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Civati ad Arezzo: "La Boschi non si occupi più delle banche, il conflitto c'è"

Perché il Comune di Arezzo si costituisca parte civile negli eventuali processi che ci saranno contro gli ex amministratori di Banca Etruria. Ecco il motivo che ha portato oggi ad Arezzo Giuseppe Civati, meglio noto come Pippo. E per far sì che...

Perché il Comune di Arezzo si costituisca parte civile negli eventuali processi che ci saranno contro gli ex amministratori di Banca Etruria. Ecco il motivo che ha portato oggi ad Arezzo Giuseppe Civati, meglio noto come Pippo.

E per far sì che il Comune di Arezzo si muova in quella direzione gli esponenti aretini di Possibile insieme al loro segretario nazionale lanciano la proposta di delibera di iniziativa popolare. La raccolta delle firme partirà dal prossimo sabato al mercato. Ne serviranno trecento per poterla depositare in Comune e chiedere che venga ammessa e approvata dal consiglio comunale.

civatiMi porta ad Arezzo la Costituzione, l'idea che i cittadini siano sovrani, che possano partecipare ad una raccolta firme per chiedere che il comune li tuteli, si costituisca parte civile e li rappresenti in maniera compiuta fino in fondo. In secondo luogo consiglierei al ministro Boschi di occuparsi di altri argomenti, di trovare un sottosegretario che segua anche in queste ore i decreti del governo che riguardano le banche anche perché gli stanno venendo male, abbiamo dovuto fare un macello sulla questione dei mutui e delle sette rate che diventano 18, ma che ancora non prevedono l'intervento della magistratura se uno ritiene di aver subito un torto. Ad Arezzo come a Vicenza c'è un problema di fiducia e di questioni economiche che riguardano le persone, gigantesco. Il governo non ha aperto la commissione d'inchiesta che aveva promesso cento giorni fa, non ha dichiarato una strategia che sia credibile, la Bad Bank è servita come oggetto di scambio a livello europeo, ma è arrivata tardissimo, diciamoci la verità se le cose non vanno bene inutile continuare con la retorica che siamo gufi, nessuno si augura che le cose vadano male. Mi rivolgo senza polemica, ma con molta durezza, io tutta questa fretta non la vedo, la vedo su cose che sono fatte male, invece quando c'è bisogno di intervenire a difesa dei cittadini per indennizzarli per stabilire dei criteri, per dare delle risorse a Cantone, si fa fatica, quindi non è colpa degli euro-burocrati, ma dei burocrati e dei politici di Arezzo, di Roma e di questo paese che deve dare una scossa a se stesso.

possibile-civati-farsettiA fare gli onori di casa l'esponente di Possibile ad Arezzo Daniele Farsetti:

Riteniamo che sia un dovere etico e morale stringersi al fianco dei più deboli, dei truffati dalla vicenda Banca Etruria, che tuteli il nostro territorio che ha subito dei danni economici incalcolabili, per l'oggi e per il futuro. Chiediamo che il Comune di Arezzo si impegni a costituirsi parte civile negli eventuali processi, sia penali che civili, a carico egli ex amministratori di Banca Etruria, se verranno rinviati a giudizio. Le istituzioni hanno avuto un atteggiamento troppo morbido sia nel passato, come mancato controllo, e adesso riteniamo che l'attività dell'amministrazione comunale sia ancora troppo morbida. Vogliamo che il Comune prenda una posizione netta e determinata, affinché se ci saranno responsabilità, queste vengano perseguite fino in fondo.

A margine della conferenza stampa è intervenuto anche il consigliere comunale di Arezzo in Comune Francesco Romizi:

Esprimo la mia adesione alla raccolta firme, presentata questa mattina dal Comitato Possibile di Arezzo alla presenza dell’onorevole Pippo Civati, che dovrà supportare la proposta di deliberazione consiliare d’iniziativa popolare per spingere il Comune di Arezzo a costituirsi parte civile nei processi eventuali a carico degli amministratori di Banca Etruria. La vicenda è nota e non necessita che torni a ricordarla. Mi preme sottolineare come una forza politica non presente in Consiglio Comunale insieme a gruppo di cittadini abbia pensato di stimolare l’assemblea a prendere una decisione in tal senso in virtù di uno strumento concepito da Statuto e regolamento e poco utilizzato in passato.

A tale proposito, quale presidente della Commissione controllo e garanzia, chiamata a intervenire nell’iter di verifica dei presupposti di legittimità della proposta di deliberazione popolare, confermo il mio impegno a che l’iniziativa giunga in aula nei modi previsti e con tempi certi.

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