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FdI e Lega Nord: "Arezzo Fiere vende i gioielli di famiglia"

Nota dei Coordinatori provinciali di Fratelli d'Italia e Lega Nord, Federico Dini e Manuel Vescovi. Prima Banca Etruria, adesso Arezzo Fiere e Congressi: per la seconda volta e in poco tempo, Arezzo paga sulla sua pelle il fallimento di gestioni...

Nota dei Coordinatori provinciali di Fratelli d'Italia e Lega Nord, Federico Dini e Manuel Vescovi.

Prima Banca Etruria, adesso Arezzo Fiere e Congressi: per la seconda volta e in poco tempo, Arezzo paga sulla sua pelle il fallimento di gestioni poco avvedute di beni che in qualche modo appartengono a tutti.

Le notizie sull’ipotesi di cessione di Oro Arezzo e Gold Italy allasocietà Italian Ehibition Group non possono che lasciarci interdetti e preoccupati.

Preoccupati perché questa operazione, che a prima vista può sembrare facile e perfino vantaggiosa, in realtà nasconde grandi rischi per il nostro territorio. Primo fra tutti, quello di vedersi portare via i due eventi di punta della stagione fieristica, con conseguenze negative sull’intero sistema economico, a partire dall’indotto turistico. Nessuno, infatti, dà garanzie certe che le due manifestazioni resteranno vincolate per sempre alla nostra città.Inoltre la cessione delle fiere orafe aretine ad una società che vede coprotagonista Vicenza, rappresenta anche simbolicamente il riconoscimento della prevalenza di un polo orafo sull'altro. E non può non mettere in allarme il nostro sistema produttivo.

Siamo interdetti perché senza Oro Arezzo e Gold Italy, Arezzo Fiere si svuota di qualsiasi ragione di esistere, dal momento che questi sono gli unici due eventi di rilievo che, ad oggi, ancora funzionano, tra tutti quelli organizzati in questi anni. E' una perdita realizzata a spese delle imprese aretine, visto che la Camera di Commercio e quindi l’interno sistema economico, ha investito cospicue risorse nel potenziamento del nostro polo fieristico e della sua attività gestionale.

Con questa cessione, Arezzo Fiere e Congressi rivela in maniera tangibile e drammatica tutta la sua fragilità, oltre al completo fallimento della sua attuale gestione: siamo arrivati alla vendita dei "gioielli di famiglia".

Un fallimento di cui, purtroppo, rischia di pagarne le spese anche la città. Non a caso il Sindaco Ghinelli e l'assessore Merelli si sono impegnati, fin dall'inizio del mandato, per imporre una correzione di rotta alla gestione della società. L'esito finale della storia di Arezzo Fiere era infatti prevedibile ed è purtroppo arrivato. Ironia della sorte, nello statuto sociale, Arezzo Fiere aveva posto fra i primi obiettivi “lo sviluppo dell’economia provinciale aretina e la valorizzazione degli aspetti artistici culturali ambientali e sociali del territorio utili alla sua promozione”. Evidentemente non è riuscita a fare nulla di tutto questo e ora la cessione delle uniche due cose buone realizzate rappresenta un'umiliante resa”.

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