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Arezzo Possibile: “Il consiglio comunale deve essere una casa di vetro, inaccettabile esclusione cittadini e stampa ”

Quello che è avvenuto nell’ultimo consiglio comunale, ovvero lo svolgimento dei lavori a porte chiuse, espellendo fisicamente sia i cittadini presenti che gli organi d’informazione,  è,  secondo il ComitatoArezzo Possibile, inaccettabile. Sia nel...

Quello che è avvenuto nell’ultimo consiglio comunale, ovvero lo svolgimento dei lavori a porte chiuse, espellendo fisicamente sia i cittadini presenti che gli organi d’informazione, è, secondo il ComitatoArezzo Possibile, inaccettabile. Sia nel merito della questione, sia nella forma che nell’applicazione errata del regolamento

Nello specifico Arezzo Possibile contesta la scelta di un rappresentante dell’Ente, in seno al cda di Nuove Acque spa, non improntata al merito ed alle competenze ma solamente alla lottizzazione di partito. Il sindaco Ghinelli scegliendo un maggiorente regionale di Forza Italia, cui unico merito curriculare è appunto l’appartenenza alla stessa fazione politica, dimostra limpidamente quanto le premesse o meglio promesse elettorali, di rinnovamento e libertà d’azione, improntata al civismo della propria giunta, fossero quanto di più lontano dal vero si potesse immaginare. Un gattopardismo in salsa aretina di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Ancora più censurabile, in un momento storico di profonda crisi in cui tutti gli italiani sono chiamati a profondi sacrifici, la cui stessa legislazione impone riduzione di appannaggi e tagli di poltrone, la richiesta da parte del Comune di Arezzo, per il proprio neo nominato, di vederne raddoppiata la retribuzione.

Decisioni difficilmente giustificabili e che si è preferito celare dietro una serrata che avvelena i rapporti nei confronti dell’istituzione Comunale ed alimenta un clima di sospetti che, invece, nelle intenzioni di Arezzo Possibile dovrebbe essere una casa di vetro per tutti i propri cittadini. Evidentemente gli attuali amministratori pro-tempore, sottolineatura dovuta sia come monito che come auspicio, non hanno propri i valori di comunità dove la condivisione, non l’alienazione, dovrebbe essere il principio trainante dell’azione amministrativa.

Risibili anche le giustificazioni addotte dal presidente del Consiglio Comunale in difesa della riservatezza della persona fisica nominata. Un’interpretazione faziosa, cui mai si era ricorsi in precedenza, che può assumere un valore quando si trattasse di un privato privo di rilevanza pubblica. In questo caso la materia era la nomina di un soggetto in una partecipata comunale e la proposta di aumento della sua remunerazione, con possibili ricadute sulle tariffe di tutti. La forzatura pare evidente.

In ultimo, a dimostrazione della superficialità e della scarsa conoscenza, evidentemente, dei regolamenti consiliari, sia della maggioranza ma anche dell’opposizione, che non ha saputo opporsiimmediatamente, dobbiamo rilevare che questo è stato un atto illegittimo. Infatti il richiamato art. 49 comma 5 parla di possibilità di intero consiglio comunale “in seduta riservata”, ma quello in oggetto aveva viceversa convocazione in forma pubblica e, ai sensi dello stesso articolo, ma al comma 6, se solo una parte, come infatti è avvenuto, fosse secretata questo non poteva avvenire per decisione esclusiva del presidente Mattesini ma tramite palese deliberazione, ovvero votazione, dell’intero organismo consiliare.

Arezzo possibile ritiene tutto ciò un paradigma inquietante della conduzione del Comune fatta di atti non condivisi, promesse mancate ed autoritarismo amministrativo sempre più marcato, una pagina non certo da ricordare e che dipinge scenari che pensavamo sepolti dalla storia per sempre.

Comitato Arezzo Possibile “Il Consiglio Comunale deve essere una casa di vetro, inaccettabile e controproducente l’esclusione dei cittadini e della stampa ”

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