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Da Banca Etruria al Pd aretino. Donati: "Errori su errori nel tempo. Il partito? Deve cambiare"

Da quattro anni in parlamento, deputato dopo le primarie dove ricevette 5.200 preferenze, in precedenza segretario comunale del Pd di Arezzo, consigliere comunale, assessore al bilancio e allo sport della giunta Fanfani. Marco Donati, 37 anni...

Da quattro anni in parlamento, deputato dopo le primarie dove ricevette 5.200 preferenze, in precedenza segretario comunale del Pd di Arezzo, consigliere comunale, assessore al bilancio e allo sport della giunta Fanfani. Marco Donati, 37 anni, renziano della prima ora è pronto a sostenere Matteo di Rignano al prossimo congresso del Pd nazionale, anche se dovesse scontrarsi con l'altro toscano, il governatore Enrico Rossi.

Che primo bilancio si può fare di questo periodo da parlamentare?

Sono state legislature molto particolari, durante le quali non sono mancati i colpi di scena.

Donati ha infatti vissuto tutto il periodo post Monti con il governo Letta, durato poco meno di un anno. I quasi tre anni di Renzi e adesso è in carica con il governo Gentiloni.

Subito dopo Monti c'è stato il governo che ha raggiunto l'accordo sulle larghe intese per reggere nonostante un sistema politico ormai tripolare, poi è seguita la fase riformista, che si è contraddistinta per una produzione legislativa molto importante. L'ultimo periodo è quello di transizione, che potrà continuare anche più a lungo, a meno che non si vada a votare prima, cosa che io auspico.

Marco Donati in parlamento ha assunto da subito un ruolo nella commissione su attività produttive commercio e turismo e dal 2014 fa parte della commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.

Nato nel 1980, il 9 gennaio Donati ha compiuto 37 anni.

Sono un deputato scelto con le primarie prima di tutto ed ho un forte legame con il territorio, lo ricerco continuamente.

Il momento più emozionante finora vissuto?

Il momento più emozionante è stata la seconda volta che ho concorso all'elezione di un presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avevo maturato più esperienza parlamentare e sui meccanismi che la regolano. Fino a che non si vive una cosa del genere non si può capire.

Quali attività parlamentari ha portato avanti per Arezzo?

Mi sono impegnato e speso in prima persona per il settore dei trasporti, per i collegamenti ferroviari, per le esigenze delle imprese e del settore orafo, per istanze che riguardano tutta la provincia di Arezzo. Sì perché il bacino elettorale è quello della provincia, non solo la città, è molto impegnativo, ma allo stesso tempo bello ed ogni volta emergono esigenze variegate che hanno tutte diritto ad essere rappresentate ai tavoli della politica.

Si è occupato anche della vicenda Banca Etruria, la mente va ad ottobre 2015?

Ad ottobre 2015 non c'era in giro grossa preoccupazione a livello nazionale, io però mi ero reso conto di quello che sarebbe accaduto il 1 di gennaio con l'entrata in vigore del bail in. Ero molto preoccupato perché conoscevo le difficoltà di Banca Etruria, era la prima candidata a passare attraverso il bail in. Intervenire tra i primi è stato uno svantaggio, ma adesso Ubi è garanzia di continuità per le imprese, i cittadini e per i posti di lavoro. Dal momento dell'uscita del decreto salva-banche il mio intervento è andato nella direzione dei risparmiatori perché ottenessero risorse, ho cercato di produrre correttivi. Il primo emendamento con il fondo da 100 milioni di euro, incontri con Federconsumatori, con una delegazione delle Vittime del Salva-Banche, poi il nuovo decreto sul rimborso forfettario e quello sull'arbitrato, ho avuto un ruolo per far includere le obbligazioni fino al giugno 2014 perchè sapevo che c'era in ballo un bel pacchetto da 50 milioni di euro di Banca Etruria. Ho trovato un interlocutore attento in Morando, non tutti sono soddisfatti. Ho cercato correttivi, con Donella Mattesini partiamo dal Senato per la revisione del decreto sull'arbitrato e dall'altro per emendare il decreto salva risparmio.

Si aspettava quanto accaduto nell'anno successivo al decreto salva-banche?

Beh le conseguenze pratiche nessuno le poteva prevedere, ma c'era il forte rischio di veder sparire Banca Etruria. Non c'era grande consapevolezza in politica e il decreto di novembre provava a limitare i danni. In questi mesi una parte dei risparmiatori sta ricevendo rimborsi, lavoreremo per trovare altri correttivi e l'estensione delle tutele. Con Mps abbiamo avuto una situazione di partenza diversa, la crisi c'è stata per una mancata ricapitalizzazione, però faremo di tutto perché le due situazioni si equiparino. E lì siamo solo all'inizio. Sono molto dispiaciuto che questa città abbia perso il suo istituto di credito strategico per le imprese e il settore dell'oro, purtroppo ci sono stati errori strategici di gestione, troppi errori che vanno indietro nel tempo. Faccio solo un esempio banalissimo, quando ero assessore al bilancio Banca Etruria perse il servizio di tesoreria del Comune, un errore formale nel bando.

Come hai lasciato Arezzo da assessore?

L'ho lasciata con le tasse locali più basse d'Italia e con il comune uno dei migliori pagatori, avevo ridotto l'indebitamento medio estinguendo mutui e facendo un oculata gestione per evitare gli sprechi. Sono stato contento di aver raggiunto questi risultati di bilancio in un paese dove il debito pubblico è il problema principale.

