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Martedì, 30 Aprile 2024
Elezioni 2022

Botta e risposta Cherici-Tanti, Pierazzi per il salario minimo. I temi della campagna elettorale di oggi

Ogni giorno Arezzo Notizie pubblicherà i principali temi della campagna elettorale dei candidati, dei partiti e delle coalizioni che si presentano alle politiche nei collegi aretini. Per ogni comunicazione scrivere a redazione@arezzonotizie.it

Ieri la conferenza stampa di Fratelli d'Italia con i candidati toscani che interessano i collegi con Arezzo, poi quella della coalizione di centro destra con i politici aretini inseriti nelle diverse posizioni sulle due schede elettorali, la presentazione del Terzo Polo, sempre ad Arezzo e una campagna elettorale che si mostra molto intensa anche localmente nonostante tempi brevi da qui al 25 settembre, unico giorno in cui si voterà per le politiche.

Lavoro, sanità, giovani, politiche ambientali, sviluppo economico. Tanti i temi della campagna elettorale che si incrociano anche ad Arezzo. Sono infatti ben 20 i candidati aretini impegnati per il rinnovo del parlamento e per stabilire la nuova maggioranza di governo. Arezzo Notizie ogni giorno pubblica gli argomenti trattati da liste, coalizioni e candidati che saranno presenti nelle schede elettorali che si troveranno in mano gli elettori aretini.

Noi Moderati presenta la candidatura di Lucia Tanti

"È Lucia Tanti, vicesindaco di Arezzo al suo secondo mandato, la capolista di Noi Moderati- i centristi di centrodestra nel collegio plurinominale di Arezzo, Siena, Grosseto e Livorno. Dopo 10 anni di consiglio provinciale, nel 2015 diventa assessore alle politiche sociali, scolastiche, sanitarie e della famiglia nel Comune di Arezzo.  Nel 2020 viene confermata e diviene anche vicesindaco del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli al suo secondo mandato. In sette anni di amministrazione ha dato una impronta forte su temi importanti segnando anche strade nuove di governo locale come la costituzione della Fondazione Arezzo Comunità, il progetto "Scuola aperte h24", la personalizzazione delle tariffe educative nei servizi municipali, il progetto "Libera-educazione", i "voucher dignità", le dimore invernali per i senza fissa dimora e altre scelte innovative nel settore delle politiche di coesione sociale. È balzata anche all'attenzione delle cronache nazionali per le pesanti minacce ricevute dai no vax che l'hanno vista per un periodo anche sottoposta ad un regime di sicurezza rafforzata. "Noi Moderati" punta quindi sulla esperienza di un amministratore locale abituata a risolvere ogni giorno i problemi concreti delle persone. "Oltre all'agenda Draghi, porto con me l'agenda della Signora Maria - ha dichiarato Tanti -cioè quella del cittadino comune, che ha precise priorità: lavoro, formazione, lotta al carovita, protezione sociale, sanità e sicurezza. E il diritto di essere ascoltato, sempre. Sono prima di tutto, e forse quasi esclusivamente, un candidato-vicesindaco, con lo stile di chi governa una città: poche chiacchiere, molte decisioni da prendere spesso anche difficili, tanta concretezza e l'abitudine a dialogare con tutti senza barriere ideologiche".

Insieme a Lucia Tanti, compongono la lista: Marco Falorni (Presidente del Consiglio comunale di Siena), Manuela Seriacopi e Gaetano Gliatta.

Lucia Cherici Azione Italia Viva: "Di moderato Lucia Tanti ha solo il nome della lista"

