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Attesa per sentenza Tar sul salva-banche. Villarosa da Arezzo: "Come decreto Monti sulla lira deve essere annullato"

C'è attesa ad Arezzo, sede di Banca Etruria ed in tutti i paesi dove risiedono i risparmiatori colpiti dal decreto del 22 novembre, per il pronunciamento del Tar presso cui si è rivolta un'associazione di consumatori, il Codacons, facendo ricorso...

C'è attesa ad Arezzo, sede di Banca Etruria ed in tutti i paesi dove risiedono i risparmiatori colpiti dal decreto del 22 novembre, per il pronunciamento del Tar presso cui si è rivolta un'associazione di consumatori, il Codacons, facendo ricorso contro la norma che "discriminando" le categorie di risparmiatori scelse a chi far pagare la salvezza delle quattro banche coinvolte.

Con tale ricorso il Codacons mira a portare la legge sul bail-in di fronte alla Corte Costituzionale e ottenerne l’annullamento, così da consentire ai risparmiatori danneggiati di tornare in possesso dei soldi investiti in obbligazioni subordinate. Ma su quale principio potrebbe farlo? Lo ha spiegato ad Arezzo Alessio Villosa, quando è intervenuto di fronte alla Procura dopo aver incontrato il procuratore capo Roberto Rossi che coordina il pool dell'indagine su Banca Etruria, insieme ad altri quattro parlamentari del Movimento Cinque Stelle

"'C'è attesa sul verdetto del Tar del Lazio soprattutto sull'articolo 52 del decreto salva-banche perché è stato utilizzato per decidere quali obbligazionisti ed azionisti in ordine avrebbero dovuto pagare la crisi della banca, questo non poteva essere applicato fino al primo gennaio 2016 data di entrata in vigore del bail-in. Questo significa che come con Monti la Corte Costituzionale aveva bocciato il decreto che anticipava l'impossibilità di cambiare la lira, lo deve fare anche con questo, perché così come quello aveva una scadenza ben definita anche questo ce l'aveva, non si può giocare, cambiarle e modificarle come uno vuole. La Corte Costituzionale ed il Tar prima devono dichiarare illegittimo e poi incostituzionale questo decreto. Noi ci crediamo, altrimenti dobbiamo scendere in strada tutti quanti."

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