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Agricoltura, Mugnai (FI): "Sì al tiro al piccione. Rovinano tutte le sementi"

Agricoltori sul piede di guerra contro pennuti che pasteggiano con le loro sementi: le bestiole ingrassano, e i raccolti smagriscono. Ad accogliere il grido di dolore degli operatori agricoli arriva il capogruppo di Forza Italia in Consiglio...

Agricoltori sul piede di guerra contro pennuti che pasteggiano con le loro sementi: le bestiole ingrassano, e i raccolti smagriscono. Ad accogliere il grido di dolore degli operatori agricoli arriva il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai che, attraverso una mozione destinata ad una delle prossime sedute dell’assemblea toscana, si dà a un tiro al piccione in salsa istituzionale chiedendo alla Regione di impegnarsi «affinché il fenomeno possa essere contrastato con misure ed interventi di contenimento della popolazione dei piccioni che rovinano le sementi in agricoltura».

Il punto è che al momento la situazione regionale dei provvedimenti di contrasto è a macchia di leopardo. Ben lo spiega Mugnai nella parte narrativa del suo atto in cui si legge che «il piccione di città mangia, cresce e nidifica nei centri urbani, ma si può alimentare anche nelle campagne coltivate circostanti i centri urbani» e «che il fenomeno, proprio per tendenza acquisita dalla specie ovvero che da animale domestico si comporta più come un randagio ed è quindi più prossimo alla sfera selvatica, mette a rischio la semina», asserisce il capogruppo e coordinatore regionale di Forza Italia.

«Negli anni passati – ricorda ancora Mugnai – gli interventi di contenimento della specie erano autorizzati dalla Provincia ai sensi dell’art. 37 della L.R. 3/94, mentre con il passaggio delle funzioni degli enti provinciali tali funzioni sono in capo alla Regione. Ancora in alcune province della Toscana, a metà aprile, non sarebbero stati autorizzati interventi di contenimento». «Molti agricoltori – prosegue la mozione – trovando critica questa situazione, si rivolgono agli enti locali territoriali che però non hanno strumenti opportuni per intervenire direttamente». In più, «il problema non è una criticità sanitaria per la quale potrebbe intervenire il Sindaco con proprie ordinanze». Ecco perché secondo Mugnai serve l’intervento della Regione.

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