Oggi si registra la dura reazione di Lucia Cherici candidata per il Terzo Polo che commenta le dichiarazioni rilasciate da Lucia Tanti candidata di Noi Moderati: "Nel corso della presentazione dei canditati delle liste del centro destra, Lucia Tanti, vice sindaca di Arezzo e capolista al plurinominale della Camera per Noi Moderati ha affermato che “La scelta sarà tra centro destra e centro sinistra, in mezzo (Terzo Polo, Azione - Italia Viva) non c’è un errore ma un orrore”. Le parole della vicesindaca sono espressione dell'assoluta connotazione reazionaria della sua politica e del suo noto modo di esprimersi nei confronti delle persone che non la pensano come lei. L’attacco di Lucia Tanti al Terzo Polo, che rappresento ad Arezzo, con le parole scelte è il segno di mancanza di rispetto dell’avversario politico, incompetenza civica e soprattutto esprime la evidente paura della nostra proposta di governo nella prossima competizione elettorale che implicherà una migrazione inevitabile di voti a nostro favore per le persone di buon senso e lungimiranza politica. A questo punto viene da chiedersi che forse più che orrore,  Lucia Tanti voleva dire terrore. Il terrore che la signora Maria, alias Lucia Tanti, non possa essere in grado di fornire delle risposte adeguate e delle ricette utili per il territorio aretino che fino ad oggi sono state portate avanti in città senza coltivare il confronto pubblico ma solo a suon di maggioranza e che possa perdere voti in misura importante a nostro favore. E, aggiungo, che se Lucia Tanti pensa di andare in Parlamento a governare così come ha fatto sino ad oggi, esprimo una vera e seria preoccupazione per le istituzioni repubblicane atteso che di moderato questa donna ha solamente il nome della lista. Il mal riuscito tentativo della Tanti di screditare il Terzo Polo ha cercato di realizzare , direi invano, un duplice obiettivo. Da un lato quello di sminuire la qualità della novità che rappresenta il Terzo Polo nel panorama politico italiano, invece rafforzandola. Infatti, se la sua lista avesse avuto serio coraggio non sarebbe certo schierata dentro la coalizione di centro destra che, in base ai pronostici, dovrebbe garantirle (forse) un paracadute su Roma a fronte di una situazione politica personale locale sempre più incerta, preferendo un caldo seggio in Parlamento piuttosto che l’attuale poltrona da vicesindaca. Altro aspetto, sicuramente più interessante, è che la Tanti sa benissimo che molti degli elettori moderati storicamente schierati nel centro destra, non vedono più di buon occhio questa coalizione sempre più spostata a destra nella quale i sedicenti moderati saranno minoranza e soggetti alle tendenze nazional-populiste di Fratelli d’Italia e Lega. Per questi motivi, la Tanti sta cercando, peraltro in maniera poco efficace, di tenersi stretti gli ultimi affezionati elettori che ormai si stanno tutti orientando verso il Terzo Polo che, comunque andranno le cose, garantirà a tutti la serietà delle scelte e soprattutto l’indipendenza da tutte quelle forze politiche, posizionate sia a destra sia a sinistra che hanno irresponsabilmente fatto cadere il governo Draghi e che adesso si candidano a governare questo Paese nel periodo più difficile della nostra storia repubblicana. Si aggiunge che dall’esame delle parole di Nisini, Tanti e Mennini, pare proprio che il Terzo Polo stia facendo bene il suo lavoro, atteso che alcuni concetti espressi nel corso della conferenza stampa sono proprio quelli caratterizzanti la proposta politica e di governo di Carlo Calenda sin dall’inizio. Certo  è che, oltre che alle parole, occorrerebbe essere in grado di potere mettere a terra i concetti complessi e pragmatici come quelli che Azione e Italia Viva esprimono nel loro dettagliato programma e sulla esistenza di questa capacità esprimo sinceri dubbi atteso che, con tutto il rispetto per la signora Maria, una proposta di governo deve essere prima di tutto portata avanti da chi ha la competenza per farlo e non certo dalla cd signora Maria che ha un vago sentore grillino nelle sue corde. Resta il fatto che se la destra aretina ha bisogno di ulteriori ripetizioni noi siamo a disposizione per rinfrescargli le idee per puro spirito costruttivo. Quanto alla vantata unità della coalizione, Mennini tenta di camuffarla sventolandola ma riuscendoci solo a chiacchere. E’ evidente che da un lato, all’interno di quel che rimane di Forza Italia, c’è chi guarda al Terzo polo come l’unica strada veramente seria e moderata da percorrere e dall’altro l’ingombrante presenza di Fratelli d’Italia è un altro reale terrore della componente minoritaria che spera di farsi largo in questo ultimo tuffo ma già vedendo all’orizzonte un bel tramonto politico. Comunque la Tanti stia pure tranquilla quelli che oggi (nei suoi sogni) chiama “orrori" potrebbero diventare realtà e allora, dopo le elezioni ci racconterà qualcos’altro, saremo curiosi di scoprirlo.  Per il momento, siamo certi che gli elettori sapranno valutare tutto, in particolare il fatto che Azione e Italia Viva con Calenda non sono una delle alternative possibili, ma l’unica scelta seria e responsabile in grado di portare avanti l’agenda e il metodo introdotti da Mario Draghi che se messi in pratica permetteranno all’Italia di restare saldamente nel gruppo di Nazioni che guidano l’Europa e sono al fianco degli Stati Uniti per la tutela della sicurezza nel mondo e il rispetto dei diritti umani, nel solco della tradizione occidentale."

