i temi etici sono di per sé personali e quindi trasversali all'arco parlamentare ed anche a quello del consiglio comunale. Sul fine vita scrivono una nota congiunta i consiglieri comunali Francesco Romizi, di Arezzo in Comune, Donato Caporali del Partito Democratico e Angelo Rossi, radicale in quota ad OraGhinelli.

La politica nazionale sta seguendo l’emozione suscitata dai fatti di cronaca, poi a questa emozione seguono silenzi imbarazzanti. Basti pensare alla vicenda Eluana Englaro o allo spettacolo offerto dal Parlamento non appena è stata calendarizzata la legge sul cosiddetto testamento biologico: aula vuota dopo che tutti avevano espresso, a parole, solidarietà e indignazione per l’ex musicista milanese Fabiano Antoniani che ha deciso di morire in Svizzera ricorrendo a eutanasia legale.

Non si può non rilevare come anche nella chiesa cattolica le posizione “ratzingeriane”, i famosi principi non negoziabili, stiano retrocedendo a favore di atteggiamenti più aperti: il rito celebrato in una chiesa per l’ultimo saluto a Fabiano Antonini fa infatti da contraltare alla chiesa rifiutata anni fa a Piergiorgio Welby.

Quello di Rossi, Caporali e Romizi è un appello agli enti locali:

Pare dunque sia giunto finalmente il momento di un confronto sereno e qualunque sia il nostro convincimento, crediamo che la risposta a questa complessità etico-politica non possa essere il non decidere, che di fatto lascia soli i cittadini e gli operatori del settore sanitario che quotidianamente si occupano dei malati terminali. Una legge sul “fine vita” è necessaria: il vuoto legislativo e giurisprudenziale, ribadiamo, garantisce soltanto indeterminatezza a danno di pazienti, familiari e medici.

Abbiamo presentato un atto di indirizzo per chiedere al Consiglio Comunale di invitare il Parlamento a calendarizzare al più presto la proposta di legge nel testo uscito dalla Commissione affari sociali.

Chiediamo altresì a sindaco e giunta di dare maggiore visibilità e informazione alla possibilità, concessa a ogni cittadino, di depositare presso il Comune di Arezzo la propria dichiarazione di volontà, visto che esiste, ed è bene ricordarlo, il registro dei testamenti biologici. Dobbiamo, infine, rilevare positivamente come su questo atto siano nel frattempo convenute firme dei consiglieri comunali di molti gruppi, a dimostrazione che la sensibilità su un tema del genere non può che essere trasversale”.

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