Qualche rammarico da amministratore ad Arezzo?

Ero anche assessore allo sport, avrei voluto vedere salire l'Arezzo in serie C e fare un bellissimo campionato come sta facendo adesso.

Com'è il suo rapporto con la città adesso?

Resto a Roma circa 3 o 4 giorni alla settimana, ma il mio rapporto con la città è ancora molto forte. E' un rapporto che cerco continuamente, ascoltando le varie anime che la compongono.

E in questo momento come vede Arezzo?

Arezzo è una città operosa, c'è tanto volontariato. Poi però ci sono stati in questa città errori che si pagano come quelli relativi a Banca Etruria, oppure ad Arezzo Fiere. In questo caso infatti veniamo da anni di gestione "leggera", il polo fieristico non è decollato, c'è estrema debolezza, i soci pubblici non hanno sottoscritto gli aumenti di capitale. Soluzioni alternative che producano più vantaggi per Arezzo non ci sono. Arezzo paga errori del passato, dello sviluppo dell'edilizia troppo forte con la costruzione di case in numero maggiore rispetto ai suoi abitanti, il conseguente consumo di territorio, una città che quindi è diventata più ampia e costosa da gestire sia dal punto di vista della viabilità che dei servizi per il Comune. E' un territorio che ancora deve fare molto per valorizzare le persone e le esperienze che ci sono. Faccio un nome: Patrizio Bertelli. Arezzo deve aprirsi alla cultura, alle imprese, ai professionisti. Dobbiamo fare entrare il mondo ad Arezzo.

Come giudica l'operato fino ad ora della giunta Ghinelli?

Il giudizio è difficile perché è passato solo un anno e mezzo. Di certo avrà a disposizione quanto promesso dal governo. Con il bando sulle periferie arriveranno ad Arezzo 18 milioni di euro. Mi auguro che vengano spesi bene, Fanfani e le risorse del Piuss impiegate per la città sono un esempio da seguire. Dal governo al comune è arrivata anche una mano per le assunzioni, con le scelte fatte sul patto di stabilità che pone minori vincoli per poter inserire nuove maestre ad esempio. Spero che la giunta colga al meglio tutte queste opportunità.

Come sta il Pd di Arezzo?

E' in una fase interlocutoria dovuta a risultati in chiaro/scuro (elezioni amministrative perse nel capoluogo, ma ad Arezzo avrebbe vinto il sì al referendum costituzionale n.d.a.). Il partito è vivo, ma l'approccio alla vita pubblica e amministrativa deve cambiare rispetto al passato. La filiera Comune, Provincia e Regione non c'è più. Quindi dobbiamo essere più dinamici, più trasparenti e aprirsi a esperienze della società civile. Il Pd deve essere più aperto e più plurale. Se lo faremo saremo in grado di esprimere una leadership di centro sinistra.

Pronti quindi se Ghinelli si candidasse alle politiche per andare a Roma?

Questo è uno scenario che adesso non c'è.

Cosa ne pensa della candidatura di Rossi per la guida del Pd nazionale?

Rossi ha un ruolo molto importante, come governatore della Regione, le sue aspirazioni sono legittime, ma non deve abbandonare la giunta perché sono anni decisivi. Potrebbe comunque presentarsi di fronte una sfida tutta toscana che non sarebbe male, ma io se si ricandiderà sosterrò comunque Renzi.

Quando parla di cambiamenti nell'amministrazione si riferisce anche alla gestione di servizi come riufiti, acqua e sanità?

Nei servizi pubblici locali, il Pd e le altre forze politiche tutte devono operare con uomini di fiducia per l'interesse pubblico, però secondo me inserendo nei consigli persone capaci, non solo politici, per capire e gestire tecnicamente le operazioni complesse. Nella sanità, dopo un anno dalla riforma è indubbio che qualcosa ci sia da aggiustare. Era stata presentata come una riforma per ridurre i costi ed efficientare i servizi. Siamo in attesa di vedere questi vantaggi. Nella campgna referendaria ho avuto accanto a me il dottor Caremani che ha ovviamente segnalato tutte le criticità. E non sono mancate le proccupazioni per l'oncologia così come lamentato da Sassoli del Calcit. Sono temi questi che la politica deve attenzionare e rispettare. Perché nel Calcit, nei reparti e nei macchinari ci sono le risorse che le famiglie, i bamini di Arezzo hanno raccolto con i mercatini. Ci vuole rispetto per questa tradizione così radicata, perché costruita con i soldi dei cittadini.

Nei prossimi anni, dopo averne compiuti 40, dove si vede?

Mi vedo nella mia città e se per scelta dei cittadini o personale a fare attività imprenditoriale continuando la tradizione di famiglia, oppure su altri rami, ma sempre con l'intendo di creare valore.

Sì ma questo succederà se uscirà dalla politica, mi pare un po' presto per la sua rottamazione visto che c'è chi, anche in partiti lontani dal Pd, la vede che sindaco di questa città.

Questo ancora è tutto da stabilire.

Ma come mai in questo ufficio c'è appesa la foto di Kennedy?

E' una foto a cui sono affezionato, Kennedy rappresenta la speranza di un Pd moderno e con vocazione maggioritaria. Anche se le personalità politiche a cui mi sento più legato sono Amintore Fanfani, Giorgio La Pira e Aldo Moro.

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