Tanti risponde a Cherici: non deve essere facile per chi non ha nessuna esperienza

"Alla candidata del terzo polo - che mi dicono parli di me dandomi patenti di moderatismo - faccio un grande e affettuoso in bocca al lupo per il coraggio che ha, perché iniziare a far politica candidandosi alla Camera dei Deputati è come iniziare ad andare a scuola dall'università. 
Quindi, da buona moderata, ho la necessaria comprensione per immaginare che debba prendere un pò le misure per questa nuova esperienza. Essendo tuttavia una campagna elettorale "corta" suggerisco di iniziare già da domani a parlare dei temi veri e non della fuffa o degli altri candidati perché la sfida non è contro di me, ma è cosa fare per l'Italia. Ecco una cosa certa da non fare è candidarsi a ruoli di responsabilità senza nessuna esperienza. E abbia rispetto per la "Signora Maria", l'Italia è stata resa grande dalle  persone comuni non dai figli di papà" 

Bonifazi a FI: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”

“Forza Italia ad Arezzo dice che il Terzo Polo fa orrore. Orrore lo fa chi ha fatto cadere Mario Draghi” così in una nota il senatore Francesco Bonifazi, di Italia Viva, candidato per il Terzo Polo come capolista nel listino proporzionale Arezzo, Siena, Grosseto e Livorno. “Ad Arezzo avranno letto le istruzioni del Kit del perfetto candidato preparato ad Arcore, che suggerisce di attaccare Renzi e Calenda. Capisco i timori di perdere consensi in nostro favore, ma sono loro ad aver fatto cadere il Governo lasciando a noi la rappresentanza del mondo moderato, riformista e liberale. Chi è causa del suo mal pianga se stesso” conclude Bonifazi.

Scuola, Fratoianni candidato Alleanza Verdi e Sinistra

“Dedicato a coloro che dicono che fra destra e sinistra non c’è differenza. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra noi vogliamo dare a tutti tre anni in più di istruzione gratuita, Salvini vuole imporre un anno di servizio militare ai nostri figli. Capito?” Lo scrive su Twitter il segretario nazionale di SinistraItaliana Nicola Fratoianni candidato anche in Toscana che aggiunge “Per risparmiare energia qualcuno davvero sta pensando alla didattica a distanza per gli studenti del nostro Paese e alla riduzione del riscaldamento a scuola? Ma nel frattempo, Enel, Eni e le altre compagnie energetiche grandi e piccole accumulano 50 miliardi di extraprofitti e nessuno gliene chiede conto.” Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Quindi la morale è semplice - prosegue l’esponente dell’Alleanza Verdi Sinistra -  i ragazzi a casa o al freddo, mentre i grandi colossi festeggiano. La solita fotografia dell’ingiustizia italiana. Non ci siamo proprio” conclude Fratoianni.

