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Donati alla direzione nazionale del Pd. Dindalini presente: "No a congresso lampo" - Streaming

Un pezzo di futuro del Partito Democratico si decide oggi a Roma. Alle 14:30 è iniziata la direzione nazionale convocata dal segretario Matteo Renzi. Di seguito la diretta: Tra i membri presenti di diritto, perché eletti dall'assemblea...

Un pezzo di futuro del Partito Democratico si decide oggi a Roma. Alle 14:30 è iniziata la direzione nazionale convocata dal segretario Matteo Renzi.

Di seguito la diretta:

Tra i membri presenti di diritto, perché eletti dall'assemblea nazionale nel 2013, c'è l'aretino Marco Donati, sostenitore delle elezioni anticipate al 2017 e della leadership di Renzi tanto che poche settimane fa nella nostra intervista, alla domanda su cosa ne pensava della candidatura di Rossi per la guida del Pd aveva dichiarato:

Rossi ha un ruolo molto importante, come governatore della Regione, le sue aspirazioni sono legittime, ma non deve abbandonare la giunta perché sono anni decisivi. Potrebbe comunque presentarsi di fronte una sfida tutta toscana che non sarebbe male, ma io, se si ricandiderà, sosterrò comunque Renzi.

Tra i toscani in direzione c'è proprio Enrico Rossi che in più occasioni ha detto di volersi candidare alla leadership del partito e che recentemente ha chiesto che in caso di dimissioni di Renzi ci sia una segreteria di garanzia che porti il partito al congresso.

Gli invitati:

Oltre a Donati oggi a Roma sono presenti anche l'altra parlamentare aretina, la senatrice Donella Mattesini e il segretario provinciale del Pd Massimiliano Dindalini. Renzi ha invitato infatti a seguire i lavori della direzione direttamente nella sede del Nazareno, i parlamentari che non fanno parte della direzione ed i segretari territoriali.

Vado per osservare da vicino cosa accade, io ho sempre sostenuto che le elezioni subito non siano un percorso naturale, la maggioranza c'è e il governo procede, oltretutto c'è da armonizzare la legge elettorale. Staccare la spina al governo credo che la gente non lo capirebbe. Avevo fatto anche un appello perché si avviasse una fase congressuale senza le dimissioni del segretario, per un confronto di lungo corso che durasse da primavera ad ottobre come sarebbe naturale, non credo invece che serva un congresso lampo funzionale solo al voto.

Chiara la posizione della senatrice Mattesini che nei giorni scorsi aveva firmato "assieme a quaranta senatori di tutte le aree culturali del mio partito, un documento contro ogni scissione, per un Pd unito e quindi più forte e capace"

L'ordine dei lavori

Renzi oggi di fronte alla direzione riunita e alla presenta di parlamentari e segretari invitati traccerà la road map del Partito Democratico per iprossimi mesi. Cosa c'è da attendersi? I ben informati raccontano dell'annuncio delle dimissioni e dell'avvio della fase congressuale per andare verso le elezioni anticipate.

Secondo la procedura però da oggi dovrebbe uscire la convocazione dell'assemblea nazionale, probabilmente per sabato 18 febbraio, perché è quello l'organo che può lanciare il congresso.

Sullo sfondo ci sono le paventate volontà di scissione della minoranza bersaniana. Mentre lo stesso Renzi nella lettera preparata per inviarla agli iscritti subito dopo la direzione avrebbe scritto "... molto ancora c’è da fare, e per farlo abbiamo bisogno di due cose: un grande coinvolgimento popolare e una leadership legittimata da un passaggio popolare.... abbiamo bisogno che chi perde un congresso o le primarie il giorno dopo rispetti l’esito del voto".

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