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Elezioni comunali 2019 Pieve Santo Stefano

"Ero stanco di lamentarmi e allora ho detto: facciamo una lista e candidiamoci". La chiamata alle "armi" di Guido

Galletti è un ingegnere di 56 anni di Pieve Santo Stefano. Due settimane fa ha affisso per le strade della cittadina dei manifesti con i quali ha invitato altri cittadini a farsi avanti.

"Ci provo, ci metto la faccia e farò mie le necessità di un territorio intero".

E così Guido Galletti, ingegnere di 56 anni, ha deciso di tentare la corsa elettorale per il comune di Pieve Santo Stefano.
Fino a qui niente di particolare visto che, proprio in queste settimane, si stanno definendo liste e candidati in ogni comune chiamato al voto nei prossimi mesi.  Ciò che ha distinto l'azione di Galletti è stata la modalità scelta per uscire allo scoperto.

Da due settimane circa ha fatto stampare e affiggere dei manifesti dove, con sottile ironia, ha puntato il dito contro quello che (a suo dire) non va a Pieve.

"Bè non ho fatto niente di speciale - spiega - ho semplicemente elencato quello che è sotto gli occhi di tutti".

Una scelta originale ed insolita che, di fatto, è stata la prima presentazione di sé stesso e della propria volontà di creare una lista civica utile alla crescita del dibattito politico locale.

In calce all'elenco affisso regolarmente negli appositi spazi presenti nel comune di Pieve, ha lasciato il proprio numero di telefono ed un riferimento email concludendo "non vorrete farmi credere che in tutta Pieve e dintorni non ci siano 9/10 persone disposte a a impegnarsi a fare una lista civica con me".

Dunque Galletti potrebbe essere la terza voce in competizione per la poltrona di sindaco.

"Sarebbe la prima volta - sottolinea - che si presentano tre candidati alle urne. Ho scelto di mettermi in gioco perché mi sentivo stanco di "lamentarmi" delle cose che non vanno e poi non fare niente. Dunque ho detto: ci provo. Vediamo adesso chi è disposto a farlo con me".

Attualmente la lista capitanata da Galletti è in fase di ultimazione.

Di seguito il testo integrale del cartellone che ha fatto la propria comparsa a Pieve Santo Stefano nelle settimane passate.

Non vorrete farmi credere che...

Questo è un appello, ironico ma serio, rivolto a tutte le persone di buona volontà, se ce ne sono rimaste qui a Pieve...

• Non vorrete farmi credere che le auto lasciate selvaggiamente in piazza e lungo via Roma servano a non consentire a Google di scattare foto per il suo noto software.

• Non vorrete farmi credere che la rosa dei venti di piazza è ridotta così per disorientare la gente.

• Non vorrete farmi credere che l'asfalto di via Canonico Coupers all'altezza dell'incrocio con via Belmonte sia lasciato da anni in quelle condizioni per evitare colpi di sonno affrontando la curva.

• Non vorrete farmi credere che hanno chiuso con un cordolo di cemento uno degli accessi al centro per soddisfare la domanda di nuovi parcheggi privati.

• Non vorrete farmi credere che quel cartellone messo in una curva, sopra ad un cordolo deformato serva a coprire il milite ignoto dagli spifferi della tramontana.

• Non vorrete farmi credere che l'ex edificio scolastico all'ingresso nord del paese sia stato demolito e lasciato in quelle condizioni per via di un fungo pluricellulare.

• Non vorrete farmi credere che la struttura cemento-metallica realizzata di fronte alla Madonna dei Lumi sia il nuovo mercato del pesce, completo di vasca costruita direttamente sull'alveo del Tevere.

• Non vorrete farmi credere che lasciare buona parte del paese poco illuminata sia un espediente per incoraggiare gli amori giovanili.

• Non vorrete farmi credere che avere due palestre senza posti per gli spettatori sia un modo per far stare i ragazzi qualche ora senza i loro genitori tra i piedi.

• Non vorrete farmi credere che i 5 paletti di diametro sproporzionato messi attorno al pozzo di piazza siano li per attirare turisti da tutto il mondo. • Non vorrete farmi credere che siamo il paese più brutto della Valtiberina a causa del patto di stabilità.

• Non vorrete farmi credere che è stato deciso di spostare la sede storica della Banda perché la samaritana della terracotta al piano di sopra si è lamentata del chiasso che facciamo.

• Non vorrete farmi credere che ponte vecchio (adesso paradossalmente divenuto ponte nuovo) è rimasto con quattro tubi al neon per scacciare le zanzare d'estate.

• Non vorrete farmi credere che la nostra casina dell'acqua sia l'unica in Valtiberina ad andare in modalità mono e non stereo solo perché il prodotto che eroga è un po' “duro” ad uscire.

• Non vorrete farmi credere che l'area e la struttura al bivio della Verna (50 metri sulla destra) sia lasciata in quelle condizioni come monito per ricordare che qui c'è stata la linea gotica.

• Non vorrete farmi credere che sotto la residenza protetta, in quell'enorme ambiente a piano terra, inutilizzato e ridotto (vi invito ad andare a vedere) a discarica non si possa aprire un centro diurno anziani perché dobbiamo portarli a Caprese che così si divagano nel viaggio.

• Non vorrete farmi credere che quella stanza ex magazzino definita obitorio pubblico sia così piccola perché si vuole incentivare la cremazione dei defunti.

• Non vorrete farmi credere che quello che state leggendo è solo frutto della mia fantasia. Non vorrete farmi credere che in tutta Pieve e dintorni non ci siano 9/10 persone disposte a a impegnarsi a fare una lista civica con me.

Chi vuole contattarmi lo può fare chiamando o lasciando un messaggio a questo numero: 331 2343083 oppure scrivendo a: azionecomune@pievenet.com ...E comunque non c'è niente da ridere. Grazie per l'attenzione.

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