Tommaso Pierazzi: “Salario minimo a 9 euro all’ora e riduzione dell’orario di lavoro”

“Paghe orarie che spesso non raggiungono i 3 o i 4 euro l’ora. La piaga sociale che ad oggi colpisce più di 4 milioni e mezzo di italiani è il salario minimo al di sotto della soglia di dignità” lo scrive senza mezzi termini Tommaso Pierazzi candidato del Movimento5Stelle alla Camera, che punta il dito contro i “contratti pirata che danneggiano non solo i lavoratori ma anche le aziende “serie” dove si applicano i contratti nazionali”. Prendendo atto della previsione del Censis secondo la quale in Italia nel 2050 ci saranno 5,7 milioni di lavoratori poveri, Pierazzi illustra la posizione del M5S: “Dobbiamo agganciarci ai contratti collettivi più rappresentativi delle associazioni datoriali di categoria per eliminare le paghe “da fame”: il punto di riferimento deve essere un salario minimo non più basso di 9 euro l’ora”. A questo si aggiunge la proposta sull’orario di lavoro: “L’Italia è il paese dove lavoriamo di più e produciamo meno. La media annua di ore lavorate procapite in Italia è di 1723 ore l’anno, in Germania 1356, in Francia intorno a 1500. Per questo nel nostro programma oltre al salario minimo, proponiamo la sperimentazione di una riduzione dell’orario di lavoro soprattutto nei settori a più alta intensità tecnologica. Le imprese che aderiranno al programma beneficeranno di esoneri, crediti di imposta e incentivi per l’acquisto di nuove dotazioni tecnologiche e nuovi macchinari”.

Rigassificatore di Piombino, Ricciardi (M5S): “Una scelta sbagliata”

“Il Movimento 5 Stelle è favorevole all’utilizzo di rigassificatori galleggianti temporanei per sopperire alla crisi del gas. È necessario però avere una strategia energetica di breve, medio e lungo periodo basata su fabbisogni, costi e obiettivi”: si apre così il lungo post con cui Riccardo Ricciardi, vicepresidente del Movimento5Stelle in corsa alle prossime elezioni politiche in Toscana definisce il rigassificatore di Piombino “una scelta sbagliata”. ”Il problema per il Movimento – spiega - è il criterio e, conseguentemente, la localizzazione dei siti dove posizionare i rigassificatori. Si parla oggi del rigassificatore di Piombino come se fosse già esistente, come se fosse una scelta obbligata. Non è così. Piombino è una città che da decenni attende un piano di bonifica; è una città che vive una crisi profonda del settore industriale. Oggi è uno dei maggiori porti nazionale per traffico di passeggeri ed è il territorio dove si produce il 60 percento dell’itticoltura italiana. La scelta di Piombino – precisa Ricciardi - è stata totalmente discrezionale e arbitraria. Le compensazioni previste sono misure che il territorio aspetta già da anni. Non c’è nulla di nuovo”.

Il vicepresidente del Movmento5 Stelle pone poi alcuni interrogativi: “Chiediamo il motivo per cui non si parli di Piombino a livello nazionale per un rilancio vero del comparto industriale; perché non si sia fatto uno studio approfondito prima di gettare nel panico un’intera comunità e di deprimere un’economia turistica che si stava riprendendo negli ultimi anni. Solo per questo annuncio – attacca Ricciardi - si assiste a una svalutazione dei prezzi degli immobili e a un naturale congelamento di qualsiasi idea di investimento turistico sul territorio”. Secondo l’esponente dei 5 stelle, “in un Paese serio, prima si stabilisce un piano energetico, si pongono degli obiettivi, si individuano gli strumenti per arrivare a quegli obiettivi e, infine, si analizzano delle proposte di localizzazione dopo seri e approfonditi studi di carattere economico, sociale e ambientale. Su questo tema, come su mille altri, si è fatto il contrario con il risultato che si sta, dolosamente, mettendo nel mirino un’intera comunità come futura corresponsabile della crisi energetica”. Ricciardi spiega infatti che il territorio di Piombino “da anni è in forte credito nei confronti dello Stato e oggi paga un ulteriore prezzo a causa delle scelte assurde del governo nazionale e dell’atteggiamento del governo regionale che parlano del rigassificatore come di «un’occasione». Per i territori, qualsiasi essi siano, l’installazione di un impianto del genere è un sacrificio non certo un’occasione. Un sacrificio che lo Stato, dopo attente e scrupolose valutazioni sulla localizzazione (cosa che su Piombino, ribadiamo, non è stata fatta) deve necessariamente chiedere a un territorio. Ma lo si fa con delle compensazioni reali e con un processo di partecipazione vero e condiviso”. Il vicepresidente dei 5 stelle conclude sintetizzando la linea del Movimento: “I rigassificatori galleggianti temporanei, in questo momento, sono necessari ma la scelta di Piombino è profondamente sbagliata. Il Movimento 5 Stelle è l’unica forza che, da Piombino a Roma, ha una posizione unita e compatta”.

