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Crocifisso in consiglio comunale. Sel replica a Lega: "no a strumentalizzazioni"

E' dalle fila di Sel che si alza la voce per rivendicare il diritto alla laicità delle istituzioni cittadine. Il gruppo, attraverso una nota, ha risposto alle recenti affermazioni della Lega Nord sulla reintroduzione del crocifisso nella sala del...

E' dalle fila di Sel che si alza la voce per rivendicare il diritto alla laicità delle istituzioni cittadine.

Il gruppo, attraverso una nota, ha risposto alle recenti affermazioni della Lega Nord sulla reintroduzione del crocifisso nella sala del consiglio comunale di Arezzo. La nota stampa di Sel. Circa il comunicato della Lega Nord di Arezzo apparso nella stampa alcuni giorni fa, con il quale si esprimeva soddisfazione per la decisione di apporre il crocifisso nell’aula consiliare aretina, riteniamo che sia profondamente sbagliato strumentalizzare politicamente i simboli religiosi. Se poi la strumentalizzazione viene dalla Lega, che ora vuole assurgere a paladina della cristianità, la cosa appare al limite della facezia, considerato che fino a ieri adorava “ufficialmente” il Dio Po e i recenti continui attacchi e dileggi di Salvini al Santo Padre, Papa Francesco, ai quali ha duramente reagito l’Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani. Noi siamo sicuri, a differenza della Lega, che non tutti i cittadini aretini apprezzeranno che un simbolo religioso sia presente nella sala consiliare di Arezzo e ciò perché il principio costituzionale della laicità dello Stato, che dovrebbe sovrintendere l’agire amministrativo, garantisce che tutti i cittadini, cristiani, non cristiani e atei, possano riconoscersi nelle istituzioni dello Stato, tra le quali i consigli comunali, che per questo motivo non dovrebbero ostentare alcun simbolo religioso. Vorremmo solo ricordare alla Lega, sempre così attenta alle letture storiche, che i valori universali di libertà uguaglianza tolleranza e laicità sono frutto della cultura illuminista, razionalista e liberale e trovano la loro prima affermazione nella Dichiarazione d'indipendenza americana del 1776, nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789, a cui si ispirano le moderne costituzioni degli Stati democratici e liberi. Prima di quei momenti questi valori erano solo opinioni largamente calpestate in tutta Europa. Corollario di quei principi è la distinzione tra Stato e Chiesa, accettata oggi solo nel mondo libero perché garanzia per tutti i cittadini, senza distinzione di opinioni politiche e religiose, come recita l’art.3 della vigente carta costituzionale nel sancire proprio quel principio di uguaglianza invocato dalla Lega aretina. La sensazione, per concludere, è che ad Arezzo, le istituzioni repubblicane vengano piegate a strumentalizzazioni di parte: prima il Sindaco concede la sede comunale per celebrare, alla sua personale presenza, la biografia di un uomo che si è schierato dalla parte sbagliata (il nazzifascismo), con la presentazione del libro “Giorgio Almirante, biografia di un fascista”, poi l’utilizzo delle istituzioni come rappresentanti di una identità religiosa, anziché di una comunità politica. Di questo passo torneremo indietro ai momenti più bui della nostra storia quando imperava il motto “Dio, Patria e Famiglia”. Invitiamo, quindi, le amministrazioni comunali della provincia a non seguire l’esempio di Arezzo, in nome della laicità dello Stato. SEL – SINISTRA ITALIANA Federazione di Arezzo.

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