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Politica Fiorentina / Via Sicilia

Il Comune chiede lo stop all'antenna di via Sicilia, ma l'azienda domani procederà con i lavori

Oggi tre interrogazioni in consiglio comunale di fronte al pubblico, il comitato arrivato proprio dalla zona di via Sicilia e che si battono per evitare di avere un antenna per la telefonia così vicino alle abitazioni

La questione della nuova antenna in via Sicilia ha animato la prima parte del consiglio comunale. Dopo che il presidente dell'assise ha annunciato che il sindaco Ghinelli è assente per un viaggio in America per motivi istituzionali, "ho qui anche il programma" ha detto Stella, sono state presentate le prime tre interrogazioni sull'antenna di via Sicilia alla presenza dei cittadini nello spazio del pubblico in aula. Sono state lette e spiegate da Donato Caporali del Pd, da Michele Menchetti del Movimento 5 Stelle e da Francesco Romizi di Arezzo 2020 che hanno chiesto il perché non sia stata coinvolta la popolazione in via preventiva e del perché non sia stata respinta la pratica, del perché non sia stato approvato un nuovo piano delle antenne, scaduto da 4 anni.

Ha risposto inizialmente l'assessore Francesca Lucherini che in passato si era espressa sul tema "State sbagliando l'assessore, non sono assessore al Suap, manderò risposta scritta insieme all'assessore Chierici e al sindaco, intanto posso dire che dopo aver incontrato ulteriormente alcuni cittadini abbiamo mandato una lettera a InWit per fermare i lavori che sarebbero dovuti ripartire domani." Poi ha preso la parola la vicesindaco Lucia Tanti: "Abbiamo chiesto prima verbalmente e poi con una Pec che sospendano i lavori per principio di precauzione, così da avere il tempo per riprendere il discorso tra comune e comitato di cittadini. Mi aspetto di vedere accolta questa richiesta che non è un piacere ne' una cortesia è figlia di una leale dialettica che deve tenere conto del clima di un contesto e della sensibilità di alcuni cittadini."

Ma secondo quanto trapela domani i lavori all'antenna non si fermeranno. E infatti poco dopo è arrivato un altra comunicazione da Tanti e Lucherini: "L'azienda risponde picche, brutto atteggiamento. Il principio di precauzione era una garanzia per tutti”

"Il fatto che l'azienda abbia risposto picche e decida di ripartire con i lavori il Venerdì Santo è atteggiamento che troviamo molto irrispettoso e che, francamente non serve a nessuno. Fermo restando che i procedimenti amministrativi vivono - giustamente - di vita propria è altrettanto vero che il sentire dei cittadini ha diritto a tempi più adeguati quando si vengono a determinare situazioni critiche. Siamo dispiaciuti per la mancata disponibilità da parte di Inwit sia a trovare soluzioni alternative che a dare spazio ad un momento di confronto di merito oltre che di metodo. Restiamo convinti che un tempo più lungo per un dialogo tra tutte le parti sarebbe stato non solo opportuno ma anche necessario. Questa decisione della società rischia di compromettere definitivamente il rapporto di serenità tra un soggetto privato e una parte importante della città e dei suoi residenti e ci spinge a considerare ancora aperta una vicenda assolutamente spiacevole”.

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Le altre interrogazioni

Michele Menchetti ha chiesto chiarimenti sull’avviso di selezione per curriculum e colloquio per l’assunzione a tempo determinato del direttore della Fondazione Arezzo Intour, di cui è presidente l’assessore Simone Chierici. “Dal 2018, il ruolo di direttore è stato ricoperto da un funzionario comunale distaccato presso la fondazione, con una retribuzione annua di 50.000 euro. Adesso il trattamento economico di questa figura sale a 90.000. Questo incremento nell’attuale momento storico è opportuno? Se poi da un lato intendo conoscere in quali forme l’avviso di selezione sia stato reso pubblico, rilevo che i tempi della pubblicazione sono stati comunque molto brevi, dal 20 dicembre, a ridosso delle festività, quando prevalgono le distrazioni natalizie, al 4 gennaio: solo quindici giorni per una professionalità così elevata. Quante domande sono giunte nei termini e quali criteri sono stati seguiti per la scelta dei due candidati che hanno svolto i colloqui lo scorso 15 febbraio? Come è stata selezionata la commissione? L’attuale direttore ha partecipato? Qual è stato l’esito dei suddetti colloqui? È già stato nominato il direttore”?

