Direzione Pd. Renzi: "Si è fatto credere che il problema fossero tre banchette"

Matteo Renzi ha iniziato a parlare alle 15:10, lo ha fatto per circa un'ora nella quale ha annunciato il congresso e le sue dimissioni, passaggi che diventeranno ufficiali con la prossima assemblea del Pd.

Facciamo il congresso, non sarò il custode dei caminetti. Usiamo le regole dell'ultima vota ma torniamo alla politica. Ho preso un partito al 25% e l'ho portato al 40,8%, ma ora si chiude il ciclo. E chi perde rispetti l'esito del voto. Il voto? "Il congresso del Pd non si fa per decidere quando si fa alle elezioni politiche: prima o poi si andrà a votare. Il congresso serve per essere pronti quando ci sarà il voto.

Ma tra i suoi passaggi un accenno va anche alle vicende che lo hanno toccato e probabilmente penalizzato in sede di referendum, quello delle banche, del decreto per Banca Etruria, Banca Marche, Cari Chieti e Cari Ferrara, delle reazioni che ci sono state a partire dal 22 novembre 2015.

"Non vedo l'ora che parta questa commissione d'inchiesta sulle banche, si è fatto credere che il problema dell'Italia era qualche banchetta toscana. Vedremo, come se tutto dovesse ruotare intorno a tre banchette territoriali"

Alla direzione Pd presenti tre aretini. Marco Donati che ne è membro di diritto eletto dall'assemblea nel 2013, Donella Mattesini senatrice e Massimiliano Dindalini segretario che sono stati invitati dal segretario Renzi per assistere i lavori che si tengono a Roma.

Tra i toscani in direzione c’è proprio Enrico Rossi che in più occasioni ha detto di volersi candidare alla leadership del partito e che recentemente ha chiesto che in caso di dimissioni di Renzi ci sia una segreteria di garanzia che porti il partito al congresso.