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Accorpamento distretti sanitari, Lega Nord: "La legge voluta dal Pd danneggia il territorio aretino"

Manuel Vescovi e Marco Casucci (Lega Nord) intervengono sul dibattito dell'accorpamento zone distretto sanitarie. Nel caso dell’accorpamento dei distretti socio-sanitari di Arezzo, Casentino e Valtiberina, sono state unite zone di notevole...

Manuel Vescovi e Marco Casucci (Lega Nord) intervengono sul dibattito dell'accorpamento zone distretto sanitarie.

Nel caso dell’accorpamento dei distretti socio-sanitari di Arezzo, Casentino e Valtiberina, sono state unite zone di notevole estensione territoriale, tralasciando possibili e preoccupanti ripercussioni per le difficoltà legate alla mobilità dei cittadini e per l’omogeneità dei servizi proposti. La nuova area sanitaria è, infatti, un “mega-distretto” con quasi 200.000 abitanti, residenti in 23 comuni.

L’attuale zona distretto del capoluogo aretino, aveva, secondo noi, i numeri idonei per rimanere autonoma e tale doveva restare. La sanità aretina non necessitava di ulteriori stress e di nuove, improvvide, sperimentazioni.

I Sindaci del Casentino e della Valtiberina avevano espresso, giustamente, la loro contrarietà al maxi distretto per il realistico timore che le loro vallate potessero essere ancora più emarginate, con gli ospedali locali, ridotti a centri di smistamento verso le strutture centrali.

L’accorpamento fra i distretti di Arezzo, del Casentino e della Valtiberina è stato deciso esclusivamente per motivi di ordine logistico e non tiene in minima considerazione il fatto che le predette realtà siano strutture con percorsi decisamente diversi.

Il Casentino e la Valtiberina, si ritroveranno, dunque, ingiustamente ai margini del nuovo distretto, con una drastica riduzione dei fondamentali centri decisionali.

Contestando l’impianto della Legge ed ascoltando le indicazioni di tutto il territorio toscano avevamo predisposto un emendamento,per aumentare le zone distretto invece che diminuirle e, per quanto riguarda specificatamente la provincia di Arezzo, mantenere autonomi l’aretino il Casentino e la Valtiberina. Il nostro sforzo non è servito ed ora, purtroppo, chi ne pagherà le conseguenze saranno i cittadini.

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