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Sei Toscana, verso il commissariamento. M5S: "Da mesi chiediamo consiglio comunale aperto"

Cosa accadrà al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti ad Arezzo e nel resto della Toscana del Sud? Che ne sarà del contratto che l'Ato ha con Sei Toscana visto l'imminente probabilissimo commissariamento? Domande legittime che gli attori...

Cosa accadrà al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti ad Arezzo e nel resto della Toscana del Sud? Che ne sarà del contratto che l'Ato ha con Sei Toscana visto l'imminente probabilissimo commissariamento? Domande legittime che gli attori sulla scena e i cittadini si stanno facendo in queste ore successive all'arrivo della lettera di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione, al prefetto di Siena nella quale si propone di precedere con l'adozione della "misura della straordinaria e temporanea gestione". E' per questo che il commissariamento appare inevitabile e dopo il suo insediamento lunedì sarà proprio Armando Gradone, prefetto di Siena a procedere.

E mentre la lettera dell'Anac è giunta anche alla procura di Firenze che aveva proceduto con l'inchiesta e con le misure cautelari nei mesi scorsi con l'operazione Clean City, che aveva portato tra l'altro all'arresto del direttore generale Andrea Corti, il sindaco Ghinelli come presidente dell'assemblea dell'Ato rifiuti pensa ad una convocazione urgente dell'assise per affrontare il tema scottante del commissariamento di Sei Toscana e della necessità di avere commissari esperti di servizi pubblici per mettere in pratica le linee strategiche e tariffarie indicate dall'organo pubblico di controllo.

Ma dal Movimento Cinque Stelle di Arezzo arriva anche una staffilata alla politica aretina.

Da inizio gennaio cerchiamo di coinvolgere i consiglieri di questo comune per far sottoscrivere la nostra richiesta di indire un consiglio comunale aperto, dopo che il direttore generale Corti è stato arrestato ed il suo braccio destro, Tacconi, indicato come sostituto credibile da Lei, si è dimesso in seguito all’avviso di garanzia pervenutogli a fine dicembre. Ad oggi, il documento presentato da noi M5S Arezzo, non ha ancora raggiunto il numero minimo di 7 sottoscrittori per poter essere protocollato, dimostrando come questa vicenda sia “scomoda” politicamente in modo trasversale, partendo dal PD toscano che ha fortemente voluto e promosso questo sistema, fino ad arrivare alla maggioranza che attualmente è alla guida del Comune di Arezzo in cui lei è il sindaco e attualmente presidente di ATO Sud.

Ricci e Lepri quindi ribadiscono, ora più che mai la necessità di un confronto aperto in consiglio comunale sul tema dei rifiuti e chiedono un impegno particolare al sindaco Ghinelli:

Adesso che ANAC ha chiesto il commissariamento di 6 Toscana i cittadini aretini hanno il diritto di sapere e capire di chi è la responsabilità di uno scandalo del genere. Dal 2014 il M5S denuncia le irregolarità sull’affidamento del servizio, abbiamo presentato nei Comuni che fanno parte di ATO Sud due mozioni per chiedere l'annullamento dell'aggiudicazione dell'appalto pubblico e l’annullamento a seguito di autotutela degli atti della procedura.

Come è possibile che i Sindaci a cui abbiamo sottoposto tali atti abbiano chiuso gli occhi di fronte ad un affidamento palesemente falsato?

Caro Sindaco, in questa vicenda più di ogni altra è urgente la convocazione di un Consiglio comunale aperto. Lei, in quanto presidente di ATO Sud, ente che ha bandito la gara in questione, è tenuto a presiedere finalmente un'assemblea aperta per spiegare ai cittadini quali conseguenze avrà questa vicenda sul servizio di gestione del ciclo dei rifiuti in questo territorio.

Abbiamo verificato, leggendo le sue dichiarazioni sulla stampa, che ha pubblicamente espresso soddisfazione per la richiesta di commissariamento che il Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, ha avanzato nei confronti del Prefetto di Siena, e quindi adesso sarà sicuramente soddisfatta la nostra richiesta di un Consiglio comunale aperto, che oramai da più di un mese giace nel “limbo” degli uffici comunali. I tempi sono maturi per fare pubblicamente chiarezza su tutta la vicenda e magari, provare anche a ripensare ad un sistema di gestione dei rifiuti alternativo a quello attuale.

