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Casa delle Culture, Bennati e Romizi su orari e costi. Ghinelli: "Nuovi cittadini devono saper leggere in italiano"

Apertura in musica per il consiglio comunale di oggi, in quella che è la giornata della settimana della Giostra del Saracino, i Musici hanno dato il via ai lavori. Poi hanno presso il via le interrogazioni, in gran parte dai banchi...

Apertura in musica per il consiglio comunale di oggi, in quella che è la giornata della settimana della Giostra del Saracino, i Musici hanno dato il via ai lavori.

Poi hanno presso il via le interrogazioni, in gran parte dai banchi dell'opposizione.

Tra queste quella presentata in aula dal consigliere del Pd Barbara Bennati sul sociale, dalla chiusura del Centro di Accoglienza Minori, alle risorse destinate alle politiche per i soggetti deboli.

“Otto nel frattempo hanno già dovuto abbandonare quella che era diventata la loro casa: il Cam. Esistono servizi ponte molto efficaci tra la comunità educativa e i minori che possono poi accedere all'affido familiare: di questi non vi è traccia nei progetti della giunta. Nel frattempo, visto che il Cam ad Arezzo ha chiuso, i servizi sociali non potranno contare su strutture in loco e dovranno rivolgersi a quelle fuori Comune o fuori Regione. C'è da parte di questa amministrazione la volontà di fare fronte ai minori con progetti alternativi e le risorse un tempo destinate al Cam che fine hanno fatto e dove confluiranno?”

L'assessore Lucia Tanti: “obiettivo non è moltiplicare le comunità ma dare a ogni bambino una famiglia. Attualmente abbiamo 32 bambini in affidamento e 32 ospitati in strutture, vogliamo aumentare vorticosamente la prima cifra e diminuire altrettanto vorticosamente la seconda. Sono orgogliosa di questa politica, privilegiare le singole famiglie, che ricordo non è monopolio di nessuno e non passa solo da eventi di sensibilizzazione ma da scelte precise di natura politico-amministrativa, con tutto quello che comporta anche in termini di numero di strutture in città. Le risorse: nel frattempo servono a coprire quello che non arriva da Firenze, in parte andranno alle nuove strutture che accolgono i minori prima al Cam, in parte verranno destinate alle politiche abitative e ci ricolleghiamo al tema del disagio abitativo di cui abbiamo parlato sopra”.

Ancora Bennati sulla Casa delle Culture:

"Con lo smantellamento della Casa delle Culture, viene meno un servizio fondamentale, per avere un servizio adeguato a quel livello servirà molto tempo, per ricostruire le significative relazioni affettive ed educative tra i minori e i genitori che si erano create. Avete più volte parlato di spese folli per la Casa delle Culture, ma ci risulta analogo l'importo stanziato alla Fraternita, oltretutto con una copertura inferiore del servizio rispetto ad Oxfam che aveva un contratto per 3 anni a 280mila euro più iva, adesso ne avete stipulato uno a 250mila + iva. Chiedo qual'è l'orario di apertura degli sportelli? Qual'è la durata vera? Le attività il doposcuola e i corsi di italiano da chi verranno gestiti e con quali costi?"

Anche Francesco Romizi di Arezzo in Comune ha presentato un'interrogazione sullo stesso tema:

"Avete sbandierato di risparmiare soldi pubblici per un servizio istituzionale, quindi ci saremmo aspettati altro adesso. Emerge invece che il risparmio è sotto al 10% da 115mila a 101mila euro a fronte di cosa? 34 ore aperture precedenti, adesso l'orario è ridotto, prima c'erano 50 ore di servizio di mediazione linguistica, la sala lettura, il gestore era arrivato con selezione pubblica, non con un affidamento diretto e trasferendo al Comune gli incassi delle attività svolte, la manutenzione e la riparazione, la verifica degli impianti, del resede, adesso sono a spese del Comune, a questo punto mi chiedo se non intende rettificare quanto più volte dichiarato, è una bugia ditelo, quale la vera motivazione? C'è un aggravio di spese per il Comune, la Casa del Culture era un servizio del Comune."

L'assessore Lucia Tanti: “abbiamo ritenuto che la gestione diretta di tali servizi fosse migliore. Sulla base di un assunto fondamentale: le politiche di integrazione sono legate a quelle di coesione sociale che non si appaltano ma si gestiscono in prima persona. Crediamo sia utile investire un po' meno, ma meglio e grazie alla collaborazione con Fraternita, che è soggetto titolato a politiche di coesione sociale e formazione, facciamo una scelta di qualità ripulita da ogni valore ideologico. Per quanto riguarda le associazioni di volontariato, noi aspettiamo ancora i loro progetti, ci riserviamo di analizzarli quando verranno presentati. Ma a proposito di progetti, non possiamo dimenticare che alla Casa delle Culture avevamo i percorsi sensoriali, il ballo, la cucina, la fotografia, che si possono ben fare in qualsiasi centro di aggregazione sociale senza monopoli alcuni, e c'erano immigrati che dopo anni non sapevano leggere quattro righe in italiano in occasione della cerimonia per il conferimento della cittadinanza. La priorità è puntare su cultura italiana, educazione civica, doposcuola, diritti e doveri. Non è un comunicato in più che ci farà cambiare idea”.

E' intervenuta anche l'assessore Barbara Magi: "Ho seguito, mensilmente attività della Casa delle Culture, ho chiesto di puntare più su insegnamento della lingua italiana e sulle basi di educazione civica, questo non è avvenuto, l'ultimo anno non sono stata più invitata. Uno dei cinque punti che riguardavano le attività oltre lo sportello, era rivolto alle associazioni perché presentassero un progetto che favorisse il rimpatrio dei cittadini stranieri, non mi è mai stato presentato. Oltre che ricevere una somma annua, Oxfam usufruiva di un immobile gratuitamente e svolgeva a pagamento alcune attività, come i corsi di italiano per conseguire la patente di guida”.

Anche il sindaco Alessandro Ghinelli è voluto intervenire : “al momento del conferimento della cittadinanza alcuni extracomunitari non hanno dimostrato la capacità di leggere la formula di rito. Sul tema abbiamo avuto un carteggio con il ministero dell'Interno e ci è stato risposto che il giuramento rappresenta un momento solenne dinanzi al quale la persona interessata non può essere assistita neanche da un interprete. Se nonostante la presenza in città di un servizio gratuito per l'aiuto a imparare l'italiano, il fatto che ci fossero persone che non sapessero pronunciare una formula di questa valenza era gravissimo. E da parte nostra era doveroso pensare ad altro per gestire questo servizio cruciale nell'integrazione”.

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