L’assessore Simone Chierici: “le ragioni della scelta, intanto, sono in linea con quanto previsto dal regolamento di organizzazione della fondazione, pubblicato nel sito ufficiale dove ottemperiamo a ogni obbligo di trasparenza. La fondazione è cresciuta, nel 2018 aveva 3 dipendenti e adesso ne ha 20 ed è evidente che le funzioni del direttore devono essere svolte da una figura dirigenziale. Il cui costo non grava sul bilancio del Comune ma è a totale carico della fondazione che si avvale di introiti propri, in costante crescita di anno in anno. A dimostrazione ulteriore di come essa sia diventata una risorsa per la città e come occorra dunque potenziarla. Non ci è stato possibile anticipare temporalmente l’avviso ma abbiamo agito nel totale rispetto delle norme che disciplinano la pubblicazione di atti di questo genere e una candidatura è arrivata da fuori Comune. Il revisore è stato sempre presente ai cda che hanno approvato l’avviso di selezione. Le domande pervenute alla fondazione sono state due, una di queste dal direttore in carica al momento dell’avviso. La commissione era composta da due dirigenti del Comune di Arezzo e da un membro esterno, aveva il compito di vagliare i curricula e impostare il colloquio. Se il designato fosse stato diverso dall’attuale direttore, quest’ultimo poteva rientrare nella pianta organica del Comune od ottenere un nuovo ruolo in fondazione. Concludo con un’annotazione: le continue ingerenze a mezzo stampa dell’interrogante potevano condizionare la procedura pubblica e il suo regolare svolgimento, credo che un accesso agli atti poteva essere una procedura più corretta, scevra peraltro da certe insinuazioni potenzialmente lesive dell’onorabilità della fondazione. Sottoporrò la questione al cda per valutare eventuali azioni”.

Nuova interrogazione sull’ex mercato ortofrutticolo: i quesiti posti da Alessandro Caneschi sono quelli relativi alla data di inizio dei lavori, alla loro durata, all’importo complessivo della spesa e alle modalità del suo finanziamento. L’assessore Alessandro Casi: “sono due gli interventi previsti, il primo riguarda il cosiddetto orto creativo per una spesa di 5.400.000 euro co-finanziati dalla Regione per una quota pari a 1.900.000. È in corso di approvazione un nuovo progetto esecutivo che si è reso necessario per sostituire la manutenzione straordinaria inizialmente prevista con l’adeguamento sismico degli immobili. Il secondo, pari a 2.200.000 euro finanziati dal Pnrr, prevede la sistemazione della viabilità, la demolizione dei vecchi magazzini e delle celle frigorifere, la realizzazione di un nuovo parcheggio. Interventi per i quali è stato approvato il progetto esecutivo. Tra fine aprile e inizio maggio ci sarà la consegna di questi lavori che partiranno con le suddette demolizioni”.

Francesco Romizi ha chiesto chiarimenti sul ventilato project financing che un soggetto privato ha proposto a sindaco e vicesindaco per ristrutturare l’ospedale cittadino. “È proprio questa la forma contrattuale oppure si tratta di un leasing in costruendo o di un diverso strumento finanziario sempre nella disponibilità di un ente pubblico? Che tipo di progetto di ristrutturazione è stato prospettato? Perché il Comune di Arezzo, non da solo ovviamente, non si attiva presso il governo per impedire che quest’ultimo continui a cancellare le risorse per la sanità e per la ristrutturazione degli ospedali? Sottolineo come la Corte dei Conti del Veneto ha espresso perplessità su procedure di questo genere”.

Il vicesindaco Lucia Tanti: “parliamo innanzitutto di un project. Sostanzialmente il privato in questione sposa il progetto che venne presentato nel novembre 2022, all’edizione aretina degli Stati generali della sanità. Un progetto che contempla adeguamenti statici, sismici, tecnici, l’efficientamento energetico, una rinnovata copertura con un cappotto termico, l’intero rifacimento delle sezioni 1, 2, 3. In quella sede, peraltro, fu il presidente Giani a dire che Arezzo si meritava un ospedale rinnovato in questi termini: la spesa totale si sarebbe aggirata intorno ai 149 milioni di euro. Se mai mettessimo in piedi il project, il privato ha prefigurato un contributo di 63 milioni. Restando a quel novembre 2022, la presentazione del progetto fu considerata in maniera trasversale una sorta di ‘diritto’ di Arezzo visto che la Regione aveva proceduto alla ristrutturazione di strutture analoghe al San Donato lasciando quest’ultimo indietro. Dunque, politicamente, ritengo che la città merita i 149 milioni di cui stiamo parlando e una ristrutturazione potente del San Donato. E per raggiungere l’obiettivo ci sono due strade: un finanziamento ordinario o un partenariato pubblico-privato. Faccio notare che dopo il 2022 e la dichiarazione d’intenti del presidente della Regione è seguito un silenzio assoluto, così quando è giunta una proposta concettualmente valida, nove giorni prima dei nuovi Stati generali della sanità che avevamo programmato proprio per pungolare sul rinnovamento del San Donato, non potevamo non prenderla in considerazione. Personalmente ho una preferenza per il finanziamento ordinario ma se non si concretizza pretendo che Arezzo non resti con il cerino in mano con il San Donato tagliato fuori da interventi strutturali”.

In aula affrontati anche altri argomenti come quello delle problematiche inerenti l'edificabilità della Catona, il pagamento dell'Imu da parte dei proprietari e i progetti dell'amministrazione per abbattere la pericolosità idraulica che adesso è al massimo livello, molto elevata, e poi quello relativo all'abbattimento dei ponti che sono considerati a rischio idrogeologico.

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