Rigassificatore Piombino, Marco Simiani candidato Pp Camera collegio 2

"Prezzo del gas ai massimi storici, caro bollette, aumento dell’inflazione, diminuzione forniture di gas dalla Russia, ricerca di nuovi partner per le importazioni di gas (liquido), produzione di energia rinnovabile, rigassificatori e territori sono tutti aspetti della stessa medaglia quella legata alla crisi energetica che sta mettendo in forte difficoltà le famiglie ed il sistema produttivo locale e nazionale. 

Tutti aspetti che descrivono la complessità del problema e l’urgenza di interventi, in quanto l’emergenza energetica diventa facilmente emergenza economica, e questa diventa, sempre, emergenza sociale. Nel caso specifico, l’emergenza energetica va ben oltre la dimensione nazionale, e incrocia dinamiche di ordine continentale. Siamo dunque dinanzi a un problema che, per la sua complessità, non può essere affrontato con soluzioni semplici, né semplicistiche. E’ necessario agire, contemporaneamente su più fronti, partendo dall’ascoltare i territori e le loro comunità che sono coinvolti in progetti che cercano di dare risposte a questa crisi energetica, come quello del rigassificatore di Piombino. 

In questo caso dobbiamo evitare il populismo sfrenato, quello del semplice NO che non offre nessuna alternativa oppure quello surreale dove il sindaco di Piombino ne entra a far parte con la sua dichiarazione "Fratelli d'Italia favorevole ai rigassificatori ma non qui a Piombino", mentre i vertici del partito confermano il SI al rigassificatore a Piombino. Se non ci fossero imprese e famiglie che ricevono bollette del gas, che materialmente non potranno pagare, ci sarebbe da ridere di fronte a queste affermazioni.

L’utilizzo del rigassificatore di Piombino come soluzione temporanea, per affrontare la crisi energetica, è la tesi sostenuta dal segretario nazionale del PD Enrico Letta, che in un articolo riportato dal Corriere della Sera, sostiene che il PD ha scritto nero su bianco che i rigassificatori sono una soluzione transitoria, non la soluzione definitiva. Questa scelta deve passare dal raccordo con le comunità locali e con le compensazioni per il disagio arrecato al territorio.

La politica, quella bella, seria e responsabile che si pone l’obiettivo di “unire” e non di contrapporre parti della società o comunità intere, deve fugare in prima istanza, le giuste preoccupazioni dei cittadini e di tutti quei soggetti interessati dal progetto garantendo loro trasparenza e chiarezza. Il rigassificatore a Piombino, è stato vissuto, giustamente per come si è sviluppata la vicenda, come una scelta “calata dall’alta”. Dobbiamo essere bravi e capaci, cambiando la narrazione della storia, a far diventare questo progetto una soluzione condivisa dall’intero territorio, partendo da 4 aspetti irrinunciabili: sicurezza, salvaguardia ambientale, continuità di utilizzo produttivo degli spazi eventualmente occupati dal rigassificatore (banchina Nord) e temporaneità della presenza del rigassificatore nel porto di Piombino (3 anni).

