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Campagna elettorale di Casa Pound alla Casa Pia, bagarre dopo donazione di 60 chili di pasta

Ieri mattina il dono alla Casa Pia, 60 chili di pasta consegnata dagli esponenti di Casa Poud, nelle ore successive un turbine di polemiche. Non tanto per il dono, quanto per il fatto che il gesto è stato compiuto all'interno della struttura e...

Ieri mattina il dono alla Casa Pia, 60 chili di pasta consegnata dagli esponenti di Casa Poud, nelle ore successive un turbine di polemiche. Non tanto per il dono, quanto per il fatto che il gesto è stato compiuto all'interno della struttura e sbandierato in campagna elettorale.

Ma andiamo per ordine. Questa mattina CasaPound Italia ha consegnato l'omaggio agli anziani residenti della struttura. "Un piccolo gesto per mostrare la nostra vicinanza agli anziani della nostra città – ha spiegato in una nota Francesco Campa, responsabile cittadino di CasaPound – nient’altro che un piccolo pensiero, un atto simbolico in un momento in cui molti politici sono preoccupati a parlare del nulla in campagna elettorale, tra dichiarazioni di principio e promesse che non manterranno. Un gesto che per noi però non è e non rimarrà isolato, ma è legato alla nostra quotidiana attività di raccolta alimentare per le famiglie italiane in difficoltà economica".

Poche ore dopo è arrivata la prima presa di posizione, molto dura: quella di Fabio Diana, ex presidente dell'Asp Fossombroni:

Ho appreso con sorpresa e dispiacere che una forza politica, a prescindere da chi sia, ha pensato di andare a fare campagna elettorale nella Casa Pia, regalando pacchi di pasta agli anziani ospiti. Una cosa che nella precedente amministrazione era stata pensata e evitata perché le persone che sono lì ospiti sono in qualche modo persone fragili. La casa di riposo è sempre stata aperta a qualsiasi cittadino a titolo privato o a cariche istituzionali, nell'esercizio delle proprie funzioni, ma era stata presa la decisione di non esporre le persone a invasioni di natura elettoralistica. Con quello che è accaduto questa mattina vediamo invece il concetto di rispetto delle persone fragili del centrodestra. Nel merito di quanto accaduto, persone di Casapound, come novelli cultori delle politiche sociali, sono andati all'interno della casa di riposo che va avanti con soldi pubblici e rette delle persone ospitate, non sapendo che c'è una giornata alimentare che fornisce colazioni, pranzi e cene, merende, the e biscotti, fornite da aziende autorizzate, secondo capitolati precisi. Regalare pacchi di pasta significa essere ignoranti, nel senso di ignorare e dimostra il modello di tutta la destra che prevede che il sociale si fa con l'elemosina e non con i diritti. Secondo me, bisogna ricordare ai novelli misericordiosi, che dentro una struttura di quel tipo i cibi e le materie prime devono seguire procedure di legge, in un processo di controllo della filiera secondo il protocollo hccp, che non permette alla cucina di usare quella pasta che arriva da una filiera che non è controllabile. Gli anziani, quella pasta, se la mangeranno cruda o nel the? La questione è grave per il mancato rispetto di persone e di strutture di quel tipo che non hanno bisogno di exploit elettoralistici ed è la dimostrazione che politiche sociali e destra sono lontani mille miglia. Infine, mi dispiace, che tutto sia avvenuto con il placet di chi oggi amministra questa struttura che dimostra lo stesso grado di sensibilità di chi è andato in visita.

Nel pomeriggio sull'argomento sono intervenuti con una nota congiunta Pd e Arezzo in Comune:

Apprendiamo dai social che CasaPound Italia ha visitato la Casa Pia di Arezzo e, a favore di telecamera e smartphone, ha donato pacchi di pasta per la struttura. Quello che è successo è davvero imbarazzante per due motivi. In primo luogo la carità è un atto privato e la nostra città ne è un esempio. Non si fa con i comunicati stampa, soprattutto in piena campagna elettorale.

Sostituire la politica con i pacchi di pasta è stata una consuetudine nella storia e di solito era uso di chi non aveva niente di buono da proporre.

In secondo luogo la Casa Pia e’ una struttura pubblica e va tenuta lontana dalle strumentalizzazioni politiche, per di più se costruire sulla pelle delle persone più deboli.

Questa azione non può passare sotto silenzio: convocheremo la commissione garanzia del Comune di Arezzo per verificare l’accaduto , convocando anche l'Assessore al Sociale, Lucia Tanti, che dovrà darci delle spiegazioni.

Inoltre chiediamo al Sindaco di scusarsi con gli ospiti della struttura per l’accaduto che ha trascinato una struttura importante della città in uno strumento di becera camapagna elettorale.
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