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Berti: "Basta proclami, sulla Cantarelli è ora di chiedere scusa. Comincio io"

L'intervento del consigliere comunale di Cortona, Fabio Berti in merito alla vicenda Cantarelli. Devo preliminarmente ripercorrere la vicenda dalla sua nascita ovvero da quando l’ho, per cosi dire, affidata alle mani di chi governa … a poco...

L'intervento del consigliere comunale di Cortona, Fabio Berti in merito alla vicenda Cantarelli.

Devo preliminarmente ripercorrere la vicenda dalla sua nascita ovvero da quando l’ho, per cosi dire, affidata alle mani di chi governa … a poco meno di un anno dall’inizio dell’attuale mandato, era il 18 febbraio 2015, preso atto del silenzio della Politica del nostro territorio, visti i rischi conseguenti a questi atteggiamenti immobilistici che si riportavano alle responsabilità di altri, ovvero di tribunali, commissari o curatori, depositai la mozione per un intervento a difesa delle maestranze e dell’azienda Cantarelli, cioè di quelle allora circa 300 persone che rischiavano di essere private della dignità di Llavoratore . Dalle premesse e considerazioni ipotizzai, come poi realizzato dalla proprietà, la centralizzazione della produzione presso lo stabilimento di Terontola e considerati gli esempi di importanti progetti e notevoli investimenti economici sostenuti dalla Regione Toscana e la Provincia di Arezzo nelle aree Valdichiana Aretina e Valdarno a favore di imprenditori del settore, proposi di “Impegnare il sindaco e la giunta comunale a farsi portavoce anche unitamente al sindaco di Arezzo verso i presidenti della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo affinché, siano avviate tutte le necessarie azioni politiche e di amministrazione a garanzia delle maestranze rimaste, sensibilizzando le industrie della moda della Toscana a valutare la possibilità di entrare nel piano industriale della Cantarelli SpA anche rilocalizzando produzioni dall’estero e così garantire e mantenere nel nostro territorio un polo manifatturiero storico ”. Portata in discussione nel consiglio comunale del 26 successivo, dopo ampi interventi di tutte le parti politiche e anche di più consiglieri dello stesso gruppo di maggioranza, con soddisfazione, questa venne approvata, senza alcuna modifica. Giovane (si fa per dire) consigliere ho creduto, ingenuamente, di avere in qualche modo mosso menti ed anime della Politica allo scopo di un impegno a garanzia dei nostri concittadini Lavoratori e di intere famiglie. Dopo poco più di un paio di mesi, mentre già si avviava il concordato di continuità aziendale con il tribunale di Arezzo, chiedendo notizie sul recepimento della questione da parte della Regione, l’allora assessore riferì che ancora non era stato fissato alcun incontro né atti formali erano stati indirizzati alla Regione e Provincia nel senso della mozione e scoprirò recentemente che non furono mai inviati. Nei mesi successivi, si avviarono confronti pubblici, o meglio dire pubblicitari, con atteggiamenti autoreferenziali che avrei capito essere la politica delle chiacchiere e selfie. Negli anni successivi si sono susseguiti ulteriori “proclami”, sulla stampa locale, “commentoni” sui social e con tardivi e inviti, solo sulla stampa, ad Imprenditori perché si interessassero alla Cantarelli quando questa poteva avere ancora il suo rilievo di mercato e le maestranze tutte le tutele sindacali e legali utili a garantirne il ricollocamento. Ognuno è e sarà libero di vedere la cosa come meglio lo aggrada ma ripercorrendo la vicenda sia per atti che cronologicamente cosi come anche dalla documentazione al protocollo Comunale, non ci saranno margini per alcuno e per convincervene invito a rileggere tutti i “proclami” dal 2015 ad oggi. Perciò, come promotore di quelle che dovevano essere azioni a favore delle maestranze, come Consigliere, ovvero parte dell’istituzione amministrativa di questo comune, visti modi e risultati, vecchi lunghi silenzi e nuovi proclami, chiedo scusa agli ex lavoratori della Cantarelli ed alle loro famiglie; perdonate la mia ingenuità nell’essermi ed avervi affidato ad una politica che pensavo, passatemi il termine, “comandasse” in Toscana e più in la, esponendovi a speculazioni “partitiche” di ogni sorta e da ogni parte, ed ingenerare false speranze che ora si concretizzano in offerte di mera sussistenza.
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