Per rispondere alle questioni sopra riportate ci saranno le valutazioni degli enti chiamati a dare il loro parere sul progetto. Per rassicurare maggiormente la comunità, si potrebbero considerare altri strumenti che la normativa ci mette a disposizione. Uno di questi è la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) in versione accelerata, che potrebbe fornire risposte e contestualmente tranquillizzare, ancora di più, la comunità piombinese. Per gli altri requisiti crediamo sia necessario un confronto aperto con il territorio, organizzando un seminario con i soggetti coinvolti che spieghi all’intera comunità il progetto. Dobbiamo eliminare le preoccupazioni ambientali e di sicurezza ma dall’altra parte dobbiamo far capire la valenza nazionale del progetto che si pone di attenuare gli effetti di questa crisi energetica che sta mettendo sulle spalle dei cittadini e delle aziende costi energetici impossibili da sostenere. Il rigassificatore di Piombino vale 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più a disposizione dell'Italia. La sua attivazione è un passo fondamentale per evitare futuri razionamenti di gas e fare fronte alla carenza.

L’eccezionalità della situazione attuale legata alla crisi energetica, esacerbata dalla guerra in Ucraina, ci consegna una fotografia preoccupante. Secondo Confcommercio, a causa del caro bolletta, da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese di lavoro del settore terziario e 370 mila posti di lavoro, con un'inflazione prossima all'8% dovuta per quasi l'80% proprio all'impennata dei prezzi delle materie prime energetiche. Questi dati, seppur parziali, ci consegnano una realtà che ha bisogno di azioni urgenti in materia di energia. 

Per questo è indispensabile agire con risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas rafforzando l’azione del governo in carica in modo tale che per la partita sul tetto al prezzo del gas russo possa portare a casa un risultato positivo che determinerà la decisione del “price-cap”. Non permettiamo a questa crisi di farci perdere la strada della transizione; affianchiamo scelte strategiche al lavoro da perseguire nel sistema Paese, incentrato come sostiene il PD, sulla costituzione di un tetto nazionale al costo delle bollette, all’introduzione di un contratto ’luce sociale’ che dimezzi le bollette per le fasce più deboli, alla pianificazione immediata di un piano nazionale sul risparmio energetico, al raddoppio del credito d’imposta per le aziende, all’utilizzo della tassazione straordinaria degli extra profitti di produttori e distributori energetici e incentivi alle imprese che investono in efficienza energetica e ulteriore semplificazione delle procedure per la produzione di energia da fonti rinnovabili. 

Per Piombino, dopo avere verificato le condizioni di sicurezza e salvaguardia ambientale, è necessario, di fronte ad uno scenario così complesso ed una crisi che “morde” il territorio ormai da anni, essere capaci di vedere e progettare a lungo termine. Per questo diventa fondamentale mettere sul tavolo il “Decreto Piombino”, come sostenuto dal segretario regionale Bonafè, che lo identifica come un motore e volano di sviluppo dell'area di crisi.

Il decreto deve contribuire a risolvere quei cronici ritardi nella realizzazioni di opere fondamentali per lo sviluppo ed il rilancio di questo territorio come le bonifiche, il completamento dell’infrastruttura portuale e il sistema viario. Inoltre parallelamente c’è l’urgenza di rilanciare un’economia alternativa che passi dalla valorizzazione delle sue bellezze naturali fino ad arrivare allo sviluppo di nuove attività, sviluppando quella filiera della manifattura tipica del territorio. Tutte proposte che sono state inserite nel memorandum (da estendere anche al territorio di Follonica e del suo golfo) presentato dal Presidente della Regione Eugenio Giani al Presidente del Consiglio Mario Draghi."

 

Contestualmente dobbiamo dare una risposta a questa crisi energetica che non può essere solo quella del rigassificatore. La crisi energetica può essere un’occasione per la transizione verde, che rimanga sul territorio e crei opportunità di sviluppo e crescita. Dobbiamo essere capaci di sfruttare le migliaia di metri quadrati lasciati liberi dall’industria per progettare un futuro fatto di fonti rinnovabili e creare una hydrogen valley che faciliti da un lato la produzione dell’idrogeno verde e dall’altro la sua fruizione.

In tutto questo dobbiamo tenere dentro, una fabbrica che ha bisogno di chiarezza sul suo futuro.  Troppi voci si rincorrono una volta sulla vendita e un’altra sulla continuità di gestione di JWS con un’importante assegnazione della commessa delle rotaie alle porte. I lavoratori, ma direi l’intera comunità hanno bisogno di certezza e di intravedere un progetto per il futuro.

 

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