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Ex Etruria. L'ira dell'ex ministro Boschi: "Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà"

"Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Spero che accada anche altrove". Sono queste le parole utilizzate dal sottosegretario nonché ex ministro Maria Elena Boschi per commentare nuovamente la vicenda di Banca Etruria. In seguito...

"Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Spero che accada anche altrove".

Sono queste le parole utilizzate dal sottosegretario nonché ex ministro Maria Elena Boschi per commentare nuovamente la vicenda di Banca Etruria.

In seguito all'audizione del procuratore Roberto Rossi davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, si è riacceso un vivace quanto feroce dibattito politico. Da una parte c'è il Pd che punta il dito contro gli organi di vigilanza, dall'altra M5S e Lega tornano a chiedere le dimissioni del sottosegretario Boschi forti del fatto che il padre Pier Luigi è finito tra i nomi degli indagati nel fascicolo aperto sul un nuovo filone d'inchiesta: falso in prospetto.

E sempre in merito alla vicenda Etruria, già nella giornata di ieri, la ex ministra ha espresso la propria opinione in maniera chiara e dettagliata attraverso i social.

Torno di nuovo sulla vicenda Banca Etruria. Mi scuserete ma credo sia necessario.

Ripeto ciò che ho sempre detto: il fatto che mio padre sia stato per qualche mese vicepresidente della Banca non ha impedito al nostro governo di commissariarlo, come avremmo fatto con chiunque altro si fosse trovato in analoga situazione.

La legge è uguale per tutti.

Altro che conflitto di interessi: noi abbiamo mandato a casa quel CdA. La verità è semplice: se mio padre ha commesso reati ne risponderà come privato cittadino. Con tutti i doveri e tutte le garanzie previste dalla legge. Al momento non è neanche rinviato a giudizio. Ma comunque è una sua vicenda personale, certo non del PD.

La legge è uguale per tutti.

Dal punto di vista politico il nostro comportamento è stato ineccepibile. Nessuno può negare questi due fatti: noi abbiamo commissariato e noi abbiamo lottato contro il sistema sbagliato delle vecchie banche popolari.

Si utilizza la vicenda Banca Etruria per mettere in secondo piano le vere vicende, complicate, del sistema bancario italiano. Onestà intellettuale vorrebbe che si riconoscesse che questo atteggiamento è sbagliato e segue l'obiettivo della polemica politica, non della tutela dei risparmiatori.

Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Spero che accada anche altrove.

Ma se vogliamo difendere i cittadini che hanno perso i risparmi da Ferrara a Vicenza, nelle Marche come in Toscana, dobbiamo verificare le vere responsabilità. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni.

Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più.

Esiste poi un lato più personale: ho firmato oggi il mandato per l'azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti. Mi spiace dover adire le vie legali contro alcuni giornalisti, non lo avevo mai fatto prima. Nemmeno in presenza di affermazioni evidentemente diffamatorie. Ma credo che sia ormai necessario farlo perché sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero.

L'annunciata querela nei confronti di Ferruccio De Bortoli dunque, non sarà presentata in sede penale.

Va ricordato che subito dopo l'uscita in libreria di "Poteri forti", opera dell'ex direttore del Corriere della Sera, il sottosegretario Boschi manifestò apertamente la propria volontà di denunciarlo poiché aveva riportato in alcuni capitoli dei passaggi non corrispondenti alla verità.

Una denuncia che però non è mai arrivata se non a distanza di sette mesi dai fatti e con i termini scaduti per la presentazione di querela per diffamazione. E' seguita la risposta di De Bortoli.

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