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Campagna elettorale, D'Ettore e il programma incentrato sulla famiglia. Potere al Popolo contesta il Forum di Davos

Siamo in piena campagna elettorale, è evidente dai comunicati stampa di politica in forte aumento nella posta di redazione. I partiti puntano la loro attenzioni sui temi più cari, quelli più vicini al loro elettorato probabilmente, ma non è sempre...

Siamo in piena campagna elettorale, è evidente dai comunicati stampa di politica in forte aumento nella posta di redazione. I partiti puntano la loro attenzioni sui temi più cari, quelli più vicini al loro elettorato probabilmente, ma non è sempre così.

Come è andata oggi? Dopo il punto sulle questioni della sicurezza di Tiziana Nisini candidata della Lega Nord, Felice Maurizio d'Ettore candidato all’uninominale della Camera dei Deputati per il collegio 7, quello di Arezzo, in rappresentanza della coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi per l’Italia, lancia i primi punti del programma elettorale, incentrato sulla famiglia.
«Un programma in dieci punti che ridisegna il Paese sotto il profilo economico-produttivo, fiscale, previdenziale, culturale, della sicurezza e dell’identità nazionale ma anche sociale, con la famiglia nucleo centrale del motore Italia. La piattaforma di centrodestra – spiega D’Ettore – è un sistema in cui tutto si tiene e ciascun punto programmatico concorre alla realizzazione di tutti gli altri. E la famiglia, tutelata fin nella nostra Costituzione e fondamentale per lo sviluppo della persona umana, è il punto di partenza di questa spirale virtuosa studiata per rigenerare l’Italia». D’Ettore pensa anche ad Arezzo: «In questo territorio più che mai il Pd col caso Etruria ha dimostrato di scegliere i poteri forti della finanza, rispetto agli interessi del territorio, delle imprese e delle famiglie che fondano la loro quotidianità sul lavoro, sull’investimento non meramente speculativo e sul risparmio. Con orgoglio agli elettori posso dire che il centrodestra è differente, e vede nella famiglia il primo e fondamentale nucleo della società». Alcuni dei provvedimenti annunciati? «Quoziente familiare, tutela del lavoro delle giovani madri, difesa delle pari opportunità e tutela delle donne con riconoscimento pensionistico a favore delle madri vanno a disegnare un quadro che, quando i figli poi crescono, si chiude con l’obiettivo della piena occupazione per i giovani attraverso stage, lavoro e formazione anche come coronamento del percorso di istruzione».

Anche Potere al Popolo dibatte, ma cambia argomento, più economico e anche territorio di riferimento, che diventa internazionale, quasi mondiale. Il commento di oggi infatti è su Davos, sul World Economic Forum:

"Lì si sono riuniti i potenti del mondo (oltre 3.000 invitati) cioè quelli che decidono le sorti del Pianeta e dell'umanità facendo poi eseguire le loro scellerate decisioni ai governanti dei vari Paesi. Il Club esclusivo della globalizzazione capitalista e neo-liberista - composto da banchieri, speculatori finanziari, Amministratori Delegati di multinazionali e Corporation, grandi imprenditori – si riunisce annualmente per verificare, ristabilire e ribadire le proprie scelte economiche, finanziarie, commerciali, sociali, culturali. Hanno parlato di come creare "un futuro condiviso in un mondo fratturato", che tradotto significa: di come sostenere tutte le scelte del "libero mercato" in nome del profitto e della speculazione, e di come gestire la transizione dei prossimi anni verso uno sviluppo robotizzato che comporterà lauti guadagni e tanta disoccupazione. Queste politiche liberiste in Italia vanno avanti da decenni, con i governi di centrosinistra e di centrodestra indistintamente. Un esempio per tutte: la progressiva sostituzione della sanità pubblica con le mutue aziendali gestite dalle compagnie di assicurazione. Politiche antisociali di questo tipo sono tuttora presenti nei programmi elettorali dei vari partiti che si ostinano a riproporle come azioni utili a risolvere i problemi del Paese. Ecco perché l'unica novità, a sinistra, per le elezioni del 4 marzo è "Potere al popolo". E’ urgente ribaltare lo stato di cose con una gigantesca redistribuzione della ricchezza dall'alto verso il basso, dal capitale speculativo e dalla rendita finanziaria al lavoro. Ad esempio con la riduzione dell'orario di lavoro a 32 ore settimanali, tanto più necessario a fronte dei processi di automazione in atto nelle produzioni, si potrebbe davvero lavorare meno lavorare tutti.
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