Durissima anche la presa di posizione dei consiglieri e dei portavoce del Movimento Cinque Stelle del Valdarno:

Con la richiesta di commissariamento di Sei Toscana da parte dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, frana definitivamente il disegno del Pd per la gestione dei rifiuti in Toscana. Il nostro Ato Toscana Sud doveva fungere da battistrada per estendere poi agli altri Ato della regione un modello di gestione centrato su un mega gestore casalingo e interamente controllato dal Pd. L’inchiesta della magistratura prima, con gli arresti e le interdizioni dai pubblici uffici dei vertici di Ato e Sei Toscana e Sienambiente, la richiesta di Anac ora, entrambe motivate dalla turbativa d’asta che sarebbe avvenuta per far vincere la gara a Sei Toscana, pongono una questione politica non più rinviabile. In discussione sono le responsabilità politiche e gestionali che le oltre 100 amministrazioni comunali delle tre provincie hanno accumulato dal 2010 ad oggi, nelle scelte che hanno operato approvando quello che la Struttura tecnica di Ato gli sottoponeva prima per l’impostazione della gara, poi per la selezione del vincitore ed infine per la sottoscrizione di un contratto di servizio raffazzonato e costosissimo per le tasche dei cittadini.

Dove erano i sindaci al momento delle decisioni, chiedono i pentastellati

Dove erano lor signori quando venivano prese le decisioni? E si che non era poi così difficile accorgersi che qualcosa non tornava. Il M5S ha impiegato poco più di 6 mesi di studio (da giugno 2014 a gennaio 2015) delle carte per capire cosa si era fatto e cosa si andava facendo. Il 23 gennaio 2015, quando ancora Corte dei Conti e Magistratura non si occupavano della faccenda, il M5S presentò pubblicamente con conferenze stampa contemporanee nei tre capoluoghi di provincia i risultati del suo studio e la predisposizione di due mozioni sul sistema di gestione dei rifiuti da presentare in tutti i consigli comunali interessati. In particolare una delle due chiedeva l’impegno delle amministrazioni comunali a operare per la decadenza del contratto di servizio con Sei Toscana motivata proprio dalle forti criticità riscontrate nelle modalità di espletamento della gara. Le stesse criticità che oggi Magistratura e Anac pongono alla base delle loro iniziative. La verità è che i sindaci hanno sempre obbedito alle direttive del Pd facendo i signorsì. Hanno girato la testa dall’altra parte facendo finta di non vedere. Diversamente dovremmo pensare che questi amministratori sono così incapaci da non capire cosa andavano approvando. Oltre 40 Delibere di Ato assunte nel corso di 7 anni, almeno una ventina di dibattiti assembleari, strutture tecniche dei comuni deputate al settore dei rifiuti non sono serviti ad accorgersi di quello che stava succedendo? Qualunque sia la verità il risultato non cambia: le amministrazioni locali usate nell’interesse esclusivo del partito che si autoalimenta controllando direttamente tutta la filiera industriale della erogazione dei servizi, in questo caso i rifiuti ma lo stesso modello è applicato per l’acqua, la salute, l’energia, i trasporti. Un sistema blindato. La pressoché totale estensione del controllo amministrativo del Pd e un pò di briciole elargite di volta in volta a quei pochi comuni che manifestavano mal di pancia ha garantito una libertà di manovra assoluta.

Per il movimento Cinque stelle il contratto di servizio con Sei Toscana dovrebbe decadere:

E’ giunto il momento di dire basta a questo scempio di risorse e di mala amministrazione. Il Movimento 5 Stelle rinnova la richiesta della decadenza del contratto di servizio con Sei Toscana e l’avvio di un percorso che disegni un nuovo modello di gestione dei rifiuti dove al primo posto vengano messi gli interessi dei cittadini e quelli dell’ambiente e non gli utili delle aziende del Pd.

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